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Il ministro #Valditara lo scorso 9 novembre, anniversario del crollo del muro di #Berlino e contestuale "giorno della libertà" istituito nel 2005, ha mandato una circolare alle scuole in cui in realtà ha parlato di tutto tranne che di quell'evento. Come mai?
1. Come già su altri temi di memoria, questa maggioranza prova a spostare a destra un discorso istituzionale che aveva già fatte sue una serie di premesse proprie della cultura liberalconservatrice e post-fascista.
2. #Valditara usa una data già ambigua del calendario civile per emettere invece un giudizio tout court sul #comunismo come ideologia e la sua storia, unendo stereotipi propri della retorica di destra a quelli liberali - la tirannia come unico esito possibile delle rivoluzioni.
3. Storicizzare il #comunismo - come qualsiasi fenomeno politico - significa restituirgli la complessità che gli fu propria in una storia plurisecolare iniziata prima di #Marx e proseguita dopo, con alterne vicende ed esiti differenti, ognuno di essi non iscritto nelle premesse.
4. E. Morin ha descritto la storia del #comunismo come "una mostruosa avventura per cambiare il mondo", tenendo così insieme i due estremi che ebbe la sua esperienza concreta - un assolutismo collettivista autoritario e un processo di emancipazione e progresso sociale.
4.1 Il #comunismo nacque dalla convergenza delle secolari correnti messianiche e illuministiche che volevano modificare gli assetti sociali iniqui tramite la rottura rivoluzionaria, avendo nel '93 giacobino e nelle rivoluzioni dell'800 la sua gestazione e formazione.
4.2 Con l'Ottobre sovietico del '17 cambiò tutto e si diramarono diversi movimenti che determinarono le sue principali forme storiche: la rivoluzione sociale, il regime politico, l'anticolonialismo e la socialdemocrazia - a loro volta con caratteri diversi e spesso compresenti.
5. Un bilancio storico dell'esperienza del #comunismo e dei movimenti rivoluzionari egualitari non può che portare a dire che, ammettendo criticamente le torsioni autoritarie e gli errori ingiustificabili, senza il comunismo il mondo sarebbe stato più ingiusto e non più libero.
6. Predicare una didattica della storia basata su giudizi morali e fondata su presunte "top 10 degli orrori" non è una buona idea: che dire delle liberaldemocrazie che governavano imperi coloniali o di religioni che nei millenni hanno fatto più morti che salvataggi di anime?
6.1 Che dire di movimenti fascisti che si sono concretizzati storicamente per quello che promettevano di essere - regimi gerarchici, assolutisti, diseguali e razzisti -, sconfitti anche grazie a movimenti comunisti di massa come in #URSS, #Cina, #Jugoslavia, #Grecia e #Italia?
7. #Valditara, come #Meloni e #LaRussa, concilia il discorso storico della destra post-fascista con i capisaldi di quello conservatore e liberista. Non a caso, fu lo stesso #Mussolini e gli intellettuali di regime a descrivere il #fascismo come "anti-89".
8. In chiusura della circolare non poteva mancare l'abuso storico a fini di politica contemporanea: il #comunismo è ridotto a equivalente della tradizionale politica di potenza della #Russia - e della #Cina -, minaccia allo stile di vita europeo e occidentale.
9. In conclusione, un ministro dell'Istruzione dovrebbe favorire la riflessione critica anzitutto sulla propria storia nazionale favorendo la riemersione dei rimossi - #colonialismo, #stragismo, #strategiadellatensione - e invitando ad affrontare la storia mondiale -->
--> in termini dialettici e di complessità, non imponendo una didattica storica moralista, ambigua e che non rispetta il metodo storiografico. Da qui passa anche il superamento della pregiudiziale anti-rivoluzionaria che condiziona rilettura del passato e speranze per il futuro.
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Il discorso della #Meloni per la fiducia non è solo il rituale di un cambio di governo, ma la rivendicazione di una identità e comunità politica divenuta forza di maggioranza relativa. Come già fatto anche da #LaRussa, la storia è un piano centrale: cosa ha detto? #thread 🧵
1. Non viene mai citata la #Liberazione, si preferisce un richiamo al #Risorgimento - come fece #LaRussa con il Regno d'Italia: la destra da cui proviene #Meloni ha sempre denunciato l'eccessivo peso dato alla #Resistenza invece che all'unificazione nazionale come mito fondativo.
2. Lo "sfondamento a sinistra" - di rautiana memoria - la porta a citare come proprie predecessori anche Tina Anselmi e Nilde Iotti, in quanto donne con importanti ruoli nelle Istituzioni - e non in quanto antifasciste. Accanto a figure proprie della narrazione risorgimentale.
#Threads 1. Il parlamento istituisce la "Giornata degli #Alpini" per celebrare la data della sconfitta dell'esercito di invasione nazifascista (con generosa partecipazione italiana) in #Russia durante la #WW2 ad opera dell'Armata Rossa. A quale "eroismo" ci si riferisce?
2. Il revisionismo di un Paese incapace di fare i conti con le proprie responsabilità storiche: il tema emerge ogni anno in occasione del #10febbraio - rimozione delle politiche di italianizzazione forzata e di sterminio commesse dagli italiani fin al 1918 in #Friuli e #Istria.
3. Ma che emerge anche nelle distorsioni: perché la #GiornataDellaMemoria è il 27 gennaio - liberazione di #Auschwitz da parte dei sovietici nel '45 - e non il 16 ottobre - rastrellamento ghetto ebraico di #Roma nel '43? E ora in questa "giornata degli alpini".
#Thread 1. Perché #Putin cita #Stalin in chiave positiva, mentre attacca #Lenin, nel suo discorso alla nazione di riconoscimento del #Donbass (dicendo addirittura "L'#Ucraina dovrebbe chiamarsi 'repubblica di Lenin'"?).
2. L'era #Putin ha significato per la #Russia una profonda trasformazione culturale e la rifondazione dello Stato dopo il decennio di disgregazione e crisi seguito al crollo dell'#URSS. Uno dei pilastri è stata anche la politica memoriale e la didattica della Storia.
3. #Putin ha ripreso il sentimento nazionalista da sempre presente nel popolo russo e che lo stesso #PCUS, fin da #Stalin, ha utilizzato nel corso del tempo per costruire consenso verso il regime sovietico - tranne, appunto, sotto #Lenin.
1. La strage di #Bologna del 2 agosto 1980 non è parte della strategia della tensione, come erroneamente viene detto di solito: il contesto nazionale e internazionale, gli attori istituzionali e neofascisti, persino la massoneria, gli obiettivi erano diversi.
2. Ma la strage come metodo di lotta politica è eredità della strategia della tensione: il sottobosco affaristico-criminale, la rete di interessi tra neofascisti e conservatori, e soprattutto quel modo di essere dello Stato (non solo italiano) che è sbagliato definire "deviato".
3. Non erano più gli anni dei golpe né del conflitto sociale, il compromesso storico era fallito a livello di governo ma non di società. Tuttavia la trasformazione (o conservazione) in senso clientelare e autoritario dello Stato passavano ancora da anticomunismo ed emergenza.