La Commissione europea ha suggerito ai paesi un obiettivo: vaccinare l'80% della popolazione over-80 entro fine marzo.
In questo modo la letalità del virus in Italia si dimezzerebbe.
Il problema? Non ci sono le dosi.
La mancanza di dosi si ripercuote in maniera diretta su chi aveva iniziato prima, e meglio.
Italia, Germania e Austria incontreranno tutte l'ostacolo delle dosi a disposizione.
E la Francia le "raggiungerà", semplicemente perché è partita per ultima ed è ancora molto indietro.
A nulla valgono le rimostranze degli Stati membri, che scaricano il barile sulla Commissione UE.
Il problema non è l'UE, ma la (ovvia) difficoltà di produrre tanti vaccini, in sicurezza, in poco tempo.
A prescindere da quando arriveranno le nuove consegne, i prossimi mesi dovremo usarli per aprire una seria riflessione su un problema più grande.
Sappiamo che non potremo davvero vaccinare contro #COVID19 il 70% della popolazione entro l'estate.
Cosa facciamo?
In altre parole: quando potremo riaprire in sicurezza?
Di quanto deve diminuire la letalità di #Covid_19 perché una buona parte della vita (reale ed economica) del paese possa tornare a marciare a pieno regime?
E ci interessa ridurre la letalità o gli anni di vita persi?
"Il tempo stringe, il tempo conta", scrivevo oggi.
Ma nelle prossime settimane dovremo tutti fare anche i conti con noi stessi.
Per capire quale livello di vaccinati (e dunque di rischio) siamo disposti ad accettare, come società, per tornare a vivere. ispionline.it/it/pubblicazio…
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Premessa: rispetto al resto d'Europa, la "macchina” italiana sta funzionando in maniera egregia.
Stiamo vaccinando a pieno regime, e a oggi siamo tra i primi paesi in Europa per vaccini somministrati pro capite.
Ma di strada da fare ne resta tantissima.
Nel frattempo, la discesa dei decessi in Italia si è arrestata, e i morti per #COVID19 sono tornati a crescere.
Il rischio di terza ondata è già qui, e al momento è stato vaccinato solo 1 italiano su 200.
🦠🇮🇹 #COVID19 in Italia: la ripresa della seconda ondata?
Con 548 decessi anche oggi, lo scostamento delle morti giornaliere da quelle attese è ormai sin troppo evidente per non parlarne.
Cosa sta succedendo?
Niente di buono, temo.
Un thread.
Appena prima di Natale avevo ghiochicchiato con un semplice modello previsionale, basandomi su quello che sapevamo dell'effetto delle "zone colorate" e su ciò che era successo durante il lockdown.
Mi attendevo che l'andamento dei decessi giornalieri seguisse i pallini grigi.
Una situazione certo non rosea, ma gestibile. Avrebbe significato che il numero di decessi ufficiali alla fine della seconda ondata si sarebbe assestato intorno alle 51.000 unità.
Comunque molte di più rispetto alle 35.000 della prima ondata, ma in rapida diminuzione.
🦠🇮🇹 Natale si avvicina, ma tra oggi e domani sarà un giorno triste.
I decessi ufficiali della seconda ondata di #COVID19 in Italia supereranno quelli della prima.
In una lunga inchiesta su @Corriere (con dati @ispionline) cerchiamo di fare il punto su perché sia andata così.
Le zone rosse sono molto efficaci, ma il ritardo accumulato è stato quasi un mese.
Il 13 ottobre, @istsupsan scriveva: «Si assiste a una accelerazione dell’epidemia ormai entrata in una fase acuta, che rischia di raggiungere i valori critici nel prossimo mese».
Così è stato.
Il primo #DPCM che ha un (lento) effetto sulla limitazione degli spostamenti è del 24 ottobre.
Ma per vedere le zone colorate in Italia si dovrà attendere il 6 novembre. Quasi quattro settimane dopo il report dell'@istsupsan.
Tra i grandi paesi europei, nel corso della prima ondata le curve si confondevano. Molti avevano fatto peggio di noi.
Oggi l'Italia svetta.
In negativo.
Anticipato da @Corriere, un mio studio riflette su cosa non ha funzionato.
Un thread.
🇪🇺🦠 Cosa scopriamo? Qualcosa di nuovo, e qualcosa che sappiamo da tempo.
Primo, se si agisce prima si riapre anche prima, con meno morti alle spalle.
E questo lo sapevamo da tempo, sin dagli studi sulla prima ondata (come questo: medrxiv.org/content/10.110…).
🇪🇺🦠 Secondo, e molto importante: non serve un lockdown nazionale per contenere le infezioni. Bastano le zone rosse.
Per capirlo basta osservare quel che è successo in Italia (a sinistra) e nel Regno Unito (a destra) nel corso delle due ondate.