Sento di giornalisti che ora partono per ex-zone rosse perché tanto, “ora è tutto uguale”. E poi tornano a Roma. Cazzo, non avete capito? Chi se ne frega dei vostri stand up davanti a cartelli stradali? Lo pagheranno infermieri medici anziani, tutti, con la salute #COVID19italia
Scusate il tono ma avendo sentito dell’ennesimo caso di questo genere oggi mi è partita la brocca. Uno dei nostri figli in - responsabilissimo - autoisolamento a Viterbo (alla università c’erano due casi di contagio) l’altro adolescente a chiuso a casa. I nervi sottili.
E i cronisti vanno nelle ex-zone rosse perché il tesserino glielo permette. Certo, il diritto e dovere di cronaca lo impone, ma solo fino a un certo punto. Non è una guerra tradizionale con un fronte, linea rossa e coprifuoco, etc etc , chiedetelo a chi è stato in guerra
Dalla guerra torni, da giornalista, se l’hai sopravvissuta. Dalle zone di massiccio contagio torni pure vivo, ma chissà cosa ti porti appresso. Si fanno i servizi sui “irresponsabili” cittadini che tornano dal nord al sud incluso bacchettata mediatica. E poi via al nord
Ditemi voi: vi interessa un servizio nel quale si dice nulla di nuovo, solo perché fatto a Codogno o a Vo’ ? Ci sono tanti giornalisti al nord che in queste difficili settimane hanno fatto ottimi servizi nel e dal nord. Quelli che vengono da Roma sono più bravi? Non ho capito
