#MdT 13/07/1988 - Dopo 33 giorni di dure trattative nasce il Governo De Mita. Di regola nel formare i nuovi governi si utilizzano i criteri tradizionali. I partiti concordi sulle questioni nazionali e internazionali decidono di formare una maggioranza. Poi i programmi e il resto.
Questa volta è prevalso il criterio inverso. Prima di tutto il programma, senza intese politiche. Unico legame che tiene in piedi la nuova coalizione è la comune volontà di realizzare alcuni buoni propositi. E su quella nasce il governo. 
Per quanto riguarda i ministri De Mita ha lasciato il Tesoro nella mani di Giuliano Amato. Spostato alle Finanze Emilio Colombo per far posto al Bilancio a Fanfani. Ha fatto pace con Andreotti, quindi a lui gli Esteri. E a Gava, che lo aveva appoggiato, il Viminale.
All'insegna del consueto refrain "meno spese è più entrate dalla lotta all'evasione"(proprio una novità e sorrido amaramente), De Mita decide qualcosa di importante. D'ora in avanti ogni ministro che promuove una spesa deve dire dove andare a prendere i soldi.
Dopodiché le decisioni si prenderanno solo in Consiglio dei Ministri, e solo quando il Tesoro avrà dato la sua approvazione. Applausi da politici e stampa. "De Mita inizia bene". "Che bravi i nostri presidenti del consiglio". I migliori. Almeno nella prima settimana.
E così prese il via il Governo De Mita. Con un Craxi che covava già la vendetta al grido di "te la do io prima o poi la staffetta". Si sapeva. Craxi lo avrebbe lasciato andare in giro come una farfalla impazzita per poi dargli, al momento opportuno, il benservito.
