Storie di partigiani, per non dimenticare. (8)
Questa è l’unica foto di me, e sono talmente piccolo che neanche mio fratello è sicuro che sia io.
Sono passati tanti anni da quando giocavamo assieme a Mogilev-Podolskij, in Ucraina.
Questa è l’unica foto di me, e sono talmente piccolo che neanche mio fratello è sicuro che sia io.
Sono passati tanti anni da quando giocavamo assieme a Mogilev-Podolskij, in Ucraina.
Crescendo avevo visto mia madre Tatiana umiliata e percossa dagli occupanti Tedeschi e Romeni, e guardavo con ammirazione mio fratello Georghij Ufficiale dell’Armata Rossa. Cominciai ad aderire a piccoli gruppi giovanili di resistenza filo sovietica e così finii imprigionato.
Fui poi deportato in Italia. I tedeschi mi misero nella “Compagnia Tods” a San Giovanni Valdarno, in una fabbrica. Avevo 19 anni, un fisico forte ed uno spirito ribelle. Alla fine entrai in contatto con gli aderenti alla Resistenza. In Italia più di 5.000 russi ne facemmo parte.
Riuscii ad evadere dalla fabbrica e andai nella Compagnia Partigiana Chiatti, branchia della Brigata Sinigaglia attiva nei monti Fiorentini e Valdarnesi in quell’estate del 1944.
La comunità della valle mi aveva adottato, avevo anche conosciuto una ragazza, ci eravamo praticamente fidanzati, la madre di lei aveva paura che andassi nei monti.
Io portavo sempre con me la sua foto.
Io portavo sempre con me la sua foto.
Il 4 Luglio del ‘44 ci furono gli eccidi nelle frazioni attorno a Cavriglia, che portarono via 191 anime innocenti: i tedeschi avevano rastrellato la popolazione e ne avevano fucilati tanti. I superstiti si erano ritirati sui monti con noi. Vedove e orfani.
I tedeschi l’8 di Luglio completarono un accerchiamento improvviso del monte dove ci eravamo riparati con il gruppo degli sfollati, poco sopra la località Secciano. Per garantire loro la fuga io e alcuni altri non siamo scappati, abbiamo lottato fino alla fine.
Mi trovarono il giorno dopo. Il mio mitragliatore era completamente scarico, ero riuscito a sparare fino all’ultima pallottola. Di me resta ancora viva la memoria a Cavriglia e persino nel mio paese Natale, in Ucraina. Il mio nome è Nikolaj Bojanov.
Se volete conoscere i miei amici italiani, mio nipote e mio fratello c’è un bellissimo documentario con la mia storia. C’è anche Nilde Iotti per la festa in cui mi hanno dato la Medaglia d’oro alla Memoria. Ed il coro dei bambini russi venuti apposta.
medium.com/@JulianCarax/n…
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