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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Dopo l'Inps, uno dei problemi agli inizi degli anni '90 la sanità. La situazione era degenerata, ma i partiti di governo avevano sempre esercitato sulle unità sanitarie un controllo serrato. In pratica spesa e assunzioni erano sempre state lasciate degenerare in pace.
Francesco De Lorenzo, non perdeva occasione per farsi bello sfoggiando il suo impegno per riformare il sistema sanitario. L'Italia dava i primi segni di insofferenza e disgusto. Nel nord, alle elezioni regionali, alcune forze politiche si facevano chiamare "leghe" e non partiti.
E dopo le regionali presentò il suo "libro bianco". E furono accuse precise, circostanziate. I responsabili delle Usl candidati alle elezioni che stampavano volantini a spese dell'unità sanitaria, auto e carte di credito delle Usl utilizzate in campagna elettorale
Ispettori della Tesoreria e del Tesoro compilarono anche loro un dossier sulle Usl. Da museo del crimine. Assunzioni illecite, promozioni senza merito, ricette inventate, ospedali pubblici vuoti e cliniche private piene. Assenteismo e inefficienza erano all'ordine del giorno.
In una USL acquistati in un anno 7.500 termometri al costo di 13 milioni. Poi sparivano tutti. Per non parlare della sparizione dei farmaci. D'altronde nel 1985 Cappiello procuratore della Corte dei Conti aveva scritto: i bilanci di 9 Usl su 10 sono frutto di sprechi e malaffare.
De Lorenzo denunciava le irregolarità. Quando però la magistratura cominciò a dedicarsi a lui scoprirono che si faceva dare dai produttori di medicine non miliardi (che finivano nelle casse del partito, vedi Sent. Cass. n.14 20/07/1994),ma anche quadri antichi, tappeti e gioielli
Il '90 fu un anno così. Con ministri come De Lorenzo, ma anche come Prandini, responsabile Lavori Pubblici.Che a fine luglio "impose regole più severe contro la giungla degli appalti"Così titolarono i giornali.Purtroppo il salto dai "requisiti" alla modalità non fu mai effettuato
Parliamo di appalti e mondiali di calcio. Nel 1989 erano stati stanziati per stadi e opere pubbliche 3.151 miliardi di lire. Dopo i mondiali il ministro Conte fornì il primo bilancio. Il conto era salito a 6.868 miliardi di lire. All'Anas assegnati 688, spesi 2.781 miliardi.
Conte in Parlamento tranquillizzò tutti dicendo che era tutto regolare. Vista l'urgenza avevano assegnato velocemente 757 appalti di cui 656 a "trattativa privata". Tutto regolare, che volete. Si erano svolte con asta pubblica "ben" il 2,6% del totale. (ridicoli)
Dettaglio finale: i progetti per l'inizio dei campionati erano 233, ma solo 95 erano stati realizzati. 80 avevano completamenti "marginali" dissero Conte e Prandini, 58 non erano stati realizzati. Nessuno scoppiò a ridere e Conte e Prandini continuarono ad amministrare il Paese.
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