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Dec 21 42 tweets 12 min read
Un piccolo thread sulla #Libia, ché la lettura delle cronache locali fornisce sempre spunti interessanti ma preoccupanti. Non allegherò link; alcuni li ho già pubblicati in questi giorni e se qualcuno ha dubbi o questioni si tratta di fonti e notizie molto facili da recuperare 1/
Il tema di fondo è purtroppo quello dell'insipiente inutilità della missione #ONU e delle costanti ingerenze da parte di Paesi stranieri interessati quasi esclusivamente a spartirsi la ricchissima torta delle risorse energetiche di una Libia tuttora divisa in due. 2/
Senza pretesa di essere esaustivo, provo a ricomporre un piccolo puzzle di notizie, tutte degli ultimi due giorni e tutte provenienti appunto dalla stampa libica. 3/
Partiamo dalle ultime: il vicepresidente del Presidential Council annuncia che tutte le cariche del Paese devono considerarsi annullate. Ovvero, teoricamente la Libia dovrebbe considerarsi in stallo totale, anche per quanto riguarda i rapporti con l'estero, sino alle elezioni. 4/
Senza dettagliare sulla complessa divisione di territori e poteri, che richiederebbe troppo tempo e spazio, ricordo solo che la Libia è ancora divisa in due dall'invasione #NATO del 2011. Le due entità reclamano entrambe il diritto a governare sull'intera Libia. 5/
Secondo i piani dell'ONU stilati in seguito al riaggravarsi della guerra civile a fine anni '10, Tripolitania e Cirenaica (le "due Libie") avrebbero dovuto andare ad elezioni congiunte a fine 2021. Questo non è avvenuto e il Paese è in un pericolo stallo. 6/
Le due parti concordano in linea di massima sul fatto che ci si debba dare un assetto costituzionale condiviso e procedere con le elezioni, ma non si accordano sui contenuti e in particolare sui criteri di eleggibilità e questo ha fatto saltare i piani ONU. 7/
L'ONU ha la grave responsabilità di avere lasciato la Libia senza inviato speciale per più di un lunghissimo anno, quello cruciale, dopo che l'inviato precedente aveva resistito solo 12 mesi per poi dimettersi a sorpresa ed è lecito pensare che fosse sottoposto a pressioni. 8/
La nomina del nuovo inviato ha richiesto moltissimo tempo per i continui sabotaggi degli Stati Uniti e del governo di Tripoli (in teoria "scaduto" a fine 2021 come da piano ONU) che è poco più di uno Stato-fantoccio di USA, UK, Turchia e Qatar. 9/
Anche diversi Stati dell'Unione Africana hanno contribuito a mettere i bastoni tra le ruote impedendo la nomina di un inviato speciale proprio nel momento in cui la Libia ne aveva più bisogno. Sappiamo che la UA è considerata un organismo fortemente influenzabile dagli USA. 10/
Non è forse un caso, anzi, se proprio poche settimane fa #Biden se ne è uscito con la proposta, solo apparentemente bislacca, di far entrare l'Unione Africana nel #G7. Alla fine gli USA hanno ceduto e si è nominato un inviato gradito anche alla Cirenaica, il signor Bathily. 11/
Sinora #Bathily ha combinato poco; Tripolitania e Cirenaica si dicono disposte a collaborare ma c'è sempre qualcosa o qualcuno che si mette di traverso, in un clima reso teso dalla presenza delle milizie siriane filo-turche da un lato, e dai proclami di #Haftar dall'altro. 12/
Basti pensare che in tutti questi mesi, soprattutto il governo tripolino di Dbeibeh ha siglato, pur non avendone la legittimità, una montagna di memorandum sostanziali per il futuro della Libia e per lo sfruttamento delle risorse di #gas e #petrolio presenti a sud di Creta. 13/
In particolare, Tripoli e la #Turchia hanno arbitrariamente ridisegnato le zone esclusive economiche marittime (ZEE) facendo imbestialire i Paesi #UE e soprattutto la #Grecia, ma anche l'#Egitto i cui buoni rapporti con Ankara sono cruciali per la pace in #Mediterraneo. 14/
Casualmente o forse no, la firma dei controversi accordi si è svolta poche ore dopo un'inattesa visita della nave d'attacco della Marina britannica HMS Albion. Era la prima volta dal 2008 che una nave militare di Londra gettava l'ancora nel porto di Tripoli. 15/
I britannici si sono comportati come se stessero trattando con un governo legittimo che rispecchia la volontà popolare della Libia secondo i piani concordati, ma così non è. Hanno addestrato il personale militare di Tripoli e stretto o consolidato relazioni di ogni tipo. 16/
Va pure ricordato che mentre britannici e turchi curavano i propri interessi senza ritegno in Tripolitania, in Cirenaica per tutta la primavera e l'estate si susseguivano sabotaggi agli impianti petroliferi e ad impianti cruciali nella distribuzione dell'acqua, bene prezioso. 17/
E ora veniamo alle notizie di questi giorni, mettendole un po' insieme alla luce del quadro che ho appena esposto. 18/
Poche ore fa Malta ha fatto sapere di avere fermato ed espulso un gruppo di mercenari britannici, ex-militari che si stavano recando in Tripolitania con la scusa di tenere conferenze e corsi sulla base di falsi accrediti professionali. 19/
Poche ore prima, cioè ieri, era stato segnalato che una delegazione dell'intelligence turca era in Tripolitania per un incontro con le milizie del Libyan National Army (LNA), composita fazione militare che si nutre di un gran numero di brigate anche di islamisti estremisti. 20/
Sempre in questi giorni c'è stata intensa attività anche diplomatica e questo riguarda anche l'#Italia. Una delegazione di Roma ha incontrato ufficialmente le autorità tripoline (sempre quelle illegittime e "scadute" con cui si relazionano i britannici). 21/
Si è parlato, come sempre in questi casi e come in effetti molti Paesi UE hanno fatto durante l'estate, della ripresa delle relazioni prevalentemente commerciali. Stiamo ovviamente parlando soprattutto di #gas e #petrolio libici da esportare. 22/
Tripoli, però, ha anche avuto l'ardire di chiedere all'Italia "collaborazione" sull'annoso tema dell'immigrazione. Ricordiamo che questa parte di Libia è sempre quella della famigerata "guardia costiera" da noi armata ed addestrata, resasi protagonista di episodi orrendi. 23/
Quasi contemporaneamente l'Italia era anche operativa nell'altra parte della Libia, la Cirenaica, dove però #ENI è riuscita a far imbestialire il governo eletto dal parlamento di Tobruch, rivale di Tripoli in un contesto in cui tutti hanno il dito sul grilletto. 24/
Il capo del governo cirenaico Bashagha (uomo a volte definito in orbita russa, egiziana, francese) ha denunciato e rifiutato manovre "sospette" di ENI per aumentare, a discapito del governo stesso, la sua quota di partecipazione nella compagnia energetica Mellitah Oil & Gas. 25/
Esattamente nelle stesse ore il ministro della Giustizia del medesimo governo "orientale" faceva dichiarazioni piuttosto dure a Sputnik, accusando ONU e alcuni Stati esteri di lavorare unicamente per i propri interessi sfruttando e fomentando le divisioni politiche nel Paese. 26/
Khaled Saad è stato netto nel precisare che "non tutti" gli Stati presenti in qualche modo in Libia fanno questo (la mia impressione è che "salvi" ad esempio la Francia, con cui Bashagha ha buoni rapporti). Si riferiva probabilmente a italiani, turchi, britannici e #Qatar. 27/
Si riferiva di certo anche agli Stati Uniti e colpisce come abbia attaccato la missione ONU nel suo complesso; a questo punto è utile ricordare quanto scrivevo, all'inizio di questo thread, sulle manovre americane di mesi fa per imporre un inviato speciale ONU a loro gradito. 28/
Quelle manovre, come detto, riuscirono solo in parte nonostante l'allineamento agli USA di molti Stati dell'Unione Africana. Ma sempre in queste ore s'apprende dalla stampa libica che gli USA sono di nuovo all'attacco per imporre "almeno" un vice-capo missione a loro gradito. 29/
Si potrebbe andare avanti per ore ma mi interessava fare comprendere quello che credo sia ormai abbastanza chiaro, cioè che alcune potenze straniere si muovono in Libia con un disprezzo totale di ogni concetto di partnership leale e votata alla pace e stabilità del Paese. 30/
Abbiamo due Libie che si fronteggiano in una crisi istituzionale profondissima e cruciale per la sopravvivenza stessa del Paese. Abbiamo eserciti regolari e milizie foraggiate da anni da Stati esteri in barba all'embargo, e negli ultimi mesi gli incidenti sono stati numerosi. 31/
Abbiamo una nazione ricchissima di risorse oggi preziose come non mai ma due governi che, secondo i piani ONU, sono entrambi sforniti della dovuta legittimità. Nonostante questo, abbiamo eserciti e diplomazie europee e angloamericane che si muovono come se tutto "fosse ok". 32/
Abbiamo gli americani che, come per il Sahara Occidentale, usano le Nazioni Unite come se fossero un loro portaborse o comunque ci provano, e sono disposti a lasciare la Libia anche un anno senza inviato speciale pur di portare a casa il risultato che vogliono loro. 33/
E naturalmente abbiamo gli italiani che compaiono solo per firmare contratti (lavorando in stretto accordo con le compagnie britanniche) facendo pure qualche giochetto che non piace a una delle due fazioni, contribuendo così all'aumento delle tensioni in tutta la Libia. 34/
Non ho parlato della Francia, che pure ha un certo ruolo, per ragioni di spazio e di minore reperibilità delle informazioni dal fronte cirenaico che è quello in cui, a differenza del fronte angloamericano, turco, qatarino e italiano, è quello dove Parigi "si trova meglio". 35/
Però un paio di cose vale la pena di segnalarle. Intanto, già il fatto che nel contesto descritto la Francia faccia da battitore libero nel campo avverso a quello dell'autoproclamata "comunità internazionale" la dice lunga sull'armonia che regna tra gli alleati UE-NATO. 36/
Poi va ricordato che se la Francia è meno interessata al gas e al petrolio, è anche per una questione di esigenze interne differenti da quelle, ad esempio italiane. In compenso, essendo un Paese che va molto "a nucleare", punta il naso verso l'uranio che si trova a sud. 37/
A sud, vicino ai confini con il #Ciad e oltre di essi, dove pure bisognerebbe vigilare e restare lucidi perché (senza aprire ora il libro del Ciad) ci sono una lunga storia e un presente di ingerenze, dittature euro-regolate, guerriglie ed eserciti di liberazione. 38/
Per chiudere, ricordo solo che nello scenario libico anche la #Grecia è rivale e opposta alla fazione angloamericana con italiani, turchi e qatarini al traino. Atene si relaziona quasi solo con la Cirenaica "russa ed egiziana" perché è nemico naturale della Turchia. 39/
È suo nemico naturale per ragioni storiche, per Cipro occupata dai turchi ma soprattutto per un presente fatto di minacce militari da parte di Erdogan e colpi di mano diplomatico-commerciali quali il memorandum sulle acque a sud di Creta di cui ho parlato poco fa. 40/
Si potrebbe andare avanti a lungo, tornerò di certo sulla Libia ma il mio scopo per ora era dare il quadro della situazione e soprattutto suggerire riflessioni sul (poco) benedetto ruolo delle potenze mondiali in questo grande, e a suo modo meraviglioso Paese del #Maghreb. 41/41
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Dec 20
Breve thread sulle altissime tensioni in #Mediterraneo tra due Paesi #NATO. Dopo un incontro con il vice primo ministro e ministro degli Esteri serbo, il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha mandato un nuovo messaggio alla Turchia che da molti mesi, sistematicamente, 1/n
minaccia i greci di attaccarli militarmente “arrivando di notte in qualsiasi momento”. Dendias ha ribadito che la Grecia non si farà mettere i piedi in testa da Erdogan e che continuerà a difendere la propria sovranità nel contesto della “legalità internazionale e marittima”. 2/n
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Dec 19
#Maroccogate Scandaloso: non più tardi di poche settimane fa, il Forum Sociale Europeo ha ospitato per un’iniziativa un gruppo di associazioni di marocchini in Italia che hanno nell’occasione presentato il “Manifesto di Milano”. 1/n
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Dec 16
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Dec 16
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Dec 16
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Dec 16
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