La proposta di Trump per la pace tra israeliani e palestinesi non è un compromesso, ma il sogno bagnato della destra nazionalista israeliana.
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C’era da aspettarselo, del resto. L’amministrazione Trump ha legami saldissimi con la destra israeliana di governo. Del resto fra identitari e super-falchi sulla questione iraniana ci si intende bene.
Cosa otterrebbe Israele, secondo la proposta Trump? Tutto quello che chiede da anni la destra religiosa e nazionalista. ilpost.it/2020/01/28/pro…
L’annessione della stragrande maggioranza delle colonie. Il controllo totale della Città Vecchia di Gerusalemme. Gran parte dell’Area C della Cisgiordania, ricca di materie prime e terreni fertili (già oggi controllata da Israele dal punto di vista civile e militare).
Lo sbilanciamento a favore degli israeliani sta anche nelle cose che *non* otterrebbero i palestinesi: uno stato territorialmente integro, un esercito, e gran parte dei territori che la comunità internazionale gli riconosce da tempo.
Ai palestinesi verrebbero concessi un paio di contentini, fra cui un tunnel che collegherebbe la Striscia di Gaza alla Cisgiordania, alcuni territori al confine con l’Egitto, e la vaga promessa di ulteriori aiuti internazionali.
Stop.
Stop.
Due immagini eloquenti. Quella a sinistra è la mappa dei cosiddetti confini del 1967, la base di tutti i negoziati precedenti. Quella a destra mostra la proposta di Trump. 
Se vi sembra simile ad altre mappe che vi sono passate davanti, avete ragione: rispecchia in buona parte lo status quo degli ultimi anni, in cui le colonie hanno reso un groviera i territori che in teoria spettano ai palestinesi.
Era esattamente l’obiettivo a lungo termine degli ultimi governi israeliani, cioè di Netanyahu: rendere le colonie così pervasive e popolate da non poterle ignorare in sede di negoziato. Oggi ci vivono circa 400mila persone. 972mag.com/netanyahus-sta…
In più, il governo di Netanyahu pretende che tutte queste siano le *condizioni di partenza* per un negoziato. Capite bene che non esistono margini per una trattativa, come i palestinesi fanno notare da tempo.
Risolvere la contesa territoriale più complessa al mondo non è affatto semplice e nessuno ha soluzioni pronte in tasca. Ma qui siamo a un livello di faziosità altissimo.
E adesso? Ci sono pochissime possibilità che questo piano venga applicato a breve, soprattutto perché la carriera politica di Netanyahu è agli sgoccioli. ilpost.it/2019/11/21/net…
Questo non significa che verrà accantonato. Se i pianeti si allineeranno di nuovo - se cioè Trump otterrà un secondo mandato e Israele avrà un altro governo di destra-destra, due cose tutto sommato plausibili - aspettiamoci una applicazione almeno parziale.
Anche perché la questione palestinese è ormai scesa di molto nella gerarchia delle priorità della comunità internazionale e dei paesi della regione.
(fine)
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