La destra italiana ama molto presentarsi con frasi come “noi facciamo proposte, gli altri pensano solo a come ostacolarci”; “noi siamo l’Italia che sorride e che ama”. Ma se uno legge ciò che scrivono i suoi elettori su forum, blog, social vede subito una realtà diversa. (1—>2)
(—>) Sottovalutare il quadro mentale in cui vivono queste persone è un grosso errore. Emerge con evidenza una sindrome da “assedio”, accuratamente costruita e sostenuta da una propaganda martellante che punta tutto sulla paura e sul vittimismo (2—>3)
(—>) “Ci vogliono togliere questo”, “ci stanno togliendo quest’altro”, “ci vogliono impedire di fare questo”, “ci vogliono costringe a fare quest’altro”, “ci vogliono sottomettere / derubare / distruggere / aggredire / sostituire”. Il 90% degli interventi (3—>4)
(—>) ruota attorno a questa ossessione: una nebulosa di nemici che tramano incessantemente per “toglierci” qualcosa, ci “danneggiano” in modo subdolo, ci vogliono “far sparire”, etc. Un approccio di questo genere alla vita, alla politica, al lavoro, agli altri (4—>5)
(—>) rende ovviamente cupi, arrabbiati, minacciati, fa sentire sempre tutto come un’ingiustizia ordita ai nostri danni da “forze maligne” che vengono additate nell’avversario politico, nello straniero, nell’immigrato. (5—>6)
(—>) Se non riesce a “resettare” questa cornice interpretativa, la sinistra non può risalire la china. Perché una popolazione convinta di essere perseguitata, svilita e offesa è il terreno di coltura perfetto per la destra nazionalista e isolazionista.
