Situazione iniziale:
- no controlli a tappeto sulla popolazione e tracciamento spostamenti rendono la diffusione del virus "invisibile"
- l'isolamento collettivo è una sorta di "presunzione d'infezione" per tutti.
- l'isolamento dipende dai comportamenti dei singoli
Corollari:
- Il problema è complesso, le misure "semplici" non funzionano
- per la gestione di problemi complessi il divide et impera è d'obbligo
- La Corea del Sud ha gestito la situazione tramite test + tracciamento
- il tracciamento solleva problemi di privacy
Aggregazione dei dati porta i singoli a diventare "nuvole di dati", preservando la privacy del singolo
- tracciare a ritroso i dati aggregati di spostamento dei singoli può portare a definire "zone di contagio sospetto"
- Nelle nuvole rosse/arancioni vale la politica di isolamento domiciliare. Non è necessario tracciamento, no questioni di privacy.
- Il resto è zona blu. No tracking, no privacy issues
- un id "blu" che attraversa un fence diventa "arancione"
- La propagazione delle zone arancioni avviene tramite esportazione di "id arancioni" in zone blu
- zone arancioni possono diventare "blu" dopo periodo di incubazione senza casi conclamati o con test a campione
- dati aggregati di 60m persone su 14 giorni (periodo incubazione) per definizione dei cluster basati su "nuvole di spostamento orario":
60 (M abitanti) * (32 (id) + 8 (stato)) / 8 (byte)= 300 Megabyte
60 (M abitanti) * 64 (timestamp) / 8= 480 Megabyte
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25 gigabyte al giorno * 14 = 350 Giga
- Ulteriori ottimizzazioni sono possibili anche dal punto di vista della policy:
no tracciamento in zone blu, policy diverse notte/giorno
- se fatto "troppo in ritardo" l'analisi dei dati di spostamento non permettono la creazione di zone blu.
Il problema è temporaneo: una zona è blu se non ha avuto casi conclamati nel periodo di incubazione