Un tema che è già stato trattato da molti, più competenti e aggiornati di me, ma nelle cui trattazioni vedo sempre mancare l'ultimo passaggio (se poi mi è solo sfuggito, meglio. Talvolta è bello avere torto).
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È un problema globale, non italiano.
Ci solo scuole e insegnanti che erano più preparati digitalmente e quelli che lo erano meno, ma il problema vero è un altro
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In questo momento gli alunni sono a casa.
Nei casi migliori a seguire lezioni telematiche e a lavorare online con insegnanti e compagni.
Nei casi peggiori affidati a sé e alle capacità e volontà dei genitori.
E questo è noto.
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I genitori non sono in grado di aiutarlo a sufficienza oppure gli mancano i mezzi tecnologici adeguati.
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È vero che ormai uno smartphone lo hanno tutti. Ma per le lezioni telematiche non basta.
In tutto il mondo si parla da lustri della digitalizzazione della scuola. Ma sempre presupponendo presenza in classe.
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Poco (o nulla) si è fatto per permettere a tutti gli alunni di avere le stesse possibilità (o almeno simili) anche da casa.
Eppure, anche senza pandemia, si poteva immaginare un aumento del remoto.
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Ma ho notato che spesso l'analisi finisce con la considerazione che al ritorno in classe il gap di cui parlavamo sarà aumentato.
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A quel punto la scuola avrà purtroppo solo due possibilità.
1) Rallentare chi è avanti per far recuperare chi è indietro.
2) Abbandonare chi è indietro per non danneggiare chi è avanti.
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Perché?
Nel caso 1) ti costruisci una generazione di mediocri, indipendentemente da intelligenza e provenienza.
Nel caso 2) perdi per strada potenziali eccellenze e costruisci una bomba sociale.
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Non sono vite in un letto in terapia intensiva ma sono vite che, se fatte fallire, possono portare in terapia intensiva il paese.
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pensieri-eretici.blogspot.com/2020/03/covid-…
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