🇹🇳#Tunisia 1/n L'81enne Rached #Ghannouchi ha da poco riunito la propria famiglia per mettere fine al digiuno imposto dal Ramadan, quando circa 100 elementi delle forze di sicurezza, molti dei quali in borghese, fanno irruzione nella sua abitazione. È subito chiaro a tutti che
2/n intendano arrestarlo. Ciò che lo è meno è cosa gli agenti stiano cercando mentre mettono a soqquadro la sua residenza, perlustrandola da cima a fondo. Per due ore, fra le proteste dei familiari dell'ex presidente del Parlamento della #Tunisia, gli agenti frugano tra i suoi
3/n documenti, rivoltano come calzini vecchi bagagli. Forse vogliono trovare le prove del complotto di cui già sospettano. Lo stesso che nel frattempo gli basta per motivare il suo trasferimento in una struttura militare della capitale. Di cosa è colpevole Rachid Ghannouchi? In
4/n un incontro con alcuni membri del Fronte di Salvezza nazionale, principale coalizione di opposizione all'autoritario presidente Saied, ha avuto l'ardire di asserire quanto segue: "La rimozione dell'Islam politico è un progetto di guerra civile". Sono parole che gli valgono
5/n l'accusa di "cospirazione contro la sicurezza dello Stato" sulla base degli articoli 68 e 72 del codice penale tunisino. Ma la serata non è ancora finita. Mentre la figlia Yousra dà l'allarme e si attiva per portare all'attenzione dei media la notizia dell'arresto del padre,
6/n ad essere perquisite sono anche le abitazioni della sorella e di altri funzionari del partito islamista moderato Ennahda. Tre di loro finiscono in manette. Anche il quartier generale dell'organizzazione politica viene fatta oggetto di un raid delle forze dell'ordine. Non
7/n hanno un mandato di perquisizione a giustificare l'irruzione, ma dichiarano comunque la chiusura della sede per almeno 3 giorni. L'indomani, la polizia vieta raduni fra le forze di opposizione; impedisce al partito di tenere una conferenza stampa sull'arresto del suo leader.
8/n Il presidente #Saied interviene dichiarando che il Paese è impegnato in una "guerra spietata contro coloro che cercano di minare lo Stato e le sue istituzioni". Ora, anziano e malato, Ghannouchi rischia una lunga detenzione, se non la pena di morte. Benvenuti in Tunisia.
9/n La parabola intrapresa dal Paese nordafricano è inquietante. Per capire bisogna come si sia arrivati a questo punto bisogna riavvolgere le lancette della storia, fermarle al 17 dicembre del 2010, un venerdì, nella cittadina di Sidi Bouzid.
10/n Mohammed #Bouazizi, 26 anni, di mestiere fa il fruttivendolo. La sera prima di darsi fuoco, il giovane africano guarda la sua merce. Alla propria madre dice di non avere mai visto delle arance, dei datteri e delle mele così belle. "Con questa frutta", aggiunge, "potrò
11/n comprarti dei regali. Domani sarà una bella giornata".
L'indomani Mohamed si sveglia presto, prima dell'alba, come tutte le mattine. Ma sulla strada dissestata che conduce al mercato, due agenti di polizia gli si fanno incontro: vogliono rubare la sua frutta. Non è la prima
12/n volta che succede. Del resto nel paese tutti sanno che i poliziotti taglieggiano gli ambulanti. Ma Mohammed questa volta si oppone, non ci sta. A metterci una pezza è suo zio. L'uomo si rivolge al capo della polizia locale, chiede comprensione, di lasciare che il nipote
13/n possa lavorare in pace. Trova ascolto: il capo striglia i suoi agenti, Mohammed può andare. Ma Fedya Hamdi, la poliziotta che ha fermato il giovane, non accetta di chinare il capo. Fatto ritorno al mercato, nella strada principale di Sidi Bouzid, la poliziotta mette nel
14/n mirino proprio il carretto di Mohammed: è da lì che riempie un cesto di mele e lo infila in auto. Una volta. Ma alla seconda, racconta il vicino di bancarella di Mohammed, il ragazzo si mette di traverso. Hamdi non desiste, spinge via il fruttivendolo e lo colpisce col suo
15/n manganello. Poi si dirige verso la bilancia con cui Mohammed pesa la sua merce. Di nuovo il ragazzo tenta di raggiungerla, ma due poliziotti, giunti in supporto della donna lo bloccano e lo prendono a schiaffi davanti a circa 50 persone.
"Perché mi state facendo questo?",
16/n urla disperato Mohammed Bouazizi, "sono un uomo semplice, voglio solo lavorare". Esasperato dalla pubblica umiliazione che gli è stata riservata, il giovane decide di recarsi in municipio a denunciare l'accaduto. Ma un impiegato gli nega un incontro: "Vai a casa, dimentica
17/n quello che è successo". Non può dimenticare, Mohammed, e ai suoi colleghi commercianti lo dice chiaramente. Ormai ha deciso: tutto il mondo saprà che veniamo trattati in questo modo, che il sistema tunisino è corrotto. "Mi darò fuoco", annuncia ai suoi amici. Ma nessuno di
18/n loro, nemmeno per un attimo, dà credito a quella promessa. Sono le urla che arrivano da un paio di isolati di distanza a far capire a tutti che Mohammed faceva sul serio. Si è piazzato davanti al municipio, lo stesso che lo aveva respinto, e si è fatto avvolgere dalle
19/n fiamme. La sua carne arde, e lui grida disperato. C'è chi afferra un estintore, ma è vuoto. C'è chi chiama la polizia, ma nessuno viene. E pure l'ambulanza non si vede: trascorre un'ora e mezza prima che Mohammed venga soccorso.
20/n La storia disperata di Mohammed, quella della Tunisia, prosegue per gli iscritti al Blog con gli scenari passati al vaglio in queste ore nelle cancellerie internazionali. dangelodario.it/2023/04/20/tun…
Ps: ci sono due giorni di lavoro dietro questo pezzo. Chi apprezza i miei
21/n sforzi, chi vuole avere completo accesso ai contenuti esclusivi del Blog, si iscriva ora. Vi ringrazio! steadyhq.com/it/dangelodario
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🇺🇦#Ucraina, retroscena di un'invasione. 1/n È associato ad una telefonata il primo ricordo dell'invasione russa per Oleksii #Reznikov, ministro della Difesa ucraino. Su #Kyiv è calata la nebbia, il 24 febbraio del 2022. Sono da poco passate le 4:00 del mattino quando lo
2/n smartphone squilla. Due ore prima rispetto alla sveglia impostata per le 6:00. Il tono di voce di Valeriy Zaluzhnyi non ammette repliche: "Oleksii Yuriiovcyh", scandisce con tanto di patronimico il comandante in capo delle Forze Armate, "hanno attaccato". Reznikov non ha
3/n bisogno di sapere chi, neanche di immaginare dove: "Capito. Sarò da te fra 20 minuti".
La consapevolezza di essere appena entrati nei libri di storia si fa spazio senza troppa difficoltà. Del resto basta prendere visione del "new normal" all'esterno del suo ministero per
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Le previsioni di un fuoriclasse. Bill #Burns (N°1 CIA): "#Putin e #Xi uniti dal 'senso del destino'". Retroscena #Ucraina e profezia su #Taiwan. Il ruolo degli #USA
1/n
Ricevendo il microfono da James Baker, splendido 92enne, ex segretario di Stato nell'amministrazione twitter.com/i/web/status/1…
2/n USA di Bush padre, Bill Burns dice con l'umiltà di cui solo i più grandi dispongono di aver avuto il privilegio di "imparare dai migliori". . "Non l'ho mai visto andare ad un incontro con un leader straniero senza sapere esattamente cosa volesse ottenere", racconta
3/n riferendosi all'anziano diplomatico.
"Aveva una rara abilità di mettersi nei panni di quel leader e capire la sua prospettiva. Ha vissuto all'altezza del motto del padre ogni giorno". A cosa si riferisce il direttore della CIA? Ma è semplice, alle "cinque P" indispensabili
🚨🇸🇩 1/n Attenzione a quanto sta accadendo in #Sudan. Scontri riportati nella capitale #Khartoum fra l'esercito sudanese ufficiale e le forze di supporto rapido (RSF) del generale Hemedti. Spari registrati anche nelle vicinanze dell'ambasciata italiana.
2/n 🚨🇸🇩 Operazioni sospese all'aeroporto internazionale di #Khartoum. L'esercito regolare sta bloccando le strade che conducono al palazzo presidenziale erigendo fortificazioni. Bloccato il transito sui ponti della capitale sudanese.
3/n Per chi vuole capire in estrema sintesi i motivi e i protagonisti degli scontri in corso a #Khartoum: da tempo in #Sudan infiamma la rivalità fra i due generali che nel 2021 hanno deposto il dittatore Omar al-Bashir, attualmente detenuto in una prigione sudanese per… twitter.com/i/web/status/1…
🇷🇺🇺🇦 #UkraineWar 1/n 24 febbraio 2022. Carri armati russi. Carri armati russi ovunque. Colonne infinite di veicoli blindati sciamano sull’alveare più ambito: il territorio ucraino. E le telecamere di sorveglianza, quasi ingenerose, ad immortalare la scena.
2/n Sebbene tutto abbia inizio col favore delle tenebre, che non si tratti di un incubo ma di terribile verità Andriy Yermak, capo dello staff del presidente #Zelensky, lo realizza presto. Quando il sole è da poco sorto su #Kyiv, sul suo telefono appare il prefisso del Cremlino.
3/n Dall'altra parte della cornetta c'è Dmitry Kozak. Il caso vuole che sia nato in Ucraina, ma è da tempo entrato a far parte del gabinetto ristretto di Vladimir #Putin. Parla a suo nome quando chiede a Yermak, e all'Ucraina, di arrendersi per evitare un inutile bagno di sangue.
🇫🇮 #Finlandia 1/7 Con una discreta dose di cattiveria giornalistica e di malizia umana qualcuno si è già chiesto se le elezioni di oggi in Finlandia saranno "the last dance" di #SannaMarin.
2/n Ogni riferimento al ballo scatenato che vide protagonista qualche mese fa il primo ministro uscente...NON è puramente casuale. È possibile - soprattutto all'estero - che un'eventuale, se non addirittura probabile, sconfitta della leader socialdemocratica verrà infine
3/n ricondotta a quell'eccesso di normalità, a quello sprazzo di verità in una vita da dedicare alle apparenze, costato tante critiche in patria ma (secondo i sondaggi) pochi voti in meno.
Eppure si dice che tutto dipenda sempre dalle aspettative. E allora bisogna dirlo: nelle
🚨🇦🇿🇦🇲 1/n Sanno di déjà-vu le immagini che in queste ore arrivano dal confine tra #Azerbaijan e #Armenia. L'esercito di #Baku sta ammassando sempre più truppe: la tenuta complessiva del già fragilissimo cessate il fuoco siglato (con qualche interruzione) nell'autunno del 2020
2/n fra le due ex repubbliche sovietiche non è mai stata così in bilico.
Da ormai settimane i civili armeni si addestrano in palestre improvvisate all'utilizzo di armi e tecniche di guerra. Promettono di combattere fino all'ultimo connazionale, invocano un intervento in loro
3/n difesa, descrivono come certo un attacco azero in questa primavera. Tenendosi larghi.
C'è una regola, in geopolitica, che rischia di sancire la condanna per l'Armenia: i vuoti sono fatti per essere riempiti. La guerra in #Ucraina ha "distratto" la #Russia dalla protezione