In seconda ondata, l'accelerazione dei nuovi casi settimanali è stata molto più lenta rispetto a marzo.
Non solo all'inizio, ma anche durante le fasi più gravi.
Dunque (probabilmente) non solo grazie all'estate, ma anche per distanziamento e DPI.
🇮🇹🦠 Secondo notizia, bruttina: rallentamento e decrescita della curva dei nuovi casi plausibili oggi sono ben più lenti rispetto a marzo.
Non lentissimi.
Ma se appaiamo le ondate sulla settimana di decelerazione (0 nel grafico), si vede subito quanto stia andando peggio, oggi.
Perché succede?
#COVID19 ha un'inerzia spaventosa. È tipico delle progressioni esponenziali, quando le si cerca di smorzare.
Ma questo era vero anche a marzo.
Evidente, dunque, la diversa efficacia delle misure.
Tra lockdown nazionale, ieri, e zone colorate oggi.
🇮🇹🦠 Ciò ha ovvie conseguenze sul numero di persone che, in Italia, ha contratto #COVID19.
Nel corso della prima ondata ci siamo fermati poco sotto i 2,5 milioni di persone.
Nella seconda abbiamo già raggiunto i 3,5 milioni, e il numero crescerà ancora parecchio.
🇮🇹🦠 Un'ultima notizia, mediamente buona, è che a oggi siamo stati in grado di proteggere un po' meglio gli anziani.
La letalità del virus, che nella prima ondata era stata almeno dell'1,15% (e forse superiore), nella seconda ondata si attesta al momento intorno allo 0,9%.
🇮🇹🦠 Tanti nuovi casi e una letalità solo poco più bassa interagiscono sul numero totale (ufficiale) di decessi.
In prima ondata, siamo arrivati a 35.000 morti.
In seconda ondata siamo a 26.000 morti. E, se il ritmo di discesa rimane quello attuale, supereremo i 40.000.
🇮🇹🦠 Conclusioni /1.
La seconda ondata di #COVID in Italia è in arretramento.
Ma già possiamo dire che è stata peggiore della prima per numero di contagi, e che con ottime probabilità sarà peggiore della prima anche dal punto di vista dei decessi.
🇮🇹🦠 Conclusioni /2.
A oggi, il numero di nuovi casi plausibili settimanali di #Covid_19 (circa 300.000) rimane ancora elevato.
Bisogna sempre ricordarsi che sollevare troppo presto le misure restrittive attualmente in vigore avrà ovvie conseguenze sulla circolazione virale.
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Tra i grandi paesi europei, nel corso della prima ondata le curve si confondevano. Molti avevano fatto peggio di noi.
Oggi l'Italia svetta.
In negativo.
Anticipato da @Corriere, un mio studio riflette su cosa non ha funzionato.
Un thread.
🇪🇺🦠 Cosa scopriamo? Qualcosa di nuovo, e qualcosa che sappiamo da tempo.
Primo, se si agisce prima si riapre anche prima, con meno morti alle spalle.
E questo lo sapevamo da tempo, sin dagli studi sulla prima ondata (come questo: medrxiv.org/content/10.110…).
🇪🇺🦠 Secondo, e molto importante: non serve un lockdown nazionale per contenere le infezioni. Bastano le zone rosse.
Per capirlo basta osservare quel che è successo in Italia (a sinistra) e nel Regno Unito (a destra) nel corso delle due ondate.
🇮🇹🦠 #Covid_19. Oggi @Corriere ospita forse l'articolo peggiore pubblicato da un grande giornale negli ultimi mesi.
Si usa il tasso di letalità apparente, che come sapete non significa nulla, per sostenere che in Italia il virus sia "più cattivo" che altrove.
Terribile.
Per capirci: in Italia il virus *è* più cattivo che altrove.
Siamo secondi al mondo per rischio di morte, subito dopo il Giappone e poco sopra a Grecia, Portogallo e Germania.
Ma è perché siamo vecchi.
Nei paesi africani il rischio di morte è di dieci volte inferiore.
Ovviamente il numero di decessi #Covid_19 è un'interazione tra il rischio di morte e la frequenza di contagio delle persone più a rischio.
E dipende anche dalla saturazione del sistema ospedaliero.
Basta confrontare Italia, Giappone e Germania; paesi con rischi quasi identici.
Finalmente posso dirlo con ragionevole certezza: la progressione epidemica in Italia ha cominciato a rallentare a fine ottobre.
A novembre il tracciamento non dà segni del crollo che paventavamo. Anzi.
Thread.
La linea blu dei casi plausibili comincia a rallentare più o meno in corrispondenza di quella arancione dei casi ufficiali.
Con 620.000 casi nuovi ogni settimana la situazione non è certo rosea. Ma avrebbe potuto andare (molto) peggio.
Come mostra questo grafico, dopo il crollo iniziale del sistema di tracciamento fatto registrare a fine settembre, a ottobre il sistema ha tenuto e anzi si è progressivamente ripreso.
🦠Anche se farei volentieri a meno della sua parte polemica, vi invito a leggere questo bel thread di Luca Ferretti che mette in luce molte delle criticità e fragilità della proposta di isolamento selettivo.
Primo, il rischio zero non esiste.
Anche durante il lockdown di marzo-aprile si poteva uscire a comprare l'essenziale.
L'esempio del virus che entra persino nei conventi è chiara aneddotica, e lo stesso Luca sa benissimo che tutte le NPI si basano su probabilità, non certezze.
Secondo, isolamento selettivo NON significa confinamento collettivo.
Di nuovo, l'esempio del virus che entra in convento, tra le suore di clausura sembra aver indotto alcuni a pensare che isolare significhi concentrare.
🇮🇹🦠 #COVID19: anticipato da @repubblica, tra poche ore uscirà un nostro studio @ispionline che discute una strategia (a ragione) molto controversa.
Mi riferisco ai lockdown selettivi della popolazione anziana.
Parlarvene mi sembra il minimo.
Un thread.
Ma prima: la nostra proposta NON assomiglia alla famosa #GreatBarringtonDeclaration, in cui si ipotizza di isolare gli anziani lasciando il virus libero di circolare nella popolazione giovane.
La nostra è un'ipotesi di scenario peggiore, PRE-lockdown.
Non è un liberi tutti.
Inoltre, la nostra proposta NON prevede di raccogliere le persone anziane in certi luoghi, per es. i "Covid hotel", a scopo di isolamento.
A parte l'infattibilità logistica, sarebbe illogico: gli hotel diventerebbero luoghi in cui un singolo ingresso virale farebbe una strage.
Primo, com'è ovvio, il picco di nuovi ricoveri giornalieri (blu) è seguito dal picco di dimissioni e decessi (arancione).
Ma a distanza di due settimane (16 marzo vs 30 marzo), e la curva arancione è molto più piatta.
Secondo, quando la variazione dello stock di ricoverati (verde) tocca il picco e inizia a scendere, la discesa dei nuovi ricoveri (blu) è molto più lenta.
A velocizzare la discesa dello stock è l'aumento delle dimissioni, il 50% delle volte circa per decesso del ricoverato.