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Johannes Bückler @JohannesBuckler
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Tempo fa vi ho raccontato del gerarca più mussoliniano di Mussolini, dell’uomo “che respirava per suo ordine”, insomma di Achille Starace.
Oggi vi parlerò di un gerarca completamente diverso da Starace, l’uomo più presentabile del regime: Italo Balbo.
Italo Balbo nasce a Quartesana in provincia di Ferrara nel 1896. Quarto di cinque figli, i genitori maestri elementari. Durante la scuola stringe una vera amicizia con Renzo Ravenna, un ragazzo ebreo.
Balbo avrà sempre buoni rapporti con la comunità ebraica di Ferrara.
Balbo non amava lo studio. Non arrivò mai al diploma di scuola media superiore. A lui interessavano di più i grandi cambiamenti della società, le discussioni tra monarchici e repubblicani. Seguiva con particolare attenzione gli anarchici e i rivoluzionari.
A 15 anni scappa di casa arruolandosi nelle Camicie Rosse del figlio di Garibaldi, Ricciotti, per andare a combattere in Grecia. Il padre lo fa ricercare dalla polizia e lo riporta a casa. Non riesce a stare fermo. Fonda il Partito repubblicano Socialista e il Partito Mazziniano.
Frequentando la redazione del "Popolo d'Italia" conosce Mussolini. Partecipa alla grande guerra combattendo nel corpo degli alpini, mettendosi in mostra come organizzatore. A 25 anni si iscrive al Partito Nazionale Fascista. Viene nominato Segretario del Fascio di Ferrara.
E' una fase strana per Balbo. Lui, che deplorava la violenza, partecipa a diverse manifestazioni fasciste con morti e feriti. E' sua la somministrazione di olio di ricino agli avversari. Nel 1923 è capo della Milizia Volontaria e vice ministro dell'economia (non ne sapeva niente)
Nel 1926 viene nominato Sottosegretario all'Aeronautica della Regia Aeronautica (fondata nel 1923). Prende il brevetto di pilota e impara a conoscere ogni particolare degli aerei. Nel campo del volo fa conoscere l'Italia al mondo intero.
Furono spettacolari le sue imprese. Tanto che Italia era sinonimo di volo, aerei, record dell'aria, affidabilità industriale. Non amava voli in solitaria, ma intere squadre aeree con un gran numero di velivoli.
L’aereo più amato da Balbo e’ l’idrovolante Savoia Marchetti S 55,
Famose le sue crociere nel Mediterraneo, quelle nel Sud e Nord Atlantico. Fino alla straordinaria Crociera aerea del Decennale, nel primo decennale della Regia Aeronautica. 25 idrovolanti SIAI-Marchetti S.55X, in 8 squadriglie con 52 ufficiali piloti. Tornarono 24 idrovolanti.
Il "Grande Capo Aquila Volante", come ormai lo chiamavano nel mondo, era diventato l'italiano più famoso del mondo. E questo a Mussolini non piaceva. Promuovendolo Maresciallo dell'Aria, lo spedisce in Libia. Ormai i motivi di dissidio con Mussolini sono troppi.
Balbo non era stato d'accordo con la partecipazione italiana alla Guerra civile spagnola. Era critico all'accordo tra Germania (che detestava) e l'Unione Sovietica. Contrario al Patto d'acciaio e soprattutto alle leggi razziali (che si rifiutò di applicare in Libia)
#MdT 28/06/1940 - Ore 17.30 Tobruk, base militare italiana. Nove bombardieri della RAF sganciano bombe sull'aeroporto. La reazione della contraerea italiana è scarsa e i velivoli inglesi se ne vanno. Balbo è in volo lì vicino con il suo I-MANU (dal nome della moglie Emanuela).
Si avvicina. La contraerea italiana pensa che sia un aereo inglese tornato per sganciare ancora bombe e apre il fuoco centrando l'ala destra dell'aereo di Balbo che precipita. Per lui e i suoi uomini d'equipaggio non c'è scampo. Verrà identificato da un portasigarette d'oro.
La morte di Balbo suscitò grande emozione tra gli inglesi, che il 30 giugno lanciarono un bossolo con un foglio: "La Royal Force britannica esprime la sua sincera partecipazione al cordoglio per la morte del maresciallo Balbo, un grande comandante e un coraggioso aviatore".
Il fascismo non fu solo Mussolini, ma un insieme di uomini, ognuno con le sue idee e personalità. Balbo era uno di questi. Completamente diverso, per esempio, dal "cretino obbediente" Achille Starace.
Infatti alla notizia della morte di Balbo il Duce non battè ciglio.
La salma di Balbo e degli altri caduti nell'incidente di Tobruch rimasero in Libia fino al 1970. Quando Mu'ammar Gheddafi minacciò la distruzione dei cimiteri italiani la famiglia Balbo rimpatriò la salma scegliendo come luogo di sepoltura Orbetello.
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