🚨🇮🇹🇱🇾
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Attenzione a quanto sta accadendo in #Libia in questi minuti. Nel giorno della visita di Giorgia #Meloni a #Tripoli, decine di manifestanti prendono d'assalto la sala di controllo della Mellitah Oil & Gas, società libica che collabora con #Eni chiedendo di tagliare le
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forniture di gas all'#Italia attraverso il gasdotto #Greenstream.
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Fonti del comparto petrolifero della Mellitah Oil and Gas Complex: la pressione del #gas verso l'#Italia dal gasdotto #Greenstream è stata diminuita del 50%.
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Il dimezzamento di cui sopra è il risultato di una trattativa con i manifestanti, ancora in corso.
steadyhq.com/it/dangelodario
Ps: grazie di cuore a chi si sta informando su questo Blog. Vi ricordo che per proseguire nella mia attività è fondamentale che vi iscriviate.
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In Italia NESSUN sito o giornale parla di questa storia. Eppure in gioco c'è una cosa chiamata "interesse nazionale".
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Ricordo che proprio oggi a #Tripoli è stata siglata un'intesa fra #Eni e #Noc (National Oil Corporation) da 8 miliardi di dollari: obiettivo aumentare la produzione di gas per rifornire il mercato interno libico e garantire l'esportazione di volumi in Europa.
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Difficilissima la ricerca di informazioni su quanto accade in #Libia. In questo momento si parla di decine di persone del settore petrolifero che reclamerebbero dei posti di lavoro. Questa la versione di "The Lybia Observer".
Quale che sia la matrice di questo evento, il
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fatto che accada nel giorno in cui il governo mette a segno un "deal" di rilievo sul fronte energetico rende ancora più evidente la grande debolezza della politica estera italiana in Libia: l'assenza di uno strumento militare in grado di garantire l'interesse nazionale.
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Possiamo firmare tutti gli accordi che vogliamo, celebrarli - com'è giusto - con tutte le fanfare del caso. Ma cosa succede se un bel giorno (pessimo, per noi) il mercenario di turno decide di romperci le uova nel paniere per ben figurare agli occhi del potente di turno?

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