In materia di partecipazioni statali, il duo Craxi-Andreotti funzionava. Romano Prodi e Franco Reviglio, chiamati sei anni prima a rimettere ordine e pulizia all'Iri e all'Eni furono sostituiti da Franco Nobili e Michele Cagliari più in sintonia con i padrini politici. 
C'era un terzo ente pubblico, l'Efim, che fatturava 5.000 miliardi. Peccato avesse 4.700 miliardi di debiti. Non aveva mai chiuso un bilancio senza perdere almeno un centinaio di miliardi. Non poteva fare di meglio con 500 miliardi da pagare di interessi
La Corte dei Conti disse che i debiti erano dovuti all'intrusione dei partiti politici nella gestione delle aziende fino al punto di distruggerle. Craxi e Andreotti non se lo fecero dire due volte. Per dovere di spartizione i vertici dell'azienda toccavano ai socialdemocratici.
L'anno successivo insediarono il socialista Gaetano Mancini alla presidenza e il giovane Mauro Leone, figlio dell'ex presidente, alla vicepresidenza. In pratica il CAF faceva sul serio. Tanto da resistere tre anni. Come andò a finire l'Efim?
Fu messo in liquidazione travolto da 18mila miliardi di debiti. E Mauro Leone finì in prigione per aver usato un sacco di miliardi dei una società pubblica per case per anziani che ancora dovevano essere allestite.
Quando Andreotti arriva al governo, l'azienda Italia non stava molto meglio dell'Efim (fatte le debite proporzioni). Un milione 100mila miliardi di reddito produceva l'Italia, Oltre un milione di miliardi di debito aveva la Repubblica Italiana
Come per l'Efim, era il peso degli interessi ad essere soffocante. Nel 1987 Amato aveva speso 77mila miliardi. Nel 1988 10mila in più. Quando Carli chiuse i conti era diventati 19mila in più. Cioè 106mila miliardi di interessi pagati in un anno.
Quanto incassava lo Stato da tutte le imposte indirette? 126mila miliardi. Ormai l'Iva serviva solo a pagare chi prestava soldi allo Stato. Tra prestiti che scadevano e quelli nuovi lo Stato aveva emesso 500mila miliardi di titoli di Stato. Un vortice infernale.
Ricordate Ciampi e la spirale negativa che aveva paventato in Parlamento? SI era innescata. "Al primo stormir di inflazione i tassi saliranno, il tesoro dovrà pagare più di quello previsto, quindi serviranno nuovi soldi che non troverà, e aumenterà il deficit annuale, e..e..e...
