🇮🇹🦠 #Covid in Italia: buone notizie!

Finalmente posso dirlo con ragionevole certezza: la progressione epidemica in Italia ha cominciato a rallentare a fine ottobre.

A novembre il tracciamento non dà segni del crollo che paventavamo. Anzi.

Thread.
La linea blu dei casi plausibili comincia a rallentare più o meno in corrispondenza di quella arancione dei casi ufficiali.

Con 620.000 casi nuovi ogni settimana la situazione non è certo rosea. Ma avrebbe potuto andare (molto) peggio.
Come mostra questo grafico, dopo il crollo iniziale del sistema di tracciamento fatto registrare a fine settembre, a ottobre il sistema ha tenuto e anzi si è progressivamente ripreso.
Questo è il più forte indizio del fatto che l'infezione stia rallentando davvero. Non è solo una illusione ottica causata dal crollo della nostra capacità di tracciare i nuovi positivi.

Rimane solo un caveat.
Il caveat è che ci sono alcune indicazioni del fatto che, come a marzo, l'eccesso di mortalità registrato in Italia sia superiore al numero di decessi ufficiali di positivi a #SARSCoV2.
Se l'eccesso fosse molto più elevato, le stime dei positivi andrebbero riviste al rialzo.
🦠🇮🇹 #Covid_19 in Italia: conclusione.

La situazione è critica. Ogni settimana circa l'1% della popolazione italiana contrae l'infezione.

Ma, rispetto ai timori di due settimane fa, le cose stanno andando nettamente meglio del previsto.

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18 Nov
🇮🇹🦠 #Covid_19. Oggi @Corriere ospita forse l'articolo peggiore pubblicato da un grande giornale negli ultimi mesi.
Si usa il tasso di letalità apparente, che come sapete non significa nulla, per sostenere che in Italia il virus sia "più cattivo" che altrove.

Terribile. ImageImage
Per capirci: in Italia il virus *è* più cattivo che altrove.
Siamo secondi al mondo per rischio di morte, subito dopo il Giappone e poco sopra a Grecia, Portogallo e Germania.

Ma è perché siamo vecchi.

Nei paesi africani il rischio di morte è di dieci volte inferiore.
Ovviamente il numero di decessi #Covid_19 è un'interazione tra il rischio di morte e la frequenza di contagio delle persone più a rischio.

E dipende anche dalla saturazione del sistema ospedaliero.

Basta confrontare Italia, Giappone e Germania; paesi con rischi quasi identici.
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31 Oct
🦠Anche se farei volentieri a meno della sua parte polemica, vi invito a leggere questo bel thread di Luca Ferretti che mette in luce molte delle criticità e fragilità della proposta di isolamento selettivo.

Ma alcuni argomenti sono tirati per i capelli.

Un thread.
Primo, il rischio zero non esiste.
Anche durante il lockdown di marzo-aprile si poteva uscire a comprare l'essenziale.

L'esempio del virus che entra persino nei conventi è chiara aneddotica, e lo stesso Luca sa benissimo che tutte le NPI si basano su probabilità, non certezze.
Secondo, isolamento selettivo NON significa confinamento collettivo.
Di nuovo, l'esempio del virus che entra in convento, tra le suore di clausura sembra aver indotto alcuni a pensare che isolare significhi concentrare.

L'esatto opposto di ciò che scrivo.
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30 Oct
🇮🇹🦠 #COVID19: anticipato da @repubblica, tra poche ore uscirà un nostro studio @ispionline che discute una strategia (a ragione) molto controversa.

Mi riferisco ai lockdown selettivi della popolazione anziana.

Parlarvene mi sembra il minimo.

Un thread.
Ma prima: la nostra proposta NON assomiglia alla famosa #GreatBarringtonDeclaration, in cui si ipotizza di isolare gli anziani lasciando il virus libero di circolare nella popolazione giovane.

La nostra è un'ipotesi di scenario peggiore, PRE-lockdown.

Non è un liberi tutti.
Inoltre, la nostra proposta NON prevede di raccogliere le persone anziane in certi luoghi, per es. i "Covid hotel", a scopo di isolamento.

A parte l'infattibilità logistica, sarebbe illogico: gli hotel diventerebbero luoghi in cui un singolo ingresso virale farebbe una strage.
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29 Oct
🦠🇮🇹 #COVID19 e terapie intensive.

Grazie a un leak siamo in grado di ricostruire ingressi e uscite dalle terapie intensive lombarde tra marzo e giugno.

In verde, gli unici numeri ufficiali che abbiamo visto tutti.
In blu, il vero numero di nuovi ricoveri giornalieri.

Thread.
🦠🇮🇹 #COVID19 e terapie intensive.

Cosa impariamo?

Primo, com'è ovvio, il picco di nuovi ricoveri giornalieri (blu) è seguito dal picco di dimissioni e decessi (arancione).
Ma a distanza di due settimane (16 marzo vs 30 marzo), e la curva arancione è molto più piatta.
Secondo, quando la variazione dello stock di ricoverati (verde) tocca il picco e inizia a scendere, la discesa dei nuovi ricoveri (blu) è molto più lenta.

A velocizzare la discesa dello stock è l'aumento delle dimissioni, il 50% delle volte circa per decesso del ricoverato.
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29 Sep
🦠🇮🇹 #COVID19 in Italia: quanto siamo "bravi" a tracciare l'infezione?

Tra giugno e settembre la nostra abilità nello scovare gli infetti è aumentata molto. Se prima trovavamo solo un contagiato su 10, oggi ne troviamo quasi uno su 2.

Tutto bene? Non proprio.

Un thread.
Perché non va tutto bene?

Innanzitutto, come dimostra la stima settimanale su quanto siamo "bravi" a tracciare l'infezione, nella prima metà di settembre si registra un leggero calo.

Impossibile dire se si tratti di un assestamento sul 40-50% o di una discesa più importante.
Ma, soprattutto, quel che conta è che le percentuali possono nascondere cambiamenti anche grandi nel numero assoluto di infetti che *non* troviamo.

Confrontate la riga blu con quella arancione: all'aumentare del numero degli infetti, aumenta anche il numero di chi ci sfugge.
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23 Sep
⛔️🇪🇺 Arriva il “Nuovo patto sulle migrazioni”, ed è già vecchio.

In un’Europa senza solidarietà, l’unico punto su cui si concorda è la riduzione degli arrivi. Con le buone (sviluppo) o le cattive (controlli e rimpatri).

Riforme? No. Piena continuità con il passato recente.
Solidarietà intra-UE: se uno Stato membro non ha voglia di accogliere deve almeno dare una mano sui rimpatri. Se non riesce, accoglie.

Non male: un mondo di rimpatri pressoché infattibili sarebbe solidarietà per altra via.

Ma, vedrete, i ricollocamenti resteranno utopia.
Ovviamente, i ricollocamenti volontari e di “emergenza” subito dopo lo sbarco, previsti a nell’accordo di Malta quasi esattamente un anno fa, sono scomparsi.

Già oggi di ricollocamenti post-sbarco non si vede neanche l’ombra.
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