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Qualche suggerimento non richiesto ai tanti dipendenti e operatori che, in vista di possibili misure restrittive da #coronavirus prossime venture, si vedranno offrire da parte delle aziende la "meravigliosa opportunità di lavorare da casa" in modalità smart working.

(thread)
La riflessione scaturisce dalle richieste che sto ricevendo dalle aziende presso cui svolgo mansioni di responsabile IT & sicurezza di preparare un questionario da sottoporre ai dipendenti volto a raccogliere, in tempi il più possibile brevi, i consensi necessari per dar luogo /2
a uno "smart working d'urgenza", utilizzando a seconda dei casi dispositivi di proprietà dell'azienda (corporate owned, personal enabled) o dei dipendenti stessi (bring your own device), così da non compromettere l'operatività aziendale in caso di provvedimenti d'urgenza. /3
Ciò che queste aziende temono, per chi non lo sapesse, è che le autorità competenti impugnino quanto stabilito dall'art.1, comma 2 lett. O del Dlg n.6 del 23/02, ovvero la sospensione o limitazione delle attività lavorative a fini di contenimento. /4

gazzettaufficiale.it/atto/serie_gen…
Non ci vuole un genio per capire che una misura del genere avrebbe un impatto enorme in termini di produttività... a meno che non si riesca a trovare il modo per far lavorare i dipendenti in condizioni di sicurezza, ovvero da casa: a tale scopo viene in aiuto il DPCM allegato /5
al Dlg. sopracitato, che all'art. 3 disciplina l'accesso semplificato al lavoro agile (cfr. link).

protezionecivile.gov.it/amministrazion…

Senza annoiarvi ulteriormente, vengo al dunque: le imprese rischiano lo stop, ma possono evitarlo in tutto o in parte grazie allo smart working. /6
Smart working che, è bene ricordarlo, per moltissime aziende in Italia è ancora oggi una chimera, un miraggio sbandierato a parole nei piani di innovazione aziendale ma di fatto osteggiato da presidenti e AD, nonostante migliaia di casi in cui è stato applicato con successo. /7
I motivi di questa allergia allo SW da parte dei suddetti manager sono spesso legati a una concezione antiquata delle mansioni aziendali, non di rado condita da dati di business intelligence inesistenti o parziali, pregiudizi e mancanza di fiducia. /8

Allergia che, paradossalmente, trova nel coronavirus un'ottima cura: l'improvvisa prospettiva di dover interrompere la produttività è talmente tragica (in termini di fatturato) da trasformare anche il più retrogrado degli AD in uno strenuo sostenitore del lavoro agile. /9
Non vi nascondo che, per chi lavora da anni nel campo dell'innovazione, è molto divertente - per usare un eufemismo - osservare queste inversioni a U: io lo sto vedendo a Roma, ma non dubito che la medesima cosa stia accadendo anche in molte altre zone "non ancora a rischio". /10
Cosa fare dunque quando l'azienda, sotto il "ricatto" del coronavirus, vi offre sul piatto d'argento lo SW che avete sempre desiderato? La prima cosa da fare è invertire la narrazione utilizzata da molte aziende al momento della proposta: lo SW non è una generosa elargizione /11
da parte dell'azienda, bensì una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro stabilita mediante accordo tra le parti (ex lg 22/05/17 n.81, cfr link), che prevede anche una serie di diritti, tutele e garanzie (ibid., art. 18-24) che è bene conoscere. /12

normattiva.it/uri-res/N2Ls?u…
Proviamo a riassumere i più importanti.

1) La prestazione lavorativa è soggetta ai medesimi limiti di durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale derivanti dalla legge e dal CCNL: in altre parole, lo SW non dev'essere un modo per farvi lavorare di più. /13
2) assenza di vincoli relativi al luogo e/o all'orario di lavoro: ergo, potete decidere voi dove stare e come organizzare il vostro lavoro, a patto ovviamente che il luogo scelto rispetti i requisiti di riservatezza richiesti e che non sussistano presidi temporali pattuiti. /14
3) Stessi diritti in materia di privacy e controlli a distanza: questo significa che il datore di lavoro non può sorvegliarvi (art.4 stat. lav.) a meno che non vi sia un accordo sindacale, un'autorizzazione amministrativa o accordi consensuali da voi accettati e sottoscritti. /15
Nel caso in cui tentino di farvi sottoscrivere delle clausole di controllo, ad esempio tramite strumenti software ascrivibili alla videosorveglianza (ipcam, activity tracking etc.), attenti a non farvi fregare i vostri diritti: il datore di lavoro ha facoltà di controllare /16
unicamente l'attività del lavoratore (intesa come risultato) e l'organizzazione della stessa (ididem, comma 2): tale diritto non si estende al lavoratore e non può quindi essere impugnato per sorvegliarvi, a meno che non sussistano i motivi sopra espressi. /17
4) ll datore di lavoro è responsabile della sicurezza e del buon funzionamento degli strumenti tecnologici assegnati al lavoratore per lo svolgimento dell'attività lavorativa. Questo punto è fondamentale, in quanto tira in ballo i vari modelli di gestione dei device: /18
COPE, COBO, BYOD, CYOD. Se non sapete il significato di questi acronimi googlate, in estrema sintesi si tratta di sigle che stabiliscono se ciascun device necessario per svolgere l'attività lavorativa è fornito dall'azienda o dal dipendente (e cos'altro ci si può fare). /19
Anche in questo caso è importante NON FARSI FREGARE: l'azienda non può obbligarvi in alcun modo a utilizzare il vostro smartphone per ricevere le telefonate di lavoro, men che meno un PC di vostra proprietà per lavorare: fate grande attenzione a cosa vi chiedono di firmare. /20
Nella malaugurata ipotesi in cui non vi facciano firmare nulla, vi consiglio di chiedere (pretendere) da HR una informativa completa di richiesta di consenso libero, informato e revocabile che vi consenta di decidere se accettare di utilizzare i vostri device oppure no; /21
ricordate sempre che ne va della sicurezza dei VOSTRI dati, oltre che ovviamente di quelli aziendali. Qualora siate propensi a consentire l'utilizzo di vostri device ricordate che la legge vi impone di cooperare con il datore di lavoro per garantire la sicurezza di quei dati; /21
questo significa che, con tutta probabilità, vi sarà richiesto di installare il software previsto dalle policy di sicurezza IT aziendale (antivirus, firewall, etc.); se questo non accade, correte a verificare le policy aziendali così da segnalare eventuali incongruenze. /22
5) l'ultimo consiglio che vi dò non ha a che fare con la disciplina giuslavoristica: organizzatevi con i vostri colleghi e/o con le rappresentanze sindacali per assicurarvi che il ciclo-vita di questa improvvisa "voglia di SW" non resti circoscritto al periodo dell'epidemia. /23
Non abbiate timore di utilizzare questi decreti come grimaldello per spingere l'istanza, più che legittima, di rendere permanenti le modalità di SW che (mi auguro) riuscirete a negoziare: perché le epidemie prima o poi finiscono, ma il vostro diritto a un lavoro migliore no. /END
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