La nuova cortina di ferro nel cuore dell’Europa, determinata dalla guerra economica alla Russia, è solo l’ultimo di una serie di shock economici che negli ultimi 15 anni hanno inferto duri colpi alla #globalizzazione americana e al cosiddetto ordine liberale internazionale.
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La guerra dei dazi, la ridefinizione delle catene di fornitura durante la crisi provocata dal Covid-19, il ricorso americano alle sanzioni contro i propri avversari, sono altrettante misure che hanno progressivamente minato le basi stesse della #globalizzazione.
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Avendo giocato un ruolo di primo piano nell’adozione di tali misure, si può dire che gli Stati Uniti siano i primi responsabili della crisi del cosiddetto ordine liberale internazionale che essi stessi avevano creato.
4/27 warontherocks.com/2020/07/wrestl…
Dalla sua nascita al suo declino, la #globalizzazione è stata plasmata da scelte talvolta scellerate, di cui gli attori economici più fragili – le classi svantaggiate nel Nord industrializzato, e i paesi più poveri del Sud – hanno pagato il prezzo.
5/27 monthlyreview.org/2019/03/01/glo…
Nei paesi occidentali si è assistito a una progressiva #deindustrializzazione e #precarizzazione del lavoro. Le crescenti disuguaglianze hanno favorito l’indebitamento degli strati più bassi della popolazione.
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La #globalizzazione economica è stata accompagnata da una globalizzazione culturale che ha creato fenomeni di omogeneizzazione senza precedenti, provocando la distruzione di identità culturali sopraffatte dal modello globalizzato incentrato su materialismo e consumismo.
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Se gli attacchi dell’11 settembre, e la retorica dello scontro di civiltà che ne seguì, misero in evidenza le contraddizioni culturali del mondo globalizzato, le sue incongruenze economiche si sarebbero manifestate con la crisi finanziaria del 2008.
8/27 amazon.it/Architecture-C…
Il collasso del 2008 fu un punto di svolta. L’intero Occidente andò incontro ad anni di stagnazione economica e alti livelli di disoccupazione. Le misure di austerità in Europa minarono ulteriormente i diritti e il benessere della classe media.
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Le difficoltà dell’Occidente accrebbero l’influenza politica ed economica di altri paesi. La #Cina, divenuta la “fabbrica del mondo” all’ombra della globalizzazione americana, si affermò come catalizzatore della crescita nel continente asiatico.
10/27 nbr.org/publication/in…
La risposta elaborata da Washington fu di coniugare una strategia economica a quella militare: la creazione di due enormi aree di libero scambio (Ttip e Tpp), e il cosiddetto “pivot verso l’Asia” annunciato da Obama alla fine del 2011.
11/27 carnegieendowment.org/2015/03/02/geo…
Sarebbe seguito un ulteriore tassello: sottrarre l’Europa alla dipendenza energetica dalla Russia. Hillary Clinton, dal 2009, volle fare della diplomazia energetica uno strumento chiave della politica estera americana, in chiave anti-russa.
12/27 motherjones.com/politics/2014/…
La rivolta di Maidan in Ucraina, sostenuta dagli Stati Uniti nel 2014, e la conseguente decisione di Mosca di impadronirsi della Crimea, costituirono per gli USA un’opportunità per spingere l’Europa a diversificare le proprie fonti energetiche.
13/27 robertoiannuzzi.substack.com/p/ucraina-le-r…
Ma i tempi non erano maturi: Ttip e Tpp fallirono.
Lo shale gas statunitense era molto più costoso e complicato da esportare del gas russo, dovendo essere liquefatto e trasportato dalle navi gasiere invece che attraverso economici gasdotti.
14/27 economist.com/the-economist-…
La guerra dei dazi di Trump, il bando contro Huawei, e poi la chiusura delle frontiere per il Covid-19, costituirono invece episodi importanti in direzione di una ridefinizione delle catene di fornitura e di una frammentazione della globalizzazione.
15/27 theasiadialogue.com/2019/09/09/how…
La ripresa della domanda dopo la fine dei lockdown, in presenza di una persistente disfunzionalità delle catene di fornitura, e l’aumento dei prezzi energetici, determinarono una nuova fiammata dell’inflazione negli Usa e in Europa.
16/27 foreignpolicy.com/2021/09/24/ene…
Alla vigilia del conflitto ucraino, dunque, le economie occidentali erano già afflitte da problemi energetici e di approvvigionamento delle merci, oltre che da una inarrestabile crisi del #debito mai risolta dal 2008, e aggravata dalle conseguenze del Covid-19.
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Le sanzioni contro Mosca hanno avuto l’effetto di spezzare bruscamente un profondo legame commerciale che univa soprattutto Russia ed Europa, un vero e proprio sistema economico integrato che andava dalle materie prime ai prodotti tecnologici.
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Creando ulteriore sconquasso nel mercato energetico e nelle catene di fornitura delle materie prime, le sanzioni si sono rivelate controproducenti, aggravando una situazione economica già precaria in Occidente.
19/27 wsj.com/articles/some-…
Il principale sconfitto di questo processo è l’Europa, privata di importanti mercati e delle proprie fonti di materie prime a basso costo, e sempre più dipendente dagli Stati Uniti.
20/27 robertoiannuzzi.substack.com/p/il-conflitto…
Nel frattempo assistiamo a un ulteriore smantellamento della globalizzazione, e ad un progressivo decoupling (cioè, a un divorzio) fra l’Occidente e il mondo non occidentale guidato da un asse composto da Cina e Russia.
21/27 foreignpolicy.com/2022/06/16/chi…
I due blocchi contrapposti presentano impostazioni economiche differenti. L’Occidente, tecnologicamente più avanzato in certi settori, è dominato da un capitalismo finanziario, fortemente indebitato, e caratterizzato da ridotta base industriale e scarsità di materie prime.
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Il blocco non occidentale, dominato dall’asse Cina-Russia, ma che include anche paesi come India e Iran, insegue in alcuni settori tecnologicamente avanzati, ma ha una solida base industriale e grande ricchezza di fonti energetiche e materie prime.
23/27 mronline.org/2022/06/14/bui…
Se l’Europa è il principale sconfitto, anche gli USA pagheranno un prezzo salato sul lungo periodo. L'uso dell’egemonia del #dollaro come arma porterà molti paesi a diversificare lontano dal biglietto verde le riserve delle proprie banche centrali.
24/27 bloomberg.com/news/newslette…
Se il dollaro sarà privato del proprio ruolo di valuta di riserva internazionale, l’economia statunitense perderà quel “privilegio esorbitante” di cui aveva parlato Valéry Giscard d'Estaing, già negli anni ’60 del secolo scorso.
25/27 en.wikipedia.org/wiki/Exorbitan…
Sarebbe l’episodio conclusivo della parabola americana, a suggello di decenni di politiche economiche disastrose che, pur depredando l’intero pianeta, hanno portato l’Occidente sull’orlo del baratro.
Leggi tutto l’articolo.
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Se ti interessano questi temi, e in generale temi di politica internazionale come mondo multipolare, declino dell’Occidente, competizione fra grandi potenze e crisi della democrazia, puoi iscriverti alla newsletter #IntelligenceForThePeople:
27/27 robertoiannuzzi.substack.com
Tuttavia, nelle ultime settimane la versione occidentale appare sempre più distante dalla realtà sul terreno.
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Lo stesso Zelensky ha ammesso di recente che circa il 20% del territorio ucraino è ormai sotto il controllo russo.
Le truppe di Kiev hanno quasi completamente perso la cittadina di #Severodonetsk e la provincia di #Luhansk.
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L’imponente dispositivo di sicurezza dispiegato a protezione dell’incontro di #Davos testimonia sia della rilevanza di tale appuntamento, sia del senso di insicurezza delle élite occidentali in questo frangente storico.
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Fondato nel 1971 dal professore tedesco #KlausSchwab, che ne è tuttora presidente, il #WEF ha sempre promosso un’agenda globalista basata sul coinvolgimento del grande capitale privato a prescindere dai differenti sistemi politici in cui si trova ad operare.
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Alcuni chiarimenti sulla questione dei porti ucraini nel Mar Nero e la “crisi alimentare”.
Sebbene in Occidente tutte le accuse vengano rivolte contro la Russia, l’origine primaria di tale crisi risale alla guerra commerciale USA e alle sanzioni. 1/4 johnhelmer.net/the-war-agains…
Sebbene le esportazioni ucraine di grano siano importanti, l’Ucraina è solo il 5° esportatore mondiale, mentre la Russia è il 1°, oltre a essere un paese leader nell’esportazione di fertilizzanti. 2/4
Mosca ha più volte dato la propria disponibilità a garantire l’esportazione del grano ucraino, ed ha aperto 2 passaggi sicuri, uno nel Mar d’Azov, l’altro nel Mar Nero. In Occidente nessuno ha voluto mettere alla prova la disponibilità russa. 3/4
La guerra in corso in #Ucraina non è solo un conflitto per procura Russia-Nato, ma uno scontro che sta ridefinendo gli equilibri fra le due sponde dell’Atlantico e gli stessi rapporti di forza all’interno del continente europeo.
2/16 euractiv.com/section/politi…
Un’#Europa che non può usufruire delle risorse energetiche russe a basso costo né commerciare con Mosca (e chissà, magari un domani neanche con la Cina) è fatalmente più dipendente dal gas liquefatto e dal mercato americano.
3/16 scientificamerican.com/article/the-u-…
La tesi generalmente sostenuta per spiegare la decisione di #Finlandia e #Svezia è che il senso di insicurezza dei due paesi, acuito dalla “gratuita” aggressione russa all’#Ucraina, li avrebbe spinti a rinunciare alla loro neutralità per avere protezione in seno alla #NATO.
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Questa tesi è fallace sotto due aspetti:
1) Come ho cercato di spiegare in un precedente articolo, non è la mancata inclusione dell’#Ucraina nella #Nato che l’avrebbe esposta alle cosiddette “mire espansionistiche” di Mosca.
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Probabilmente non molti sanno che il controverso battaglione #Azov, ed altri gruppi di matrice neonazista sostenuti dal governo #Zelensky, hanno ricevuto addestramento dagli #USA.
2/16 thedailybeast.com/is-america-tra…
Ma lo stesso leader storico Stepan #Bandera (1909-1959) ed altri nazionalisti ucraini e collaborazionisti dei nazisti tedeschi, che oggi vengono esaltati da questi gruppi, ebbero un lungo rapporto di cooperazione con gli americani nel secondo dopoguerra.
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