La mossa di #Putin di chiedere ai "paesi ostili" (noi europei) il pagamento in rubli per gas e petrolio è un autogol, perché porta a rinegoziare i contratti esistenti. Permetterà ai noi europei di ridurre le quantità previste, magari i prezzi e accorciare i tempi d'uscita 1-segue
Ma questa mossa di #Putin sul #rublo ha dei meriti. Il primo è di rivelare lo stato di panico sulla tenuta della moneta e dell'economia russa in genere nel quale le #sanzioni hanno gettato il dittatore. Le sanzioni funzionano: non lo diciamo noi, ce lo sta dicendo lui /2
Il secondo merito della mossa di #Putin sui #rubli: toglie il prosciutto davanti agli occhi di molta (purtroppo troppa) gente. Anche in Italia e altrove in Europa. Il dittatore ci dice che la guerra che ha scatenato, aggredendo l'#Ucraina, è rivolta a noi /3
L'aggressione di #Putin ha varie dimensioni. Quella di guerra combattuta, indiscriminata contro città e civili, investe l'#Ucraina. Ma il bersaglio non è solo l'Ucraina, è l'ordine di sicurezza e dunque anche l'ordine politico europeo. Non possiamo più fingere di non capire /4
Contro di noi #Putin ha mosso una guerra economica prima coperta, poi sempre più palese. Prima tagliando le forniture di gas per far saltare i prezzi dell'energia e mettere sotto stress l'intero sistema produttivo. Poi tagliando le forniture di fertilizzante, idem per il cibo 5/
In seguito (ultimi giorni) tagliando le forniture di petrolio con lo stesso obiettivo: seminare insicurezza, testare la nostra irresolutezza. Infine cercando di imporre i suoi rubli per il gas. Di nuovo, per vedere se e quanto quanto siamo deboli, paurosi, pieghevoli 6/
Tutto ciò dovrebbe togliere il prosciutto davanti agli occhi sul fatto che l'ordine di prima, precario, è saltato. C'è un dittatore europeo in tutto e per tutto simile ai suoi predecessori degli anni '30 che vede in noi un nemico da sottomettere. Oggi, con una guerra economica 7/
Non ci sarà semplicemente un ritorno al mondo di prima aspettando che #Putin faccia dell'#Ucraina un deserto e lo chiami pace. Perché attacca l'Ucraina per destabilizzare noi e poiché questo è il suo fine, non si fermerà se non è fermato 8/
Che fare dunque? Partiamo da cosa *non* fare. Non fare come #Scholz: il suo ricordare che la #Germania rischia "centinaia di migliaia di disoccupati" se si mettono sanzioni su oil&gas russi ha un che di, ehm, osceno, mentre in #Ucraina "decine di milioni" sono sotto le bombe 9/
A #Scholz qualcuno dovrà spiegare che scelta non è fra rafforzare le sanzioni, per strangolare il regime di #Putin finanziariamente, e tornare al mondo di prima. La scelta è tra sanzioni dure e qualcosa di molto peggio, più pericoloso 10/
Compito dei leader europei è spiegare onestamente a noi cittadini la reale situazione, spiegare che un prezzo economico da pagare è inevitabile - nel breve, ma l'alternativa è peggio - e preparare tutte le misure per ammortizzarlo e sostenerlo insieme (eurobond, anyone?) 11/
Per il resto dovremo il prima possibile comprare il meno possibile dalla #Russia, fino a zero: carbone, gas, petrolio, alluminio, nickel, cobalto, oro. Senza di noi non staranno in piedi. E organizzare in Europa la resistenza economica in questa guerra economica da noi non voluta
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