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Storie di partigiani, per non dimenticare. (6)

È il 12 settembre del ‘43 ed il colonnello tedesco Scholl, comandante assoluto a Napoli, affigge un proclama in cui impone lo stato d'assedio, il coprifuoco e la consegna delle armi. Quasi nessuno si era presentato ad una chiamata.
I nazisti cominciano così un’opera di distruzione: saccheggiano, distruggono, incendiano edifici ed anche l’università. La popolazione viene rastrellata per le strade, ovunque si assiste ad esecuzioni, 14 carabinieri vengono fucilati perché resistevano nel Palazzo delle Poste.
È la distruzione metodica della città, che secondo gli ordini di Hitler avrebbe dovuto essere ridotta “in fango e cenere”.
Napoli, priva di cibo e d'acqua, distrutta, con la gente spinta verso il porto: in 24 ore, dal 23 al 24 settembre, oltre 200.000 persone persero la casa.
La notte tra il 27 e il 28 settembre la popolazione reagì spontanea: le donne in cerca di viveri e d'indumenti, gli uomini in cerca d'armi e munizioni.
E all'alba del 28 settembre scoppiò la rivolta, al Vomero e da Chiaia a piazza Nazionale, in decine di punti diversi.
È la giornata dei combattimenti popolari contro i tedeschi, ed in mezzo a tanti giovinetti c’ero anch’io, Pasquale Formisano.
Dico ai miei che voglio andare a combattere e, malgrado le preghiere dei miei, mi lancio per le strade di Napoli con gli altri patrioti.
In una via del centro un automezzo tedesco sta bruciando, c’è pieno di macerie e di corpi dappertutto. Trovo due bombe a mano e mi carico in spalla un fucile mitragliatore.
Pesa, ma non importa.
Ora sono anch’io un combattente!
Ora però arrivano le autoblinde che dalle feritoie sparano all'impazzata in tutte le direzioni. Per fermarle mi lancio contro il primo automezzo e getto la prima bomba a mano.
Prima di gettare la seconda bomba una raffica di mitragliatrice mi falcia.
Muoio così, a 17 anni.
Il 27-28-29-30 di Settembre passeranno alla storia come “La rivolta di Napoli”. Alla fine il comando tedesco chiede di trattare la resa con bandiera bianca. Scholl aveva creduto di dominare la città, ora chiede salva la vita per i suoi soldati a un gruppo di «straccioni» ribelli.
Il Iº bilancio: caduti 152 combattenti, 140 civili, 162 feriti, 19 caduti ignoti. L'elenco delle perdite continua a salire anche dopo la liberazione. Il 7 ottobre il palazzo delle Poste saltò in aria per le mine lasciate dai tedeschi, persero la vita molti cittadini.
Napoli. ❤️
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