In occasione della Giornata mondiale delle donne nella scienza, vi racconto una storia brillante e di successo segnata da tante difficoltà: quella di Katalin Karikó, la scienziata dietro al #vaccino contro #COVID19. 1/n 🧵 #WomenInScience #11febbraio #scienza Image
La biochimica ungherese, oggi vicepresidente senior di #BioNTech, ha dedicato la sua carriera alla messa a punto di terapia genica basata sull’mRNA. 2/n
La possibilità di una terapia genica basata sull’RNA messaggero è stata a lungo ignorata dalla comunità scientifica. La carriera di Karikó è stata segnata da numerose battute d’arresto, ma lei non si è mai data per vinta. Alla fine, l’ha avuta vinta lei. 3/n
Nasce nel 1955 in una città vicino Budapest. Figlia di un macellaio e di una contabile, si appassiona alla scienza, si laurea e specializza in biochimica. 4/n
La sua storia comincia con il licenziamento dal Szeged Biological Research Center in Ungheria dove aveva deciso di continuare i suoi studi sull’RNA iniziati all’Università di Szeged. 5/n
Dopo quel licenziamento alla giovane ricercatrice appena trentenne arrivò nel 1958 l’offerta per un posto alla Temple University in Pennsylvania (USA). 6/n
Allora c’era ancora il Muro di Berlino e per una coppia di ricercatori come Kariko e suo marito, era difficile passare dall’altra parte. 7/n
Così, ha raccontato al New York Post, vendettero la loro auto al mercato nero e con il ricavato (1.200 dollari) nascosto nell’orsacchiotto della figlia di appena due anni, sbarcarono in America. 8/n
Nel corso della sua carriera si è dovuta scontrare con diversi rettori delle università statunitensi che hanno fatto di tutto per relegare ai margini la sua attività di ricerca, prima alla Temple poi alla Pennsylvania University. 9/n
L’idea era quella di verificare la possibilità che l’mRNA possa essere utilizzato nel trattamento degli ictus, del cancro e di malattie come la fibrosi cistica. Fa diversi tentativi, ma ottiene solo rifiuti. 10/n
Frustrata e avvilita, nel 1995 deve sottostare anche all’umiliazione di un demansionamento da parte dell’Università della Pennsylvania. In quel periodo le venne diagnosticato un tumore. 11/n
La svolta avviene nel 1998, quando Drew Weissman, immunologo del National Institutes of Health, inizia a lavorare per la Università della Pennsylvania su terapia genica a mRNA. 12/n
Il problema principale dell’utilizzo dell’mRNA a fini terapeutici consiste nello sviluppo di una reazione infiammatoria da parte dell’organismo. Tutti gli animali sottoposti a trattamento muoiono immediatamente. 13/n
La sperimentazione sull’essere umano appare impossibile, ma Weissman e Karikó scoprono che modificando uno dei quattro blocchi costitutivi dell’mRNA, chiamati nucleosidi, è possibile scongiurare la risposta infiammatoria. 14/n
Nel 2005, i risultati dello studio sono pubblicati sulla prestigiosa rivista Immunity. Dal 2014 Katalin Karikò, che è titolare di diversi brevetti, lavora per Biontech. Nel 2018, la BioNTech ha stretto un accordo con l’americana Pfizer per lo sviluppo di vaccini a mRNA. 15/n
Fantastica. Mai smettere di inseguire i propri sogni come Katalin. La prossima sfida (anche se in corso) è utilizzare queste piattaforme ad mRNA contro il cancro. Siamo fiduciosi. 16/n
E voglio ricordare che il contributo delle donne è FONDAMENTALE nella ricerca di tutti i giorni e non solo oggi. 17/17
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Feb 12
Oggi vi parlo di una bellissima scoperta di una proteina fondamentale per lo sviluppo del tumore al pancreas da uno studio tutto italiano pubblicato su Gastroenterology. Segue un thread da non perdere assolutamente. Let's go!
1/n 🧵#oncology #12febbraio Image
Il tumore al pancreas rimane a oggi uno dei tumori più letali e complessi da individuare: la scarsa percentuale di sopravvivenza è principalmente dovuta al fatto che la malattia, nelle sue fasi iniziali, non si manifesta con sintomi eclatanti. 2/n
Inoltre, la comprensione di tali fasi è ancora limitata, così come la conoscenza di marcatori molecolari per la diagnosi precoce. 3/n
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Feb 10
Condivido nel mio piccolo una gran bella storia che mi ha visto coinvolto nell'esperienza di team nella ricerca in ambito oncologico. Un po' lungo ma spero ne varrà la pena. 1/n
Oltre cinque anni fa in Casa Sollievo della Sofferenza (San Giovanni Rotondo, Puglia) fummo i primi a descrivere nei pazienti caucasici affetti da una forma particolarmente aggressiva di tumore polmonare, una lesione molecolare a carico di un gene. 2/n
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Feb 9
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Feb 1
Mi sono imbattuto in un paper interessante pubblicato su @NatureComms che spiegherebbe come le cellule del #tumore #mammario diventerebbero più aggressive dopo essere entrate in contatto con i macrofagi ("macrophage kiss"). Provo a semplificarlo senza tecnicismi. Let's go! 1/n 🧵
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