Thread by @GiovanniFanfoni

Alcune persone che stimo consigliano vivamente la lettura dell'ultima fatica di un ottimo autore: Michael Pollan, Come cambiare la tua mente adelphi.it/libro/97888459… in cui racconta con entusiasmo delle esperienze (sue e di molti altri) vissute con l'LSD iltascabile.com/scienze/terapi…

L'utilità terapeutica degli stupefacenti è nota e sfruttata da tempo, per cui nulla da eccepire, mentre resto perplesso sull'esaltazione dell'esperienza psichedelica in quanto superamento dei confini della coscienza, fino a "fondersi con la natura o qualche idea di divinità"

Neanche l'esaltazione degli stupefacenti per "allargare la coscienza" è una novità (Artaud scrisse del peyote nel 1937, Huxley della mescalina nel 1954 e negli stessi anni Leary dell'LSD) e sappiamo (allarmati dallo stesso Pollan) come andò a finire per migliaia di persone.

Al di là dei rischi, inoltre, non capisco come si possa perdere coscienza di sé e al contempo ricordare tale perdita per alimentare poi la creatività: se si tratta di una forma parziale d'incoscienza, non è così rivoluzionaria; se è totale, si esaurisce nel proprio svolgimento.

Neanche capisco come non ci si possa sentire parte dell'universo intero usando il ragionamento (es. leggendo Bruno e Spinoza) anziché rinunciare a esso (peraltro spesso basta molto meno es. passeggiare in un bosco), per di più correndo i già evocati rischi per la propria salute.

Il corpo umano possiede già dei meccanismi di gratificazione molto efficaci che si basano sul rilascio di dopamina e sono connessi ad attività innocue e piacevoli es. fare l'amore, saziarsi, ascoltare la musica, sentirsi apprezzati, risolvere un problema. Non basta?

C'è dell'autobiografia? Pollan è 64enne e dice: "Le sostanze psichedeliche sono sprecate nei giovani. Questo perché sembrano avere un valore particolare più tardi nella vita, quando abbiamo sviluppato abitudini di pensiero e comportamento che ci rendono noiosi, annoiati e chiusi"

Chissà cosa penserebbe Pollan delle conclusioni sugli stupefacenti tratte da uno scrittore 30enne dopo ripetute esperienze con l'hashish e pubblicate in una raccolta di saggi intitolata "I paradisi artificiali" (C.Baudelaire)? books.google.it/books/about/Pa…

"All'inizio ho parlato di questo meraviglioso stato, in cui a volte la mente umana si trova gettata come per una grazia speciale; ho detto che aspirando senza posa a innalzarsi verso l'infinito, ha mostrato, in ogni tempo e luogo, un gusto frenetico per tutte le sostanze...

[sostanze] anche pericolose, che esaltando la sua personalità, potevano suscitare per qualche istante, davanti al suo sguardo, questo paradiso a buon mercato, oggetto di ogni suo desiderio, e infine che questa mente temeraria, che spinge, senza saperlo, fino all'inferno...

[questa mente] testimoniava pure la sua originaria grandezza.
Tuttavia, l'uomo non è così derelitto, così privo di mezzi onesti per conquistarsi il cielo, da sentirsi obbligato a invocare la farmaceutica e la stregoneria; non ha bisogno di vendere l'anima...

Questi sfortunati chiedono alla nera magia i mezzi per elevarsi, di colpo, all'esistenza soprannaturale. La magia li inganna e accende per loro una falsa felicità; mentre noi, poeti e filosofi, abbiamo fatto rinascere la nostra anima col lavoro incessante e la contemplazione"