Sull’economia lo vediamo ogni giorno e i risultati sono un disastro. Lo spread è aumentato di 180 punti. La crescita è ferma. La disoccupazione va su. La borsa ha bruciato 100 miliardi. Ma sul resto, sull’immigrazione, come sta andando la strategia di Salvini?
In campagna elettorale, e nel contratto di governo, Salvini aveva promesso: più rimpatri, meno irregolari, meno sbarchi, Italia finalmente forte in Europa, e capace dunque di imporre la sua linea, anche sui migranti. Ma anche qui le cose non tornano.
Giancarlo Giorgetti, alla festa del Fatto, quest’estate, commentando la promessa fatta dal leader leghista in campagna elettorale, “rimpatrieremo 500 mila irregolari”, aveva ammesso che “Salvini l'ha sparata grossa” perché mancano soldi, aerei e accordi con gli stati africani.
In 5 mesi Salvini non soltanto non è riuscito a fare un solo accordo bilaterale in più sui rimpatri rispetto a quelli siglati dai governi precedenti (Tunisia, Egitto, Marocco,Nigeria) ma in più con il suo decreto sicurezza ha creato le condizioni per far aumentare gli irregolari
In che modo? Prendente il dl sicurezza. Il decreto abolisce i cardini della protezione umanitaria e grazie a questo gioco di prestigio l'Ispi ha stimato che da qui al 2020 ci saranno 130 mila nuovi irregolari in più in Italia, di cui 60 mila di fatto creati dal decreto Salvini.
Accanto alle proiezioni dell'Ispi, già note, ce ne sono altre non note messe insieme dall'Anci e che riguardano scenari relativi già al 2019. Il Foglio ha consultato queste stime e i risultati sono pazzeschi.
Solo per effetto del decreto, il prossimo anno i richiedenti asilo che diventeranno irregolari, e che vivranno dunque nell'illegalità, saranno 66.000 e faranno lievitare le presenze di clandestini da 491 mila di oggi ai 557 mila di domani.
In Piemonte, su 10.380 persone accolte nei centri di accoglienza, sono 5.000 quelle che risulterebbero prive di un titolo di soggiorno a seguito dell’abolizione della protezione umanitaria (dati del comune di Torino).
A Roma, come ha dichiarato l’assessore Baldassarre, “se non cambierà il decreto Salvini, 1.059 persone usciranno dal sistema Sprar, con due effetti: i servizi sociali si dovrebbero fare carico di queste persone, e non ce la fanno, e aumenterebbero le situazioni di illegalità”.
Se produci più irregolari e non fai più rimpatri il risultato è un disastro. E se si considera quanti sono i rimpatri annui fatti in media dall’Italia tra il 2013 e il 2017 (5000 l’anno) si capirà cosa stiamo rischiando.
E in Europa? Alla fine di giugno, il presidente del Consiglio aveva espresso la sua soddisfazione per il vertice del Consiglio europeo dedicato al tema dei migranti. Ma la redistribuzione in Europa dei richiedenti asilo e dei profughi come sta andando?
Siamo andati allora a guardare cosa dicono i dati della Commissione europea sulla “relocation” e abbiamo confrontato i dati del 31 maggio 2018 con quelli del 30 ottobre 2018.
Da maggio a oggi, l'Austria ha accolto due migranti in più dall'Italia. Il Belgio zero. La Bulgaria zero. La Croazia zero. Cipro zero. L'Estonia zero. La Finlandia uno. La Francia uno (da 635 a 636). La Germania dodici (da 5.434 a 5.446). La Polonia zero. L'Ungheria zero.
E' vero che il programma di ricollocazione è scaduto nel settembre 2017 e che da allora possono essere ridistribuiti solo richiedenti asilo arrivati prima di quella data. Ma questi dati ci dicono comunque qualcosa di importante.
Primo: gli alleati che il governo ha scelto in Europa per aiutare l'Italia sono gli stessi che non hanno intenzione di aiutare l'Italia.
Secondo: le forzature messe in campo dall'Italia sulla gestione dei porti hanno allontanato dall'orbita del nostro paese gli unici governi (Francia, Germania) disposti a riformare il trattato di Dublino...
... e fino a che non sarà cambiato il trattato di Dublino l'Italia continuerà ad avere la responsabilità su tutti i migranti che sbarcheranno in Italia.
Salvini potrebbe consolarsi con le percentuale degli sbarchi e in effetti al 31 ottobre 2018, rispetto al 2017, gli sbarchi sono crollati dell'80,2 per cento.
Un numero impressionante che diventa però relativo se si osserva che percentuale ha trovato Salvini quando è arrivato al Viminale: al 31 maggio, meno 77,7 per cento.
La strategia di Salvini funziona quando l’emergenza che promette di risolvere è una non emergenza. Ma quando si parla di problemi seri Salvini non solo non ha idea di come risolvere i problemi ma rischia di aggravarli. Occhio ilfoglio.it/politica/2018/…
