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May 10, 2022 13 tweets 10 min read Read on X
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DIARIO DI GUERRA (GIORNO 76): DRAGHI DA BIDEN, L'ITALIA CON GLI USA

Il grande giorno è arrivato. Alle 20:00 ora italiana Mario #Draghi farà capolino dallo Studio Ovale della Casa Bianca: ad accoglierlo Joe #Biden.
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Incontro ritenuto cruciale a Palazzo Chigi: per ridefinire lo status internazionale italiano, per affermare senza tentennamenti l'appartenenza di Roma al campo atlantico.
Quanto oggi può apparire scontato, ma solo grazie a #Draghi.
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Per quanto ancora diversi politici nostrani fatichino ad accettarlo: è il momento delle scelte.
Anche mostrarsi neutrali, restare a guardare, mostrarsi geopoliticamente prudenti, significa schierarsi. Ma contro l'Alleanza cui ambiremmo di esser parte. Non un dettaglio.
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Da qui l'importanza dell'incontro odierno: #Biden si aspetta che il premier mantenga ferma la linea di massima pressione opposta da Roma nei confronti della #Russia. È lecito pensare che al netto dei distinguo presenti in Patria, Mario #Draghi non lo deluderà.
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Il premier è un convinto sostenitore del seguente assioma: per arrivare alla pace è necessario aiutare gli ucraini a fare la guerra. Resta da comprendere come. Negli USA, ad esempio, ha destato perplessità la decisione del governo italiano di secretare l'elenco delle armi
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inviate all'#Ucraina.
Mossa inconcepibile in America, dove la trasparenza è tutto, dove i candidati alla presidenza devono rendicontare fino all'ultimo cent delle proprie entrate (#Trump a parte, s'intende), e lo stesso è accaduto fino all'ultimo proiettile inviato a #Kyiv.
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Nelle ultime ore risulta che l'Italia stia vagliando l'ipotesi di inviare da 500 a 1000 militari tra #Bulgaria ed #Ungheria, così rafforzando il fianco Est della #NATO, dove pure sono già presenti soldati italiani in #Romania e #Lettonia. Atto concreto per chiarire il mantra
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ripetuto da #Draghi negli ultimi due mesi: l'Italia farà la sua parte. La sta facendo.
Impossibile poi presentarsi alla Casa Bianca proponendo l'assurda distinzione tra armi difensive e offensive all'indomani della firma, da parte di Joe #Biden, del Lend-Lease Act.
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Mossa storica da parte americana, in tutti i sensi. Richiamo al decreto con cui nel 1941 il presidente #Roosevelt armò l'esercito britannico contro #Hitler, superando ostacoli burocratici e senza badare a spese.
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Così l'America di #Biden accetta di accontentarsi di un generico "pagherò" da parte di #Kyiv e, attenzione, di altri Paesi dell'Europa orientale, la cui "difesa sia valutata vitale dal presidente #Usa". Esempio emblematico della lunarità del dibattito italiano.
Non solo...
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Anche e soprattutto del rischio che torneremo a correre da qui a pochi mesi: quando #Draghi passerà la mano, lasciando Palazzo Chigi in balia di politici nel migliore dei casi non all'altezza dei tempi vissuti.
Peccato.
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Qui il pezzo, con bonus:
dangelodario.it/2022/05/10/dia…
- ultime dal Pentagono
- situazione in #Moldova e giallo riguardante la presidente Sandu
- l'esperienza di Charles Michel a #Odesa sotto le bombe: qualcosa che molti politici 🇮🇹 dovrebbero provare, prima di parlare a vanvera.
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Sep 6
🚨🪖🇺🇸🇰🇵 Una missione impossibile. Navy SEAL in Corea del Nord: spiare Kim, uscirne vivi, fallire nel buio. Come l'America ha sfiorato la guerra con Pyongyang

Chi ha infine deciso di liberarsi di un peso, di consegnare queste informazioni - sensibili, altamente classificate, rimaste nell'ombra per oltre 6 anni - ha raccontato al New York Times di averlo fatto non per gloria. E neanche per vendetta. Ma solo nella speranza di mettere a tacere la propria profonda inquietudine, l'assillo di chi sa troppo per prendere sonno nelle notti affollate dagli incubi, quelle in cui non esiste tregua, riposo possibile.

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🚨🪖🇺🇸🇰🇵 Dopo tutto questo tempo, la vicenda si era ormai trasformata in un'ossessione, un perenne assillo: che i fallimenti delle Operazioni Speciali americane, incluse quelle dei più celebrati Navy SEAL, vengano sistematicamente inghiottiti dal segreto governativo, portando l'opinione pubblica, e gli stessi decisori politici, a credere che nulla sia precluso per i reparti d'élite, che tutto sia sempre fattibile.

La Red Squadron del SEAL Team 6, la stessa unità che ha ucciso Osama bin Laden in Pakistan, ha scoperto a proprie spese (e non soltanto) che la realtà può essere molto diversa.
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🚨🪖🇺🇸🇰🇵 Tutto ha inizio in una notte d'inverno, all'inizio del 2019. Mentre il mondo guarda altrove, ignaro di cosa stia accadendo, un commando americano emerge dall'oceano nero inchiostro, avvicinandosi silenziosamente alla costa rocciosa della Corea del Nord.

È un'immagine inquietante, spaventosa, difficile da accettare, forse perfino da credere: ma il destino di miliardi di persone potrebbe dipendere dalla riuscita o dal fallimento di quella missione segreta.Image
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Sep 4
🚨🇮🇹 🇹🇷 Potrebbe non essere stata una "semplice" operazione di polizia quella andata in scena nel tardo pomeriggio di ieri a Viterbo, a margine del trasporto della Macchina di Santa Rosa, la caratteristica processione in onore della patrona della città che ogni anno vede una torre alta circa 30 metri trasportata a spalla da un centinaio di uomini, detti "facchini", lungo le vie del centro. Fischi e malumori hanno accompagnato alcuni frangenti della celebrazione per la decisione delle autorità di procedere con la pubblica illuminazione accesa, contrariamente alla tradizione. In realtà, le migliaia di persone presenti non erano a conoscenza del fatto che proprio in quegli istanti, dal Viminale, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della Polizia di Stato, Vittorio Pisani, ricevevano aggiornamenti in tempo reale dai loro uomini sul campo, impegnati a sventare in extremis un possibile attentato.Image
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🚨🇮🇹🇹🇷 Fonti locali attribuiscono alla segnalazione di un uomo del posto la "soffiata" che ha portato le forze dell'ordine a evitare la possibile tragedia. Un cittadino viterbese avrebbe infatto notato movimenti sospetti all'interno di un appartamento di via Santa Rosa, affacciato proprio sulla celebre salita percorsa al termine del Trasporto, quando la Macchina raggiunge il Santuario.

Scattato l'allarme, subito le forze dell'ordine si sono attivate per fronteggiare una minaccia che avrebbe potuto mettere a repentaglio migliaia di persone (la stima parla di circa 40mila presenti) riunite nelle vie del centro. Le prime indiscrezioni che filtrano dagli inquirenti parlano infatti della scoperta di un vero e proprio arsenale all'interno dell'appartamento: mitra, pistole, componenti potenzialmente riconducibili a ordigni esplosivi. E, soprattutto, un mini-commando pronto a entrare ad azione, probabilmente a momenti.Image
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🚨🇮🇹🇹🇷 Quando fanno irruzione nel B&B di via Santa Rosa che ospita i sospetti, gli agenti della Squadra Mobile oltre alle armi trovano due persone, mentre un terzo elemento non è in casa o forse è riuscito a dileguarsi. I primi controlli incrociati non forniscono risposte certe: uno dei passaporti presentati non corrisponde a uno degli arrestati, dunque potrebbe esserci un latitante.

Le prime indagini portano gli inquirenti a ipotizzare un legame con la rete criminale del boss turco Baris Boyun, arrestato nei mesi scorsi. Più in generale, la Tuscia è stata il fulcro di una serie di operazioni legate alla mafia turca che da mesi preoccupano non poco le autorità italiane (e i residenti): c'è il forte sospetto che l'area sia diventata una base operativa dell'organizzazione, con cellule dormienti accreditate di legami con il fondamentalismo islamico e in particolare con l'ISIS-K.Image
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Sep 1
🚨🪖🇫🇷 La premessa è d'obbligo: no allarmismi. Non esistono attualmente indicatori che anticipino l'imminenza di una guerra che coinvolga Parigi o altre importanti capitali europee. Ma l'iniziativa del governo francese merita senza dubbio di essere analizzata con attenzione.

In una lettera datata 18 luglio 2025, il Ministero della Salute transalpino ha infatti chiesto con discrezione agli ospedali del Paese di prepararsi a fronteggiare un "impegno militare di grande entità" in Europa, con piena prontezza richiesta entro marzo 2026.

Vediamo i dettagli insieme. Ps: mi ripeto, no allarmismi immotivati. Leggere questo pezzo con curiosità e interesse, non con apprensione.👇Image
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🚨🪖🇫🇷 La direttiva in questione, rivelata da Le Canard Enchaîné, è stata inviata alle Agenzie Regionali di Sanità con l'obiettivo di delineare come il sistema dovrebbe reagire nel caso in cui la Francia diventasse base logistica di retrovia in un conflitto su larga scala. Cosa si intende di preciso? Si parla di fatto di una zona situata dietro la linea del fronte, sicura, pronta a fungere da punto di supporto, evacuazione, cura dei feriti, rifornimenti e preparazione di truppe.Image
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🚨🪖🇫🇷 La richiesta espressa nel documento è chiara: essere pronti ad accogliere in breve tempo un gran numero di militari feriti - che siano francesi e alleati - e di farlo per settimane, persino mesi.

Per garantire una gestione dell'afflusso di pazienti ottimale, il ministero francese chiede che vengano istituiti centri medici di smistamento nei pressi di porti e aeroporti, così da stabilizzare i pazienti e rimandarli rapidamente nei rispettivi Paesi di appartenenza.

Per ottenere la massima efficienza, il personale medico francese dovrebbe ricevere anche un'adeguata formazione, da intendersi nella forma di un addestramento sulle "condizioni del tempo di guerra".

Il riferimento è alla potenziale scarsità di forniture, ai picchi improvvisi di domanda e alla logistica perturbata, ma anche all'insieme di condizioni mediche che i camici bianchi potrebbero essere chiamati ad affrontare con frequenza, dai disturbi post-traumatici alla riabilitazione per lesioni complesse.Image
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Aug 30
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🚨🇺🇦🇷🇺 Che storia straordinaria quella di Konstantin Gudauskas.

Oggi tutto il mondo parla di lui come "l'angelo di Bucha". Ma se chiedete al diretto interessato di raccontare la sua storia, partirà da più lontano. Forse vi dirà di sua nonna, nata a Kyiv, ma deportata dai russi in Kazakhstan, costretta a viaggiare su carri bestiame, senza cibo. E magari vi spiegherà che è stata lei a insegnargli, fin da piccolo, che "il nemico peggiore non era il tedesco, ma il comunista". Per molto tempo, Konstantin non si è posto questo problema. È stato prima "un bravo bambino, ubbidiente" e poi, diventato più grande, un giovane che non ha "mai bevuto alcol o fumato sigarette. Ascoltavo sempre i miei genitori e ubbidivo. Pensavo che sarei finito per forza in Paradiso. Poi nel 2019 sono arrivato in Ucraina".Image
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🚨🇺🇦🇷🇺 È a quel punto che la sua incredibile vicenda prende vita. Anzi, probabilmente un po' prima.

Konstantin Gudauskas vive in Kazakhstan, il Paese in cui è nato, quello in cui ha avviato un'attività imprenditoriale di successo. Si occupa di logistica, trasporta merci dalla Cina all'Europa, guadagna bene, e tutto potrebbe proseguire. Se non fosse per quella passione civile.

Konstantin guida un gruppo per la difesa dei diritti umani, svolge un ruolo attivo nelle elezioni presidenziali kazake 2019, ma come molte altre persone sente di essere stato tradito:

"Il candidato che supportavamo, Amirzhan Qosanov, ci ha venduti per 10 milioni di dollari: ha riconosciuto la sua sconfitta prima della proclamazione ufficiale dei risultati. Stiamo parlando del nostro leader: ci ha traditi e se n'è andato con i soldi. AIlla fine, i sostenitori di quell'uomo sono stati perseguitati. Ho rischiato fino a 13 anni di prigione. Era una persecuzione politica. Poi mi hanno dato la possibilità di lasciare il Paese in modo legale. È stato un vero bivio nella mia vita".Image
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🚨🇺🇦🇷🇺 Konstantin potrebbe scoraggiarsi. Gli hanno portato via tutto. È uscito dal Paese solo con una piccola valigia, costretto a ricominciare da zero. Ma è suo padre a dargli coraggio:

"Mi disse parole molto semplici e sagge: 'Figlio mio, se sei riuscito a guadagnare tutto questo in Kazakistan, vuol dire che il tuo capitale non è sui conti, ma nella tua testa. Ricomincia da capo".

Così accade. Konstantin Gudauskas ricomincia. Fonda un'attività da zero, una rete di stazioni di ricarica per auto elettriche. Importa colonnine di ricarica usate dai Paesi baltici e propone ai proprietari di auto elettriche di investire nell'installazione, prima per uso personale, poi permettendo anche ad altri di ricaricare, e così ricavare un reddito passivo. Il modello funziona. In un anno e mezzo riesce ad ottenere ottimi risultati, può permettersi un grande appartamento a Bucha, al diciassettesimo piano, con vista sull'aeroporto di Hostomel.

Sì, proprio quell'aeroporto di Hostomel.Image
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Aug 29
1/n
🚨🪖🇺🇦🇷🇺 Appena finito di riordinare gli appunti: ci sono dichiarazioni molto importanti da parte di Volodymyr Zelensky in un briefing con i giornalisti. Guerra, pace, diplomazia, garanzie di sicurezza, Vladimir Putin, Donald Trump, "boots on the ground". Tanta carne al fuoco.

Sono 10 paragrafi, ma vale la pena leggerli per avere le idee più chiare su ciò che si muove dietro le quinte. Facciamo un punto nave.Image
2/n
🚨🪖🇺🇦🇷🇺 Il presidente ucraino ha anzitutto fornito un rapido aggiornamento rispetto alla situazione sul terreno, alla questione militare:

- Pokrovsk: questa è la direzione al momento più critica. C'è un accumulo, una concentrazione del nemico. La Russia a stamattina ha ammassato fino a 100mila uomini. Mosca sta preparando azioni offensive.

- Kharkiv e Donetsk: qui la situazione si ribalta. In entrambe le regioni le truppe ucraine stanno conducendo azioni attive, "e lì per il nemico oggi non è facile".

- Kupiansk, Sumy, Zaporizhizhia, Dnipro: situazione sotto controllo. In alcuni casi si registra anche un lieve arretramento dei russi.

Ma in questa guerra tutto si tiene.

I soldati al fronte combattono per far sì che l'Ucraina sia più forte al tavolo del negoziato. Ricordate la notizia del viaggio in Asia annullato pochi giorni fa da Giorgia Meloni? Sul Blog avevamo detto che da Palazzo Chigi filtrava la volontà di tenere l'agenda libera per eventuali novità sull'Ucraina. Ebbene, Zelensky ha lasciato intendere che proprio la prossima settimana potrebbe essere organizzato un nuovo incontro a livello di leader occidentali.

Zelensky ha poi chiarito un aspetto importante, archiviando di fatto la proposta, rilanciata oggi su POLITICO e attribuita a leader europei, per la creazione di una "zona cuscinetto" di 40 km tra le linee del fronte.

Riporto le sue dichiarazioni, semplicemente perfette:

"Ne ho sentito parlare più volte, sia da europei che da americani. Ho provato a spiegare questa cosa ad alcuni colleghi, come si fa con degli amici. Alcuni, tra l'altro, capiscono bene di cosa si tratta: Solo chi non ha idea di come si combatte una guerra con le tecnologie di oggi propone una zona cuscinetto larga 40, 50 o 60 chilometri. Ho persino sentito proposte di 100 chilometri. Ma questa è tutta un'altra storia, che non ha nulla a che vedere con la realtà attuale. Oggi, le armi pesanti si trovano già a più di 10 chilometri di distanza l'una dall'altra, perché tutto può essere colpito dai droni. Quella che chiamano "zona cuscinetto", io la chiamo "zona morta", altri la chiamano "zona grigia": in realtà esiste già. Non c’è bisogno di perdere tempo, né di lasciarsi trascinare in discussioni su condizioni o clausole aggiuntive imposte dalla Russia o da qualche altro visionario. La zona cuscinetto esiste già. Se la Russia vuole più distanza tra sé e noi, può semplicemente ritirarsi più in profondità nei territori dell'Ucraina che ha temporaneamente occupato, e sistemarsi lì".Image
3/n
🚨🪖🇺🇦🇷🇺 A proposito delle garanzie di sicurezza, Zelensky ha chiarito che per l'Ucraina esistono tre "pilastri fondamentali".

Primo pilastro: il nostro esercito: "Serve la capacità di finanziare l'esercito nella stessa dimensione in cui oggi difende i nostri confini. Nessuno sta chiedendo di aumentarlo, perché nessuno ce lo darebbe. Ma non possiamo nemmeno ridurlo, perché non faremo esperimenti".

In questo senso, Zelensky cita tre "filoni" che vanno sostenuti e finanziati:

1) Produzione nazionale: droni, tecnologie, ecc.
2) Produzione europea: sistemi di difesa aerea, artiglieria, ecc.
3) Armi americane.Image
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Aug 28
🚨🇺🇸🇷🇺 I retroscena che stanno emergendo nelle ultime ore sull'amministrazione Trump e sulla sua gestione della partita diplomatica con la Russia sono a dir poco inquietanti. Abbiamo fonti autorevoli: da una parte Reuters, dall'altra il Washington Post; resoconti che descrivono due situazioni in apparenza distinte, separate, ma in realtà accomunate dal risultato: in entrambi i casi favorevoli al copione di Mosca. E poi? E poi dietro le quinte che confermano la preocupazione di alcuni protagonisti di primo piano, gli stessi che in pubblico si dicono fiduciosi e sostengono di avere tutto sotto controllo. Non sembra essere così: la situazione sta sfuggendo di mano. Vediamo le ultime.Image
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🚨🇺🇸🇷🇺 Partiamo dallo scoop di Reuters. La testata ha fornito una ricostruzione certosina dei passi che hanno portato al vertice di Anchorage fra Donald Trump e Vladimir Putin prima, e a quello alla Casa Bianca in presenza di Zelensky e dei leader occidentali poi. Tutto ha preso il via il 6 agosto.

L'inviato speciale USA, Steve Witkoff, incontra a Mosca il presidente russo. Al termine del colloquio comunica a Trump: ci siamo, Putin è pronto a offrire concessioni territoriali per porre fine alla guerra in Ucraina. La macchina diplomatica si mette rapidamente in moto, Trump è entusiasta, elogia i "grandi progressi" del suo emissario e accetta di incontrare Putin da lì a una decina di giorni. Ma neanche 48 ore più tardi è già il caos.Image
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🚨🇺🇸🇷🇺 I leader e i diplomatici europei sono sinceramente sorpresi dell'accelerazione della Casa Bianca. Intanto i primi resoconti sono molto diversi dalle valutazioni che i governi del Vecchio Continente e le loro agenzie di intelligence hanno sempre fatto rispetto alle intenzioni di Vladimir Putin. Nel corso di una call, Witkoff sostiene infatti che Putin sarebbe disposto a ritirarsi dalle regioni ucraine di Zaporizhzhia e Kherson in cambio della cessione di Donetsk e Luhansk da parte di Kyiv. Scambi territoriali in cambio di pace. Difficile, ingiusto, ma forse possibile. Eppure gli europei sono interdetti: questa realtà si discosta nettamente dalle loro informazioni. È possibile che abbiano frainteso il Cremlino? Forse alcuni dei leader lo sperano, ma la maggior parte è scettica. E ha ragione di esserlo.Image
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