Thread by @bibipenner

Business as usual

La tecnopolizia di frontiera
#anitfa #MigrantsDay
#DefundThePolice
Negli ultimi mesi abbiamo parlato spesso di vigilanza e controllo delle manifestazioni o dello spazio pubblico nelle nostre città, ma la #tecnopolizia è schierata soprattutto alle frontiere,

https://twitter.com/technopolice_fr/status/1472601857860198400

quelle della fortezza Europa. I dispositivi della tecnopolizia sono finanziati, supportati e testati dall'Unione Europea prima per i confini dell'UE, e poi venduti. La sorveglianza delle frontiere da luogo ad un mercato smisurato e trae grande vantaggio

dall'ordinamento comunitario e dai suoi programmi di ricerca e sviluppo (R&S) come Orizzonte 2020.
#Roborder - sciami di droni autonomi alle frontiere

È il caso del progetto Roborder - un “gioco di parole” tra robot e confine, confine in inglese. Avviato nel 2017, prevede di monitorare i confini con sciami di droni autonomi, che operano e pattugliano insieme.

L'intelligenza artificiale di questi droni permetterebbe loro di riconoscere gli umani e distinguere se commettono reati (come attraversare un confine?) e la loro pericolosità per poi avvisare la polizia di frontiera.

Questi droni possono muoversi in aria, sott'acqua, sull'acqua e in macchine a terra. Dotati di più sensori, oltre al rilevamento di attività criminali, questi droni avrebbero lo scopo di identificare “frequenze radio inaffidabili”,

vale a dire ascoltare le comunicazioni e anche misurare l'inquinamento marino. (e qui spero sinceramente di non aver capito bene...Ndt.) Per ora, l'esercito di droni autonomi non sarebbero dotati di armi. Roborder è attualmente in fase di sperimentazione in Grecia, Portogallo e

Ungheria.
(trad. Bibipenner) @technopolice_fr

Il progetto è finanziato con 8 milioni di euro dal programma Horizon 2020 (a sua volta sovvenzionato da Cordis, l'organismo di ricerca e sviluppo della Commissione europea).

Orizzonte 2020 rappresenta il 50% del finanziamento pubblico totale per la ricerca sulla sicurezza dell'UE. Roborder è coordinato dall'Hellas Research and Technology Centre (CERTH), Grecia e, come mostra l'associazione Homo Digitalis, il numero dei progetti

Horizon 2020 non fa che aumentare in Grecia. Oltre al CERTH greco, ci sono circa 25 partecipanti provenienti da tutti i paesi dell'UE (compresi lapolizia dell'Irlanda del Nord, il ministero della Difesa greco, o compagnie di droni tedesche, ecc.).

Una delle condizioni per il finanziamento di progetti di questo tipo da parte di Horizon 2020 è che le tecnologie sviluppate rimangano nell'uso civile e non possano essere utilizzate per scopi militari.

Questa affermazione potrebbe suonare come una garanzia, ma in realtà la distinzione tra uso civile e militare è tutt'altro che chiara. Come mostra #StephenGraham, molto spesso le tecnologie, alla base militare, vengono introdotte nella sicurezza,

in particolare alle frontiere dove la migrazione è criminalizzata. E questa porosità tra politiche di sicurezza ed esercito è indotta dalla necessità di trovare gli sbocchi necessari per rendere redditizia la ricerca militare. Questo è ciò che possiamo osservare con droni o con

i gas lacrimogeni. Ma qui si tratta piuttosto di una logica inversa: potenzialmente il passaggio da un uso cosiddetto “civile” della sicurezza interna ad un'applicazione militare, attraverso la vendita futura di questi dispositivi.

Ma si può anche considerare la vigilanza, l'individuazione delle persone e la repressione alle frontiere dell'UE come una materializzazione della militarizzazione dell'Europa alle sue frontiere. In questo caso, Roborder sarebbe un progetto militare.

Inoltre, infatti, come mostra The Intercept, una volta completato il progetto viene venduto senza interessarsi troppo del "a chi." E, secondo il giornale, molti sono già interessati a Roborder.
#IborderCtrl - rilevamento delle emozioni alle frontiere

testato in Grecia, Ungheria e Lettonia.
Consiste in particolare in un progetto di analisi delle emozioni (😶)(insieme ad altri progetti di riconoscimento biometrico): le persone che desiderano attraversare un confine devono sottoporsi a domande e vedere il proprio volto schermato

da un algoritmo che determinerà se mentono o meno. Il progetto afferma di "accelerare il controllo alle frontiere": se la macchina della verità pensa che una persona stia dicendo la verità, gli viene fornito un codice per superare facilmente il controllo;

se l'algoritmo ritiene che una persona stia mentendo, viene inviata alle guardie di frontiera che la interrogheranno. L'analisi delle emozioni pretende di basarsi sull'esame di "38 micromovimenti del viso" come l'angolazione della testa o il movimento degli occhi

Uno spettacolo di gingilli pseudoscientifici che consente soprattutto di dare l'apparenza di neutralità tecnologica a politiche di esclusione e disumanizzazione.
Anche questo progetto è stato finanziato da Horizon 2020 con 4,5 milioni di euro.

Se per ora il progetto sembra essere stato sospeso, l'eurodeputato tedesco #PatrickBreyer ha fatto appello alla Corte di giustizia dell'Unione europea per ottenere maggiori informazioni su questo progetto...e gli è stato rifiutato per ... violazione del segreto commerciale. 😶

Anche qui il campo “civile” e non “militare” del progetto è lontano dal rappresentare una garanzia.
Conclusioni
Pertanto, l'Unione europea partecipa attivamente al potente mercato di vigilanza, controllo e repressione.

Qui, i confini e gli esuli vengono utilizzati come risorse di laboratorio. In vista della sempre più forte militarizzazione dei confini della Fortezza Europa e della ricerca del profitto e dello sviluppo delle imprese e dei centri di ricerca europei.

Le frontiere costituiscono un nuovo mercato e una nuova manna finanziaria per la tecnopolizia.
I dati mostrano anche l'esplosione del budget dell'agenzia europea #Frontex (da 137 milioni di euro nel 2015 a 322 milioni di euro nel 2020, dati della Corte dei conti europea) e

una sempre maggiore automazione della sorveglianza delle frontiere. Allo stesso tempo, il rapporto tra il numero di persone che tentano di attraversare il Mediterraneo e il numero di coloro che vi muoiono non fa che aumentare.

Questa automazione della sorveglianza delle frontiere è quindi solo un nuovo modo per le autorità europee di accentuare il dramma che continua a svolgersi nel Mediterraneo, per un'“efficienza” che alla fine avvantaggia solo le industrie della sorveglianza.

Nelle nostre strade come alle nostre frontiere dobbiamo rifiutare la tecnopolizia e combatterla passo dopo passo!
🤗

https://twitter.com/echo_pbreyer/status/1471487710229454851?s=20

https://twitter.com/echo_pbreyer/status/1464169702134108183?s=20