Thread by @GiovanniFanfoni

Questa non è una favola.
"La principessa Sheikha Latifa non era mai uscita da Dubai, il luccicante emirato retto da suo padre. Le richieste di viaggiare o studiare all'estero erano state negate, il passaporto sequestrato, gli amici tenuti lontano da lei" nytimes.com/2019/02/10/wor…

L'anno scorso, "a 32 anni, Sheikha Latifa sparì sfuggendo al suo guardiano maschio: Non c'è giustizia in questo paese - disse in un video registrato di nascosto - Specialmente se sei una donna, la tua vita non vale nulla"

"Perciò i suoi amici si preoccuparono quando lessero un messaggio di WhatsApp in cui diceva di aver lasciato Dubai per un posto migliore: Ora sono libera - rispose alle richieste di chiarimenti, aggiungendo l'emoticon di un cuore"

"La fuga di Sheikha Latifa, pianificata da anni assieme all'insegnante finlandese di capoeira e a una sedicente ex spia francese, avvenne nel marzo 2018 e durò solo per pochi giorni di navigazione nell'Oceano Indiano, su uno yacht diretto verso gli USA "

"Nessuno ebbe più notizie di Latifa, finché nel dicembre 2018 la famiglia pubblicò delle foto, dicendo che stava bene e che era sopravvissuta a un rapimento. Ma il suo video ricorda a tutti noi quanto siano oppresse le donne nel Medio Oriente e quanto costi violarne le regole"

Latifa sognava di ottenere asilo politico negli USA: "Non riesco a immaginare la gioia di alzarmi al mattino e riuscire a pensare - Oggi posso fare quel che voglio - Sarebbe una sensazione così nuova. Sarà meraviglioso!" diceva nel video inviato prima della fuga (forse un errore)

Già, perché preannunciare la fuga? "Temendo per la propria incolumità, Latifa registrò il video nel caso in cui il piano fosse fallito: Non mi prenderanno viva e se non sopravviverò, almeno ci sarà questo filmato" a testimonianza della sua volontà di fuggire #FreeLatifa

"Sheikha Latifa cominciò a subire uno stretto controllo dai 14 anni, quando la sorella maggiore, Shamsa, durante un viaggio turistico si rifugiò in Inghilterra, dove il padre, Sheikh Mohammed bin Rashid al-Maktoum, primo ministro degli UAE, possiede molti immobili"

"I giornali dell'epoca raccontano che gli emissari dello sceicco, dopo aver rintracciato Shamsa a Cambridge, l'abbiano sequestrata caricandola su un'auto. Quando Scotland Yard avviò le indagini, Dubai rifiutò ogni collaborazione e il caso finì con l'essere archiviato"

"Sheikha Latifa, che era molto legata alla sorella, disse che a seguito del tentativo di fuga Shamsa veniva regolarmente drogata per garantirne la docilità: Da allora è come se vivesse sempre con una gabbia addosso"

"Inorridita dalla sorte di Shamsa, Latifa provò a fuggire in Oman, ma fu catturata e reclusa in casa per 3 anni. Il diritto famigliare degli Emirati consente di punire le donne disobbedienti, così Latifa venne picchiata più volte, svegliandola d'improvviso": una forma di tortura.

L'articolo prosegue descrivendo la prigione dorata di Latifa: un palazzo di 40 stanze circondato da alte mura, con 100 servitori e una cameriera che aveva l'ordine di seguirla ovunque. Le fu proibita l'Università, ma concesso di praticare sport, purché all'interno del palazzo.

Equitazione, immersioni subacquee, capoeira e persino il paracadutismo erano concessi a Latifa, che non poteva viaggiare, neanche nella vicina Abu Dhabi. "Amava paracadutarsi " dice la sua istruttrice "perché poteva provare la sensazione della libertà, almeno nel cielo"

Latifa sognava di aprire una scuola di paracadutismo per donne negli Emirati Arabi e, dopo essere diventata vegetariana e appassionata di wellness, d'investire in Europa in un centro per lo yoga e l'alimentazione fruttariana.

Dopodiché l'articolo racconta come Latifa abbia assoldato una guardia del corpo francese e l'insegnante di capoeira per organizzare la fuga. Una volta libera, pensava di fondare un'organizzazione per aiutare altre donne nelle sue condizioni, a cominciare dalla sorella Shamsa.

Pochi giorni dopo la fuga, il 4 marzo 2018, lo yacht di Latifa subì l'assalto di un'imbarcazione con equipaggio misto dell'India e degli Emirati. Dopo essere stati immobilizzati e picchiati per ore, i complici furono arrestati e Latifa fu prelevata da un emissario dello sceicco.

Dopo la messa in onda del documentario della BBC sulla scomparsa di Latifa, il 6 dicembre 2018, gli Emirati Arabi risposero piccati che la ragazza stava bene e rifiutarono ogni richiesta di dettagli, a maggior ragione di rilasciare interviste

Il 24 dicembre 2018 gli Emirati diffusero la prima foto di Latifa dopo la sua scomparsa, a pranzo con Mary Robinson, ex presidente dell'Irlanda ed ex commissaria ONU per i diritti umani, che confermò la loro versione. Un capolavoro d'ipocrisia che solo i soldi possono comprare.

Mary Robinson infatti disse che "Latifa era al sicuro con la sua famiglia, dove stava ricevendo cure psichiatriche; perché era una ragazza [ormai di 33 anni!] molto problematica, con uno stato di salute mentale precario". Per fortuna è stata commissaria ONU per i diritti umani!

Subissata dalle critiche degli amici di Latifa e degli avvocati per i diritti umani che seguono il suo caso, Mary Robinson si difese dicendo che la figlia dello sceicco appariva davvero mentalmente fragile nytimes.com/2018/12/28/wor… Forse è così, dopo mesi di psicofarmaci e torture

Ora è tornato il silenzio su Sheika Latifa, ma lei non avrebbe dubbi su quanto sta accadendo: "Se state guardando questo video, significa che sono morta o che mi trovo in guai seri" #FreeLatifa #BoycottDubai #FreeFromHijab