La Dea della Democrazia (o "Dea della Libertà), opera degli studenti dell'Accademia Centrale delle Belle Arti di Pechino, rimase in piedi meno di una settimana: venne svelata dai manifestanti il 30 maggio e fu abbattuta e distrutta dai militari il #4giugno 1989.
Cronologia degli eventi che portarono alla sanguinosa repressione dei manifestanti a Pechino in #Cina il #4giugno 1989.
Lavoratori arrivati a Piazza #Tienanmen per manifestare la loro solidarietà agli studenti, il 18 maggio 1989.
Foto Catherine Henriette / AFP
Le prime pagine del @TIME nel fatidico maggio-giugno 1989, caratterizzato da proteste pro-democrazia in diversi Paesi autoritari, tra cui la #Cina, dove il regime rispose alla domanda di cambiamento con i carri armati. #TienanmenSquare#TienanmenMassacre
A #Bangkok um gruppo di giovani attivisti democratici ha regalato all'ambasciata cinese una confezione di "biscotti piazza #Tiananmen 1989" con la forma del Rivoltoso Sconosciuto e la foto di Winnie the Pooh sulla confezione. Poi hanno distribuito altri 89 biscotti in piazza.
L’esercito cinese inizia a sparare alla gente alle 10 di sera del 3 giugno 1989 all’incrocio tra Wukesong e Viale Chang’an, a 10 km da Piazza #Tiananmen. Usano proiettili Dum-dum, quelli che si espandono all’interno del corpo del bersarglio, aumentando la gravità delle ferite.
La prima vittima confermata è il 32enne Song Xiaoming, un tecnico aerospaziale.
Alle 4 del mattino le luci a piazza #Tiananmen improvvisamente si spengono. L’altoparlante annuncia: “Lo sgombero inizia ora, in accordo con la richiesta degli studenti”. Una bugia. Gli studenti, che non avevano mai richiesto lo sgombero. E rispondono cantando l’Internazionale.
La mattina del 5 giugno sul viale Changan, nei pressi di Piazza #Tiananmen, il Rivoltoso Sconosciuto #王維林 blocca una fila di carri armati. Diventerà il simbolo della rivolta. Ancora oggi non si conosce con certezza né il suo nome né che fine abbia fatto.
Tiene in mano una busta e una giacca. I carri armati provano a girargli intorno ma lui, spostandosi, continua a bloccarli. Poi si arrampica sulla torretta del primo carro armato per parlare col guidatore. Infine arrivano altre persone che lo portano via.
«CONDANNA TOTALE» del PCI al regime cinese che sta massacrando i manifestanti a Piazza #Tiananmen.
Occhetto: «Noi siamo dalla parte dei giovani e dei lavoratori che... hanno manifestato per rivendicare democrazia, libertà e moralità della vita pubblica».
Manifestazione a #Roma contro il massacro dei manifestanti pro-democrazia di Piazza #Tiananmen: il corteo attraversa la città per portare fiori davanti all'ambasciata cinese.
Mentre i manifestanti pro-democrazia vengono massacrati a Piazza #Tiananmen, sulle colonne de L'Unità la storica e sinologa Enrica Collotti Pischel avanza l'ipotesi che il regime di Pechino sia (diventato) fascista.
• • •
Missing some Tweet in this thread? You can try to
force a refresh
➕➕➕ In un discorso alla nazione trasmesso in diretta TV, #Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale con il richiamo di 300.000 militari riservisti, cioè uomini che hanno già servito nell'esercito. Sono esclusi, per il momento, i militari di leva.
Matematica russa: secondo il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu: l'Ucraina ha perso "circa 100.000 soldati", la #Russia ha perso "5.937 soldati", quindi la Russia deve mobilitare altri 300.000 soldati. 🤔
I saluti a mogli e figli in lacrime prima di andare a fare la guerra: questi uomini della città siberiana di Nerjungri saranno mandati combattere per Putin in #Ucraina, a circa 7.800 km da casa loro.
Yura, 14 anni, di #Bucha, dice che mentre andava in bicicletta col padre a ritirare gli aiuti umanitari un soldato russo gli ha sparato. Il padre è morto, lui è vivo per miracolo.
In un canale statale russo gli esperti discutono su come invadere al meglio la Polonia nord-orientale, tutti e 3 gli Stati baltici e l'isola svedese di Gotland, che si trova in un luogo strategico nel Mar Baltico.
Gli esperti della TV di stato russa propongono IMPICCAGIONI PUBBLICHE in #Ucraina una volta occupata definitivamente della #Russia. (Le regioni separatiste di Donetsk e Luhansk hanno reintrodotto la pena di morte nel 2014).
«L'abbiamo bastonato di brutto», dicono gli agenti alla centrale dopo aver picchiato Federico Aldrovandi con violenza tale da spezzare 2 manganelli.
5 ore dopo l'omicidio, i genitori Lino e Patrizia vengono informati che il figlio è morto «di overdose».
Ma alla vista del corpo del figlio, che tra le altre cose presenta 54 ferite e ha uno scroto distrutto, gli #Aldrovandi intuiscono che ad uccidere l'adolescente non sia stata né la droga né un malore, ma un brutale, interminabile pestaggio.
Il magistrato Rosario Livatino, 37 anni, viene assassinato mentre si recava, senza scorta, al tribunale di #Agrigento, per mano di 4 sicari assoldati dalla Stidda, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra.
La sua vecchia Ford Fiesta color amaranto viene speronata dall'auto dei killer. Livatino tenta disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, inciampa, cade a terra, e dopo poche decine di metri viene raggiunto da uno dei sicari.
Livatino fa in tempo a chiedere: “Cosa vi ho fatto?”
L’assassino: “Prendi pezzo di merda”. E lo finisce con quattro colpi di pistola.
Lo sappiamo perché c'è una persona poco distante che assiste alla scena.