Thread by @fdragoni

#Thread su elezioni USA. Al netto delle aspettative e delle speranze esiste la possibilità che il prossimo 6 gennaio nella seduta comune di Congresso e Senato possa essere ribaltato l'esito elettorale del 3 novembre? Si questa possibilità esiste (1/20)

Anzi Trump non ha una ma tre possibilità. Quale percentuale di successo possano avere queste alternative è difficile da dire. Dipende dalla percezione soggettiva e dall'orientamento politico di ciascun osservatore. Esaminiamole nel dettaglio in maniera fredda e distaccata (2/20)

PS questo thread vuole essere in contributo in termini di chiarezza nelle discussioni. Cose che ho imparato in queste settimane e che qui scrivo. Bloccherò ogni idiota che risponderà non attenendosi alla regola della buona educazione. Buona lettura (3/20)

Doverosa premessa. Mike Pence è il Vice Presidente in carica. Ed in quanto tale presiede il Senato. Il suo voto vale soltanto in caso di parità. Inoltre presiede la seduta comune del 6 gennaio. E' lui che conta i voti in arrivo dal Collegio Elettorale (4/20)

In buona sostanza Trump ha tre piani alternativi. per ribaltare l'esito contestato del voto. Vediamoli nel dettaglio. (6/20)

Alternativa 1. I parlamenti statali in 5 dei 7 Stati contesi (quelli a maggioranza repubblicana e cioè GA, PA MI, WI e AZ) decertificano la lista uscita dalle elezioni e ne certificano una nuova repubblicana pro Trump. Che peraltro esiste già ed è stata spedita (6/20)

Questa è la strada maestra per Trump ed ecco perché sta forzando nei tribunali. Le cause -apparentemente perse- servono a far emergere prove di brogli e questo tiene in tensione l'opinione pubblica. (7/20)

Tutto aiuta inoltre a scalfire la granitica resistenza di qualche parlamentare repubblicano che in quegli Stati si oppone a Trump. Perché sta dalla parte di McConnell o Romney. I cosiddetti RINO (Republican In Name Only). Se Trump raggiunge quota 270 vince (8/20)

Questa cosa è già successa in passato. Ci sono precedenti e il 6 gennaio Pence metterebbe il sigillo sulle liste repubblicane certificate dopo. I democratici potrebbero opporsi invocando la legge del 1887 che ritroveremo più avanti (9/20)

Ma Pence avrebbe gioco facile a respingere la cosa. L'obiettivo si avvicina ed è raggiungibile ma il tempo stringe. Il 6 gennaio sta arrivando. E questo piano potrebbe fallire. I parlamenti statali potrebbero non agire. Allora entra in pista un secondo piano (10/20)

Alternativa 2. I repubblicani contestano le liste in base alla già citata legge del 1887 e Pence offre benevola sponda. A quel punto Camera e Senato si riuniscono separatamente. La Camera è controllata dai democratici e respingerà la contestazione (11/20)

Il Senato con una risicatissima maggioranza repubblicana potrebbe (POTREBBE) accogliere la contestazione. In caso di esito divergente fra le due camere conta il parere di Pence. Il quale invocherebbe il dodicesimo emendamento della Costituzione (12/20)

Se nessuno dei due candidati raggiunge quota 270 si attiverebbe la cosiddetta "elezione di emergenza" e quindi la Camera eleggerebbe il Presidente. Ma il voto viene dato Stato per Stato e Trump vincerebbe (13/20)

Peccato che ci sia sempre lo stesso problema che potrebbe aver fatto fallire l'alternativa 1. Trump potrebbe non avere la maggioranza in Senato grazie ai seguaci di McConnell-Romney. Potrebbe vincere Biden. Quindi non è affatto detto che Trump vi ricorra (14/20)

Ecco che a Trump rimane il terzo piano. Il più duro ed il più audace. Lacerante come pochi e dalle conseguenze imprevedibili. In pratica Pence, in qualità di Presidente del Senato, decide di interpretare il suo ruolo costituzionale di "conta voti" in maniera ortodossa (15/20)

Pence rigetta di iniziativa tutte le liste doppie ed invoca il dodicesimo emendamento per arrivare all'elezione di emergenza. I democratici potrebbero a loro volta attivare la procedura che abbiamo visto prima attivabile dai repubblicani. 1887 Elettorali Counting Act (16/20)

Ma Pence potrebbe respingere questa richiesta sulla base di una dottrina che ritiene questa legge incostituzionale proprio perché limita i poteri costituzionali del vicepresidente nel conteggio dei voti che sarebbe cioè un arbitro vero (17/20)

Esiste un precedente storico? NO. Sarebbe un atto "arbitrario"? SI. È chiaro che questa sarebbe una scelta forte, lacerante ed anche forzata perché contravverrebbe una certa prassi. Ma in casa Trump ci stanno pensando seriamente (18/20)

Ai DEM non rimarrebbe che il ricorso in Corte Suprema ma intanto Trump sarebbe presidente. Immaginate il proseguo. Ora capite due cose sulle elezioni americane (19/20)

L'elezione del Presidente non è affatto "diretta" ed inoltre è essenziale il riconoscimento della sconfitta soprattutto se il Presidente uscente è in carica. Non è solo questione di forma. Tutt'altro. Solo se Trump riconoscesse la sconfitta Biden sarebbe già presidente (20/20)