C’era una volta una città chiamata Utopia. Una città in grave crisi economica. E quando c’è una crisi i politici devono trovare un capro espiatorio.
Infatti oggi è un giorno particolare. Il Parlamento ha promulgato un editto per scacciare gli ebrei dalla città.
Infatti oggi è un giorno particolare. Il Parlamento ha promulgato un editto per scacciare gli ebrei dalla città.
Va beh, in realtà la città è Vienna. Aizzata dai politici, la popolazione ha aderito entusiasta al piano di epurazione. Una volta “ripulita dai giudei” la città potrà rinascere a miglior vita, dicono.
Ma ecco sorgere i primi dubbi. Pur nella drammaticità dei fatti. Situazioni assurde e malintesi: ogni buon viennese annovera nella propria genealogia un qualche antenato di origine ebraica. Quindi? Chi può restare? Chi deve andare?
Ministri che hanno un trisnonno ebreo, giornalisti cristiani con genitori dalle origini dubbi. Le espulsioni però proseguono.Via tutti e Vienna ritornerà agli antichi splendori. Ma una volta espulsi gli ebrei, tutto precipita. Le banche, le industrie, i teatri e boutique chiudono
Spariscono sarti, medici, avvocati, scrittori, giornalisti e artisti. Tutto entra immediatamente in crisi. Molti caffè chiudono, e le vivaci ragazze viennesi rimpiangono i loro audaci e fantasiosi corteggiatori ebrei.
Vienna piomba gradualmente in una mortale noia, e nel profondo dei loro cuori i viennesi rimpiangono la loro bella città fiorente, allegra e lussuosa di prima “anche se con una leggera sfumatura orientale”.
Come va a finire questa storia?
Come va a finire questa storia?
Che i viennesi vogliono il ritorno degli ebrei. Finisce così con il loro ritorno. E' in una festosa ed entusiasta cornice di riconciliazione che si chiude questa storia. L’abbraccio fra il sindaco e il primo ebreo che ritorna in città dopo il forzato esilio.
“Il bel municipio era di nuovo illuminato, sembrava di nuovo una fiaccola ardente…fanfare, trombe. Il Borgomastro di Vienna, signor Laberl, uscì sul balcone, sospinse in avanti un braccio benedicente e tenne un’allocuzione che cominciava con le parole: "Mio caro ebreo..."
In realtà la storia che vi ho raccontato è la trama di un film “La città senza ebrei”. Un film muto realizzato da Hans Karl Breslauer nel 1924, quando in Austria l’antisemitismo era in forte ascesa. Stiamo parlando del 1924.
E il film era tratto da un libro, dallo stesso titolo, dello scrittore austriaco Hugo Bettauer. Uno dei libri più letti in Austria negli anni ’20.
Con i toni grotteschi della satira, Bettauer anticipò quello che realmente sarebbe accaduto pochi anni da lì a venire.
Con i toni grotteschi della satira, Bettauer anticipò quello che realmente sarebbe accaduto pochi anni da lì a venire.
Bettauer, l’autore, pagò per il successo di quel libro. La destra decise di reagire e Bettauer venne ucciso il 26 marzo del 1925 da un nazista al termine di una campagna di odio nei suoi confronti.
L’assassino se la cavò con una sentenza lieve.
L’assassino se la cavò con una sentenza lieve.
Il film scomparve all’arrivo del sonoro. Venne trovato uno spezzone danneggiato nel 1991. Nel 2015 in un mercatino delle pulci è stato trovato l'intero film. Grazie ad una campagna di crowdfunding la pellicola è stata restaurata. Acquisita dalla Cineteca Nazionale austriaca.
Hugo Bettauer aveva visto in quel periodo i veleni del razzismo, dell’intolleranza e della discriminazione. Aveva capito tutto. Tranne il finale. Lui aveva scelto di far vincere il Bene sul male.
Non aveva previsto che quando questi veleni continuano a serpeggiare indisturbati…
Non aveva previsto che quando questi veleni continuano a serpeggiare indisturbati…
