Quando si presentò al suo cospetto uno strano uomo con una giacca tutta colorata.
“Sono un disinfestatore di ratti” disse.
"Datemi una somma di denaro e io vi libererò dai ratti".
Tentar non nuoce, pensò.
Si accordò sulla somma di denaro e gli affidò l’incarico.
L’uomo uscì dal municipio, si incamminò verso una fontana, estrasse un flauto e iniziò a suonare una melodia.
Il pifferaio se ne andò maledicendo la città.
Ma ritornò qualche giorno dopo.
Una bambinaia, che aveva visto ogni cosa, andò a raccontare l’accaduto in città.
I genitori, col cuore infranto, corsero sino alle porte di Hameln in cerca dei loro figli.
Niente. I bambini erano scomparsi nel nulla. Centotrenta per la precisione.
Ma non tutti i bambini. Tre di loro si erano salvati.
Uno perché era cieco. Aveva raggiunto tardi il pifferaio, ma non poteva mostrare il luogo.
L’altro era muto. Era arrivato tardi, ma non poteva raccontare dove erano andati i bambini.
Il terzo era arrivato dal pifferaio in camicia
Una volta ritornato sul luogo i bambini erano già scomparsi.
E qui finisce la storia del pifferaio magico. La storia di 130 bambini scomparsi da una cittadina amministrata da un sindaco taccagno e imbroglione.
Forse bambini costretti a lasciare la città per una nuova Crociata dei Fanciulli.
Oppure i bambini furono protagonisti di una migrazione di massa verso l’Est Europa o vittime di un incidente.Forse annegati nel fiume Weser
Ma, come sempre accade, anche questa fiaba ha una sua morale.
Quella di stare lontani dai pifferai magici.
O nel caso pagarli.
Magari con titoli di Stato di piccolo taglio.
Ricordando, comunque, che tutto nasce da una leggenda.