Premessa: rispetto al resto d'Europa, la "macchina” italiana sta funzionando in maniera egregia.
Stiamo vaccinando a pieno regime, e a oggi siamo tra i primi paesi in Europa per vaccini somministrati pro capite.
Ma di strada da fare ne resta tantissima.
Nel frattempo, la discesa dei decessi in Italia si è arrestata, e i morti per #COVID19 sono tornati a crescere.
Il rischio di terza ondata è già qui, e al momento è stato vaccinato solo 1 italiano su 200.
Per questo è molto importante, in queste settimane, accelerare la somministrazione del #vaccino per quelle persone che più rischiano nel caso contraggano l'infezione: gli anziani e i fragili.
Giusto partire dalle case di riposo, poi passare ai grandi anziani fuori dalle RSA.
Al momento abbiamo vaccinato circa il 6% degli ospiti delle RSA contro quasi il 20% del personale sanitario e sociosanitario.
Tra chi è più indietro restano tre Regioni che, insieme, ospitano il 50% circa degli anziani in RSA in Italia: Lombardia, Veneto e Piemonte.
Sia chiaro: non è una questione di disponibilità di dosi.
Gli ospiti delle RSA in Italia sono circa 285.000.
Per il ritardo ci sono ragioni logistiche, giuridiche, financo politiche. Non sta a me discuterne.
Ma, se vogliamo massimizzare il numero di decessi evitati, in questa prima fase è cruciale concentrarci su chi è più vulnerabile *e* più facile da raggiungere.
Fatto ciò avremo davvero voltato pagina, e cominciato a chiudere il capitolo più grave di questa pandemia.
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🦠🇮🇹 #COVID19 in Italia: la ripresa della seconda ondata?
Con 548 decessi anche oggi, lo scostamento delle morti giornaliere da quelle attese è ormai sin troppo evidente per non parlarne.
Cosa sta succedendo?
Niente di buono, temo.
Un thread.
Appena prima di Natale avevo ghiochicchiato con un semplice modello previsionale, basandomi su quello che sapevamo dell'effetto delle "zone colorate" e su ciò che era successo durante il lockdown.
Mi attendevo che l'andamento dei decessi giornalieri seguisse i pallini grigi.
Una situazione certo non rosea, ma gestibile. Avrebbe significato che il numero di decessi ufficiali alla fine della seconda ondata si sarebbe assestato intorno alle 51.000 unità.
Comunque molte di più rispetto alle 35.000 della prima ondata, ma in rapida diminuzione.
🦠🇮🇹 Natale si avvicina, ma tra oggi e domani sarà un giorno triste.
I decessi ufficiali della seconda ondata di #COVID19 in Italia supereranno quelli della prima.
In una lunga inchiesta su @Corriere (con dati @ispionline) cerchiamo di fare il punto su perché sia andata così.
Le zone rosse sono molto efficaci, ma il ritardo accumulato è stato quasi un mese.
Il 13 ottobre, @istsupsan scriveva: «Si assiste a una accelerazione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta, che rischia di raggiungere i valori critici nel prossimo mese».
Così è stato.
Il primo #DPCM che ha un (lento) effetto sulla limitazione degli spostamenti è del 24 ottobre.
Ma per vedere le zone colorate in Italia si dovrà attendere il 6 novembre. Quasi quattro settimane dopo il report dell'@istsupsan.
Tra i grandi paesi europei, nel corso della prima ondata le curve si confondevano. Molti avevano fatto peggio di noi.
Oggi l'Italia svetta.
In negativo.
Anticipato da @Corriere, un mio studio riflette su cosa non ha funzionato.
Un thread.
🇪🇺🦠 Cosa scopriamo? Qualcosa di nuovo, e qualcosa che sappiamo da tempo.
Primo, se si agisce prima si riapre anche prima, con meno morti alle spalle.
E questo lo sapevamo da tempo, sin dagli studi sulla prima ondata (come questo: medrxiv.org/content/10.110…).
🇪🇺🦠 Secondo, e molto importante: non serve un lockdown nazionale per contenere le infezioni. Bastano le zone rosse.
Per capirlo basta osservare quel che è successo in Italia (a sinistra) e nel Regno Unito (a destra) nel corso delle due ondate.
🇮🇹🦠 #Covid_19. Oggi @Corriere ospita forse l'articolo peggiore pubblicato da un grande giornale negli ultimi mesi.
Si usa il tasso di letalità apparente, che come sapete non significa nulla, per sostenere che in Italia il virus sia "più cattivo" che altrove.
Terribile.
Per capirci: in Italia il virus *è* più cattivo che altrove.
Siamo secondi al mondo per rischio di morte, subito dopo il Giappone e poco sopra a Grecia, Portogallo e Germania.
Ma è perché siamo vecchi.
Nei paesi africani il rischio di morte è di dieci volte inferiore.
Ovviamente il numero di decessi #Covid_19 è un'interazione tra il rischio di morte e la frequenza di contagio delle persone più a rischio.
E dipende anche dalla saturazione del sistema ospedaliero.
Basta confrontare Italia, Giappone e Germania; paesi con rischi quasi identici.