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Sembra che ad un certo punto, amareggiato e innervosito dall'esito del colloquio con i "Big Five", il presidente serbo #Vucic abbia messo sul tavolo, davanti ai membri del suo partito, perfino le proprie dimissioni. "Se qualcuno pensa ed è in grado di fare meglio", ha
2/n scandito dinanzi ai colleghi del Partito Progressista Serbo che gli chiedevano di respingere "l'ultimatum" occidentale sulla questione del #Kosovo, allora "sono pronto a farmi da parte". E "se la popolazione rifiuta i negoziati, e se qualcuno pensa che dovremmo distruggere
3/n economicamente il Paese", allora "lascerò la guida a chi è più intelligente di me".
Bastano queste indiscrezioni a raccontare il clima respirato in #Serbia, dove proprio in questi minuti è in corso una sessione del governo alla presenza dello stesso Vucic.
4/n È alla premier #Brnabic e ai suoi ministri che il presidente sta illustrando il contenuto dei colloqui andati in scena venerdì con Stati Uniti, Unione Europea, Germania, Francia e Italia, aventi come oggetto il testo aggiornato della cosiddetta "Proposta franco-tedesca" per
5/n un accordo fra Belgrado e Pristina sulla crisi del Kosovo.
I protagonisti dell'incontro mantengono il massimo riserbo, ma un quotidiano di Belgrado, Danas, ha pubblicato sul suo sito quello che sostiene essere il documento in 10 punti proposto a Vucic. Un gioco di
6/n equilibrismo complicato, in cui l'articolo della discordia sembra essere il numero 4, quello in cui le due parti dovrebbero impegnarsi a partire dal presupposto che "nessuna delle due può rappresentare l'altra in ambito internazionale o agire per suo conto. La Serbia non si
7/n opporrà all'adesione del Kosovo ad alcuna organizzazione internazionale".
Si scrive "qualsiasi organizzazione internazionale", si legge "ONU".
Vucic ha definito il giorno dell'incontro con i rappresentanti occidentali "uno dei giorni più difficili per la Serbia".
8/n Dichiarazione ripresa e spostata in avanti nel tempo dalla premier Brnabic, secondo cui la Serbia è attesa da "giorni molto difficili". Il ministro della Difesa serbo Vucevic ha infatti rivelato che i "Big Five" hanno illustrato a Vucic "quali sarebbero le conseguenze della
9/n mancata accettazione della proposta di accordo. Qui non ci viene offerto niente di carino e ci si aspettano decisioni difficili". Si parla di sanzioni economiche e conseguenze politiche senza precedenti.
È per questo che in alcuni ambienti della politica serba si sta
10/n iniziando a parlare apertamente di ultimatum nei confronti di Belgrado; ultimatum cui Vucic sarebbe intenzionato ad opporre un diniego almeno su una questione. Probabilmente proprio quella al punto 4.
Se ne saprà qualcosa di più nelle prossime ore, al termine della riunione
11/n di governo ma soprattutto a partire dalle 20, quando il presidente Vucic si rivolgerà alla nazione per illustrare il contenuto della Proposta franco-tedesca e la posizione della Serbia. La premier Brnabic ha detto che "niente sarà deciso senza i nostri cittadini e il nostro
12/n popolo". Qualcuno ne ha dedotto che anche la possibilità di un clamoroso referendum sia sul tavolo.
Per comprendere quanto queste giornate siano importanti e decisive per chi spera di non vedere deflagrare in futuro un nuovo conflitto nei Balcani bisogna citare le parole
13/n pronunciate poche settimane fa dall'inviato speciale UE, Miroslav Lajcak, tra i partecipanti all'incontro di venerdì.
Lajcak ha spiegato senza troppi giri di parole: "Abbiamo una finestra temporale unica, un calendario politico molto favorevole, abbiamo tutti gli
14/n ingredienti: un'Unione europea completamente concentrata, Stati Uniti pienamente favorevoli, nessuna elezione che ci distrarrà. Questa situazione durerà fino all'inizio del 2024, perché allora l'Unione Europea andrà alle elezioni europee e gli Stati Uniti alle elezioni
15/n presidenziali, e non ci sarà né tempo né capacità per concentrarsi sul dialogo. Cosa accadrà dopo le elezioni, in particolare le elezioni statunitensi, è difficile da prevedere, quindi sto dicendo che ciò che non verrà fatto per allora, entro l'inizio del 2024,
16/n potrebbe non essere fatto mai".
Qui, a disposizione degli iscritti al Blog, c'è il testo in 10 punti sottoposto a Vucic:
17/n Dietro questo articolo ci sono ore di ricerca, un lavoro fatto di contatti, studio, scrittura, revisione. Se pensi che meriti di essere premiato, iscriviti al Blog: entra a far parte di questa comunità e sostieni il mio lavoro. Ti ringrazio.
1/n Ho cerchiato la data di oggi sul mio inseparabile taccuino.
Penso che questo 24 gennaio abbia posto le basi per segnare una svolta nella guerra in #Ucraina.
Gli ultimi dettagli relativi alle forniture di #Leopard e #Abrams che #Germania e #USA sono pronti ad inviare a #Kyiv
2/n sono clamorosi.
Sì, avete letto bene: dopo settimane di pressioni internazionali, secondo "Der Spiegel", Berlino si sarebbe decisa non solo a rimuovere il veto di esportazione sui propri carri armati, ma anche a concedere all'esercito ucraino quelli in dotazione alla
3/n Bundeswehr.
La tempistica di questa scelta non è un dettaglio, attenzione. Il fatto che la Germania abbia esitato - eufemismo - a concedere il suo via libera dice molto del perché gli Stati Uniti siano storicamente diffidenti nei confronti dei tedeschi, perché temano di
L'amministrazione #Biden avrebbe intenzione di inviare "un numero significativo" di carri armati #Abrams M1 in #Ucraina. L'annuncio potrebbe arrivare già questa settimana.
2/n Secondo funzionari statunitensi citati dal WSJ, la decisione di Washington sarebbe parte di una più ampia intesa diplomatica con la #Germania, con Berlino a quel punto pronta ad inviare un numero minore di propri carri armati #Leopard2 e a rimuovere il veto nei confronti
3/n della coalizione di nazioni che - #Polonia in testa - stanno aspettando il semaforo verde per esportare a #Kyiv i tank di fabbricazione tedesca.
Se la Casa Bianca finora ha rifiutato di commentare, è un alto funzionario tedesco a confermare che la questione è stata oggetto di
1/n L'intervento de-fi-ni-ti-vo sulla guerra in #Ucraina lo ha firmato un signore nato a New York, già sindaco di Londra, amante della storia di Roma, estimatore di Churchill, già inquilino di Downing Street, protagonista di una vita sregolata, accreditato di innumerevoli difetti
La stampa italiana - chissà come mai - ha pressoché totalmente ignorato il suo ultimo editoriale sul Daily Mail. A rimediare ci pensa, con orgoglio, questo Blog.
"Venite con me nel fango ocra del cimitero di
3/n #Bucha, oltre la chiesa di Sant'Andrea crivellata di colpi. Soffermatevi sulle tombe di alcuni dei 416 abitanti di questa città - di cui 9 bambini - che sono stati fucilati dai russi con l'intento di terrorizzare gli altri. Guardate le foto dei loro corpi, con le mani legate
1/n Stanno iniziando a parlare il segretario generale #NATO, Jens #Stoltenberg, e il ministro della Difesa tedesco, Boris #Pistorius.
Grande aspettative su questo incontro: fortissimo pressing alleato su Berlino affinché rimuova il suo veto alla consegna di #Leopard all'#Ucraina.
2/n Secondo gli esperti militari dell'International Institute for Strategic Studies occorrono almeno 100 di questi formidabili carri armati per sortire un effetto concreto dove più conta: sul campo di battaglia. Non si tratta, insomma, di avallare un gesto simbolico, ma di
3/n provare a ribaltare le sorti della guerra.
E proprio 100 sono i Leopard che 12 Paesi avrebbero accettato di fornire a #Kyiv secondo un alto funzionario ucraino che ha parlato in esclusiva con ABC News. La "coalizione dei Leopard" si è formata a margine del vertice di
2/n #Vucic: "Abbiamo visto tutti la prima versione del piano franco-tedesco, ma temo che nessuno volesse parlare del contesto e di ciò che la #Serbia sta affrontando. Le circostanze geopolitiche sono cambiate. C'è un grande nervosismo".
3/n 🚨🇷🇸 #Vucic: "L'Europa è di fatto in guerra. Non c'è tolleranza. Vogliono che tutto sia come vogliono nel loro "cortile", e i #Balcani occidentali sono il loro cortile. Stanno cercando una soluzione immediata".
💣🇺🇸🇨🇳🇹🇼 1/n A partire dalla regola aurea per cui l'interesse nazionale si riconosce, non si inventa, gli USA si confermano Paese serio.
Emblematica la notizia delle ultime ore: il Pentagono starebbe pianificando una prossima visita a #Taiwan dello Speaker della Camera #McCarthy.
2/n Notizia clamorosa, dopo i fuochi d'artificio agostani e le relative tensioni con la #Cina, a conferma dell'importanza che il dossier Taipei continua a rivestire agli occhi di Washington.
Da notare la tempistica: correva l'anno 1997 quando l'ultimo speaker della Camera USA,
3/n il repubblicano Newt #Gingrich, si recò a Taiwan per manifestare la vicinanza americana all'isola bramata dal Dragone. Trascorsi, tra la sua visita e quella di Pelosi, venticinque anni. Uno appena, secondo i retroscenisti di "Punchbowl", fra la scampagnata di Pelosi e quella