Thread by @JohannesBuckler

Via L. Bianchi. Questa via si trova a Melara in provincia di Rovigo.
L. Bianchi?
Mettere il nome completo costava troppo? Le casse del comune erano a rischio? Va beh.

E se qualcuno volesse sapere chi è questo o questa Bianchi? Forse Luigi? Luigina? Leonardo? Laura? Lara? Landolfo? Lavinia? Magari è qualcuno che è nato a Melara? Magari è pure sepolto nel cimitero del paese?
Chi era quindi L. Bianchi?
Cominciamo col dire che L. sta per Livia.

Livia è nata a Melara il 19 luglio del 1919. Ha solo 16 anni quando sposa il suo amore. Anni dopo lui viene chiamato alle armi e spedito al fronte (cadrà prigioniero degli Alleati).
Livia rimane da solo con il figlioletto, senza marito e senza lavoro.

#MdT 1942 – Livia torna dalla sua famiglia che si trova a a San Giacomo Vercellese. Fa la bracciante nelle risaie e dopo poco tempo si trasferisce a Torino. E’ in questo periodo che conosce molti antifascisti.

#MdT 08/09/1943 – Dopo l’armistizio si unisce ai partigiani in un gruppo della 52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici". Come staffetta porta-ordini e combattente. Nome di battaglia “Franca”.

E’ la fine del 1944 quando la RSI istituisce dei centri “anti ribelli” nella zona di Menaggio facendo rastrellamenti con oltre 1400 uomini. Obiettivo, eliminare le formazioni partigiane. Livia riesce a sfuggire alla cattura con alcuni suoi compagni, rifugiandosi in una baita.

#MdT 15/01/1945 – Ormai stremati decidono di scendere a valle rifugiandosi in casa di un conoscente. Ma un partigiano li denuncia e vengono tutti arrestati dopo uno scontro armato.
E torturati. Compresa Livia. Che non parla.

Nessuno di loro parla e la loro nuova destinazione è il muro di cinta del cimitero per essere passati per le armi. Ma a Livia, in quanto donna, viene offerta la grazia. Può salvarsi e tornare a casa dai suoi cari. Può andarsene tranquillamente. Nessuno le farà del male.

Lei non ha dubbi. Non esita neppure per un attimo. Non può lasciare i suoi compagni. Non può rinnegare le sue idee. E i suoi ideali. Impossibile. Non è giusto.
E’ il 21 gennaio 1945. Lei ha solo 26 anni. Viene fucilata sul posto con tutti i suoi compagni.

Livia Bianchi, nelle sue zone dove è nata e riposa, non è mai stata molto amata dalla gente del luogo. Niente di personale. Per molti compaesani di quei tempi, le donne partigiane non avevano una vera fede antifascista.

“Motivi carnali”, dicevano. E poi ci sono molte testimonianze su queste grandi donne partigiane e le loro difficoltà.
Difficoltà nella loro voglia di emancipazione e libertà. Libertà che destabilizzava la “famiglia tradizionale” mettendola in discussione con il loro esempio.

Se nelle sue zone quindi è poco ricordata, diverso il ricordo in altre zone. In Piemonte, per esempio, dove si era trasferita e dove ha una via dedicata con nome e cognome. Completo.
O in Lombardia, regione in cui combattè e morì.
E dove viene ricordata ogni anno.