Ariana.
Oggi è un giorno di maggio del 1943.
Mi sono svegliata facendo le solite cose.
Un giorno come un altro. Almeno, lo doveva essere.
Mi sbagliavo. Non fu proprio un giorno come un altro.
Per niente.
Otis con un forte mal d’orecchio.
I gemelli stavano bene, ma si alzavano sempre con gran fatica.
E poi la piccola Adalia, di tre anni, il mio scricciolo, il mio angioletto.
E poi c’era lui, mio marito Johann.
Perché mi dicevano questo? Lui era di etnia rom.
O meglio. Zingari, come preferivano chiamarli i tedeschi.
Si erano ricreduti dopo che era entrato nella Filarmonica di Berlino.
Arrivata al pianerottolo del secondo piano sentii un rumore di stivali salire le scale. Molti stivali.
Ebbi un tuffo al cuore. Cominciò a mancarmi l’aria.
“Frau Hannemann, temo che debba accompagnarci di nuovo al suo appartamento”.
Johann spalancò la porta e ci fece entrare.
“Lei è Johann Hanstein?”, chiese il sergente. “Sì, Herr Polizist”, rispose mio marito.
“Per ordine del Heinrich Himmler, tutti i sinti e i rom del Reich devono essere internati in campi speciali”
O feci finta di non averla sentita. E andai con loro.
Provate ad immaginarvi una madre che carica i suoi 5 bambini su un carro bestiame. Fatto?
Non è finita. Ora provate ad immaginare 3 giorni di viaggio senza mangiare tra puzza di vomito, urina e feci.
Ecco.
“In un campeggio come quelli in cui ti mandavo da piccolo in estate. Te lo ricordi?”, gli avevo risposto.
“Possiamo portarci la palla? Anche i pattini e qualche gioco?”
Cosa potevo dire loro.
Ditemi. Che cosa?
E' la notte tra il 2 e 3 agosto del 1944.
Quello che fece uccidere 1.500 prigionieri (malati di tifo) in una mattinata perché disse: “La Germania sta mantenendo migliaia di persone che non appartengono alla razza ariana, ma non può farlo gratis, né per rispetto di assurdi principi umanitari”.
Già, assurdi.
Mio marito e miei cinque figli hanno commesso un crimine atroce per i nazisti.
Sono nati rom. E questo ha decretato la loro e la mia morte.
Ora provate a rispondere a questa domanda: “Come è possibile essere considerati criminali per nascita?”
Circa 21.000 esseri umani. 9.500 i bambini al di sotto dei 14 anni.
380 quelli che nacquero nel Campo.
Un prigioniero polacco Tadeusz Joachimowski (matricola 3720), salvò il libromastro dello Zigeunerlager.