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L'inchiesta #7aprile 1979 offre l'esempio più conosciuto di #statodeccezione nell'Italia degli #anni70. Tutti sanno in cosa consisté il #teoremaCalogero, l'attribuzione ai leader dell'autonomia operaia veneta del ruolo di direzione strategica delle Brigate rosse (con Negri >>
>> individuato quale telefonista nell'ambito del delitto Moro). Ipotesi giudiziaria uscita largamente smentita dalle aule di giustizia. Interessante è però vedere come Calogero giunga a mettere su un'inchiesta di tale portata, per capire come certa magistratura agì da braccio >>
>> dello stato nella repressione dei movimenti politico-sociali di quegli anni. Un primo strumento inedito è quello del coordinamento fra procure (i pool, che diventeranno famosi negli anni 90), che superano nella pratica certa rigidità del tradizionale assetto ordinamentale e >>
>> riescono a centralizzare le informazioni in loro possesso. L'utilizzo del reato di banda armata (art. 306 c.p.), immaginato per il contrasto del fenomeno del brigantaggio nell’Italia postunitaria, costituisce anch'esso una forzatura - già compiuta peraltro dai giudici del >>
>> processo di Torino contro le Br. Vengono legittimate, inoltre, la pratica dello stralcio dei capi d'imputazione per reati specifici dalla vicenda processuale complessiva (per ottenere condanne con rito direttissimo da utilizzare come elementi a sostegno dell’accusa >>
>> principale) e quella contestatissima dei “mandati a grappolo”, consistente nella sovrapposizione di nuovi mandati di cattura a quelli precedenti, rivelatisi inconsistenti, al fine di prorogare indefinitamente i termini della custodia preventiva. Alla base di tutto, la >>
>> «rivoluzione “copernicana” del metodo investigativo» che Calogero ritiene di aver attuato nell’impostazione dell’inchiesta “7 aprile”, il cui epicentro risiede «nel documento, considerato come identikit di struttura organizzativa e di ruolo dirigente». Lo storico Portelli >>
>> ha scritto pagine importanti sullo schiacciamento del rito accusatorio proprio della fase dibattimentale su quello inquisitorio della fase istruttoria determinato da questo "feticismo del documento", per il quale il rinvenimento di un comunicato, di un'analisi scritta, di >>
>> un proclama diviene prova ben più schiacciante di quello di un'arma. Lo stesso Toni Negri ebbe a lamentarsi di «questa maledetta simulazione che compare nei nostri documenti» e «determina una ridondanza impropria». È chiaro che scrivere una cosa non equivale a commetterla, >>
>> ma Calogero ignorava a bella posta l'adagio che recita "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". Tutto ciò per dire che - anche quando alcune condotte illecite sono provate - disquisire con fare giustizialista degli anni 70 significa rimuovere il ruolo attivo giocato >>
>> dagli attori istituzionali (organi ministeriali, forze dell'ordine, magistratura, ecc.) nel torcere lo stato di diritto (borghese) al raggiungimento dei loro fini. E certe "innovazioni" teoriche e pratiche giungono fino a oggi direttamente da allora #memoria #SostieniLArchivio
