Apparentemente sembra la soluzione, almeno per eliminare i #fumi in #porto.
Certo, durante la #navigazione, quando il carburante usato è ancora più nocivo, il problema resta (le analisi di #speciazione hanno provato che il 70% dei #veleni#navali arriva a 400 km nell'entroterra).
Vediamo perché.
Intanto, elettrificare una #banchina o un porto intero costa, molto. A #Livorno, ad esempio, portare energia al #molo Sgarallino è costato 5 milioni di €. Adesso si parla di un'altra ventina di milioni in arrivo nei prossimi anni. Pochi rispetto alle esigenze.
Direte, allora a #Livorno avete il #ColdIroning!
Ehm, no. L'unico bastimento che ne ha fruito è stata una #nave#militare durante l'inaugurazione del 2015, immagino con tanto di banda musicale.
Da allora, lungo i cavi non è corso un solo #elettrone.
Il perché è presto spiegato.
Perché anche elettrificare le #navi costa.
Parliamo di 300.000 #dollari per un #traghetto, 700.000 per una media nave da #crociera, oltre un #milione di #euro per le più grandi.
E a metterceli dovrebbero ovviamente essere gli #armatori.
I nostri eroici #imprenditori, insomma.
E vanno pure capiti, vogliono #garanzie, è il loro concetto di #rischio d'impresa.
Alla fine cosa gli costa continuare a bruciare gasolio (se va bene) facendone respirare i #fumi a #residenti e #lavoratori#portuali ?
Non che poi sia tutto così chiaro sugli altri costi, peraltro.
Perché oltre a stendere cavi e adattare le navi, ci sono altri bei conti in tasca da farsi, tipo il costo dell'energia.
Dieci mesi fa un #K/wh prodotto a bordo costava 11 centesimi, uno comprato dalla rete elettrica 25.
Togliendo accise e oneri di gestione qualcosa si scontava...
Ma adesso, con la #guerra in #Ucraina, tutto è saltato per aria.
Ecco perché, da tempo, chiediamo che l'Authority si pronunci su questo differenziale di #costi#energetici: se non si danno garanzie sul futuro agli #armatori, figuriamoci se questi investono per adeguare le #navi.
Inoltre, come detto anche dall'#Authority portuale di #Cagliari (convegno #Aer Nostrum 9/11) esiste un elemento altrettanto importante e per certi aspetti "tombale": la disponibilità di #potenza elettrica.
Perché non si tratterebbe certo di attaccare alla banchina un tostapane.
In porto stazionano molte #navi contemporaneamente.
Una nave da #crociera assorbe da sola 10 #Megawatt e spesso se ne affiancano diverse, con tutti i bei servizi in funzione a disposizione dei passeggeri che non scendono.
E quanti ne assorbono, ad esempio, le navi frigorifere?
Finora l'energia viene dai #motori navali alimentati con il fossile.
Dove ne troviamo altrettanta, bruciando altro petrolio, o carbone?
Il #GreenWashing portuale, insito nella narrazione del #ColdIroning, è lo stesso racconto ipocrita della sbandierata #transizione#energetica.
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"Quando un concetto viene espresso in inglese la fregatura è certa" diceva qualcuno.
Beh, il #BlueAgreement non smentisce questa affermazione.
Un #accordo volontario fra #armatori, #autorità portuali, #Capitaneria e #Comune che non prevede ahimè sanzioni in caso di violazione.
Un po' tutti i #porti#italiani hanno adottato lo stesso schema e ovviamente ogni #amministrazione ha voluto narrarlo come proprio merito esclusivo nella lotta all'#inquinamento#navale a difesa della #salute.
Anche quando è ancora meno efficace degli altri accordi, come vedremo.
E quindi, domandona del #12novembre : ma se #IFumiDelleNaviCiUccidono , possibile che le #autorità anche internazionali non intervengano a tutelare la nostra #salute?
Risposta: qualcosa si sta facendo, ma non è sufficiente.
In questo mini-thread proviamo a raccontarvi perché.
Premessa: l'attuale #normativa#ambientale emanata dall' #IMO (International Maritime Organization) divide il mondo in due aree nettamente distinte, che vedete qua sotto.
Da una parte le aree #ECA (#Emission#Control#Area) e dall'altra tutto il resto, #Mediterraneo compreso.
In sostanza, le #navi che attraversano un'area a controllo #emissioni devono utilizzare già dal 2015 (!) carburante con basso contenuto di #zolfo (massimo lo 0,1%).
Parliamo delle coste nordamericane, #Baltico, #Manica, #Mare del Nord.
Altrove il limite è 5 volte più alto (0,5%).
Per spiegarlo, oggi #10novembre dobbiamo parlare di questa cosa qua sotto.
Una sostanza nera, viscosa, velenosissima che attraverso i #motori e le #ciminiere delle #navi si diffonde nell' #aria e penetra nelle nostre #case e nei nostri #polmoni .
E' il famigerato #bunker#oil :
Oggi #9novembre pochi numeri e tante immagini.
Partiamo dalle cosiddette #città galleggianti, veri e propri mostri come questo: 165.000 tonnellate, 315 metri, 20 ponti.
Enormi #motori, grandi #emissioni , particelle diffuse nell'aria.
A #Livorno , #TerraDeiFumi navali.
Ecco un'altro esemplare, stesse dimensioni, alto 65 metri dal livello del #mare.
Come un #grattacielo di 22 piani, lungo però trecento metri. Quasi 6.000 passeggeri, 2.200 cabine. #Motori accesi in banchina, per ore, per soddisfare le esigenze dei passeggeri che restano a bordo.
Ma vogliamo dimenticare i #traghetti ?
Un andirivieni continuo, con #emissioni dense e nere ogni volta.
Perché le #navi , come sappiamo, NON HANNO #FILTRI come auto e caldaie domestiche.
E per #carburante bruciano #olio#pesante , scarto di raffineria.
Molto economico, quindi...
Il nostro motto: "I fumi delle #navi ci uccidono" scorre nel canale: primo #FlashMob durante Effetto Venezia, #Livorno , agosto scorso.
L' #inquinamento nelle #città portuali è gravissimo e le #autorità non intervengono a preservare #aria e #salute di cittadini e lavoratori.
In #Italia, l' #inquinamento delle #navi provoca l'uno per cento dei decessi ogni anno.
6.500 persone, una cifra altissima che è ancora più alta, presumibilmente, nelle #città portuali.