Fondato nel 1971 dal professore tedesco #KlausSchwab, che ne è tuttora presidente, il #WEF ha sempre promosso un’agenda globalista basata sul coinvolgimento del grande capitale privato a prescindere dai differenti sistemi politici in cui si trova ad operare.
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Ma le crepe nell’ordine globale sono divenute sempre più evidenti. Il sistema finanziario occidentale non si è più ripreso dopo la crisi del 2008. L’economia è stata sostenuta artificialmente dai massicci interventi delle banche centrali.
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Per Schwab, la crisi del #Covid19 all’inizio del 2020 rappresentava una ristretta finestra di opportunità per un #GreatReset, per "riflettere, reinterpretare e reimpostare il nostro mondo al fine di creare un futuro più sano, equo e prospero”.
Nella pratica, tuttavia, il #BuildBackBetter, ossessivamente propagandato da tutti i leader occidentali al culmine della crisi del #Covid19, si è tradotto in un fallimento: inflazione, prezzi energetici alle stelle, scarsità alimentare.
Se l’incontro annuale del #WEF è sempre stato all’insegna del globalismo e del business senza frontiere, #Davos2022 si è contraddistinta per il fatto di non essere più in grado di riunire nella stessa stanza i principali attori globali.
Per un forum solitamente abituato a mettere in risalto l’interconnessione degli affari globali, #Davos2022 è sembrato piuttosto una sorta di party transatlantico.
L’#Ucraina è stata posta al centro del palcoscenico.
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In conseguenza delle sanzioni imposte dall’Occidente, un altro brandello di globalizzazione, quello dell’integrazione russo-europea, cede il posto a una nuova cortina di ferro nel vecchio continente.
10/16 nytimes.com/2022/05/23/wor…
Sul Financial Times, Gideon Rachman ha scritto che a #Davos2022 “i politici e i generali sono tornati al comando, e gli uomini d’affari, che per decenni hanno creduto che il mondo intero fosse un potenziale mercato, sono disorientati”.
11/16 ft.com/content/4db632…
Ma ciò non significa che i grandi poteri economici rappresentati dal #WEF si accingano ad assumere un ruolo di secondo piano. Anzi, tali poteri saranno essenziali nella nuova competizione globale sul piano tecnologico e delle risorse.
Pur nella crescente polarizzazione internazionale, che in certa misura ridimensiona il ruolo globale del #WEF, questa organizzazione rimane uno dei gangli del potere economico e politico occidentale – di un Occidente, tuttavia, meno universale, più ripiegato su se stesso…
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…tuttora incapace di uscire da una crisi nata in seno al modello occidentale, e dove anzi il futuro di quel che rimane della #democrazia è messo sempre più a rischio dalle disuguaglianze e dall’enorme concentrazione di potere politico ed economico in poche mani.
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Il #WEF rimane una delle principali incarnazioni di questa concentrazione di potere, e di un processo decisionale che viene imposto dall’alto a una società che ha sempre meno voce in capitolo nella definizione del proprio futuro.
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16/16 robertoiannuzzi.substack.com
Alcuni chiarimenti sulla questione dei porti ucraini nel Mar Nero e la “crisi alimentare”.
Sebbene in Occidente tutte le accuse vengano rivolte contro la Russia, l’origine primaria di tale crisi risale alla guerra commerciale USA e alle sanzioni. 1/4 johnhelmer.net/the-war-agains…
Sebbene le esportazioni ucraine di grano siano importanti, l’Ucraina è solo il 5° esportatore mondiale, mentre la Russia è il 1°, oltre a essere un paese leader nell’esportazione di fertilizzanti. 2/4
Mosca ha più volte dato la propria disponibilità a garantire l’esportazione del grano ucraino, ed ha aperto 2 passaggi sicuri, uno nel Mar d’Azov, l’altro nel Mar Nero. In Occidente nessuno ha voluto mettere alla prova la disponibilità russa. 3/4
La guerra in corso in #Ucraina non è solo un conflitto per procura Russia-Nato, ma uno scontro che sta ridefinendo gli equilibri fra le due sponde dell’Atlantico e gli stessi rapporti di forza all’interno del continente europeo.
2/16 euractiv.com/section/politi…
La tesi generalmente sostenuta per spiegare la decisione di #Finlandia e #Svezia è che il senso di insicurezza dei due paesi, acuito dalla “gratuita” aggressione russa all’#Ucraina, li avrebbe spinti a rinunciare alla loro neutralità per avere protezione in seno alla #NATO.
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Questa tesi è fallace sotto due aspetti:
1) Come ho cercato di spiegare in un precedente articolo, non è la mancata inclusione dell’#Ucraina nella #Nato che l’avrebbe esposta alle cosiddette “mire espansionistiche” di Mosca.
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Probabilmente non molti sanno che il controverso battaglione #Azov, ed altri gruppi di matrice neonazista sostenuti dal governo #Zelensky, hanno ricevuto addestramento dagli #USA.
2/16 thedailybeast.com/is-america-tra…
Ma lo stesso leader storico Stepan #Bandera (1909-1959) ed altri nazionalisti ucraini e collaborazionisti dei nazisti tedeschi, che oggi vengono esaltati da questi gruppi, ebbero un lungo rapporto di cooperazione con gli americani nel secondo dopoguerra.
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Colmare il divario fra la visione occidentale del conflitto e quella russa, così antitetiche, può sembrare impossibile. Tuttavia è vitale cercare una soluzione #negoziata dello scontro. 2/15
Gli #USA gestiscono in #Ucraina#biolaboratori nei quali si sviluppano anche armi biologiche?
Ho analizzato la questione sviluppando i seguenti punti:
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