#MdT 25/03/1974 – Ore 08.30 Pina è arrivata alla stazione centrale di Milano. Ha con sé la figlia Tullia di due anni. Arrivano da Napoli, la città di origine della famiglia, dove è stata per una breve vacanza. E’ arrivata da un’ora e sta aspettando con la bimba in braccio. 
La sera prima aveva parlato con suo marito Lucio che le aveva promesso che sarebbe andato a prenderla. Avrebbe preso un taxi perché la sua auto non poteva circolare con la targa dispari. “Non ti muovere dalla stazione. Non portare le valigie che pesano”.
Pina non si sa spiegare del ritardo del marito. Non potendo aspettare ancora con la bimba che piange decide di prendere un taxi. Pina e la bimba sono arrivate a casa, in via Sauli. Ma cosa ci fa la polizia davanti alla sua casa?
Pina piange mentre ascolta la polizia. Un’ora prima che lei arrivasse a Milano il corpo di suo marito Lucio (impiegato di banca al Credito Lombardo) è stato trovato morto al Parco Lambro. Ma non è il solo dramma.
Secondo la polizia Lucio è stato sorpreso mentre spiava una coppietta. La scoperta aveva scatenato la furia di un uomo che prima lo aveva picchiato e poi gli aveva sparato due colpi uccidendolo. Colpi sparati da un metro.
Urla Pina. Suo marito non è quella roba lì. Non era un vizioso. Era una persona serena che viveva per la famiglia. Un onesto lavoratore. Sono sicura che non può aver fatto una cosa del genere. Piange mentre stringe la piccola Tullia.
#MdT 25/03/1974 – Ore 13.30 Chiara ha 9 anni ed abita di fronte alla Casa dello Studente di viale Romagna. Sta tornando da scuola e si ferma per acquistare delle figurine all'edicola. Una pallottola le trapassa il bacino. Ha sparare è Marco Pastori, in auto con Danieletti.
Cosa hanno a che vedere i due fatti? Un passo indietro.
Al giorno prima. Ore 23.00 Parco Lambro. Danieletti e Pastori, neofascisti, sono nella boscaglia del parco Lambro. Pastori, 17 anni, evaso dal riformatorio Beccaria, è nervoso.. Qualcosa si muove dietro un cespuglio.
Al giorno prima. Ore 23.00 Parco Lambro. Danieletti e Pastori, neofascisti, sono nella boscaglia del parco Lambro. Pastori, 17 anni, evaso dal riformatorio Beccaria, è nervoso.. Qualcosa si muove dietro un cespuglio.
Pastori è sicuro che sia un poliziotto in borghese e spara tre colpi. L’uomo si accascia a terra. “muori bastardo” urla il Pastori. L’indomani Pastori è in auto con Danieletti.” Ho ancora qualche colpo. Andiamo a spararlo ai ' rossi'. Così avevano ferito un passante e Chiara.
Bene, dai, quindi l’accusa contro Lucio è caduta. Non era un guardone. Stessa pistola, stessi proiettili. Un gioco per gli inquirenti. Magari. Passarono 12 anni prima che Danieletti confessasse l’omicidio da parte di Pastori e Pina calmasse finalmente il suo dolore. Il motivo?
Il perito balistico (amico di Pastori) capito che era la stessa pistola, aveva cambiato la canna della Beretta calibro 22 depistando le indagini. Pastori, scarcerato per decorrenza termini, era fuggito all’estero. Verrà arrestato in Spagna nel 1994, Viveva da nababbo.
I giornali arrivarono a dire che “il guardone era morto dalla vergogna". Di crepacuore visto che i due proiettili avevano colpito le gambe. E questo malgrado l’autopsia riportasse la notizia di un terzo proiettile (quello fatale che gli aveva reciso l’aorta) rimasto nel corpo.
Per questo Lucio fu per anni il guardone del Parco Lambro. Invece Lucio Terminiello amava solo passeggiare di sera in quel parco. Non era un vizioso. Non lo era mai stato. Fu, con Pina e la piccola Tullia, solo l’ennesima vittima innocente di questo Paese.
