La Wehrmacht è ormai a soli 100 chilometri dalla città. Solo un miracolo la può salvare.
Fu lui a raccontare quello che avvenne quel 16 novembre quando un gruppo di soldati sovietici si era trovato di fronte 54 carri armati tedeschi.
“Eroi dell’Unione Sovietica”, come li nominò Stalin nel 1942, inserendo “i 28 figli coraggiosi” nell’inno municipale di Mosca.
Anche questa storia era inventata. Una storia frutto della fantasia di Vasili Koroteev, reporter di guerra del giornale dell’Armata Rossa, Krasnaia Zvezda.
Ritrovando persino due dei “28 coraggiosi” caduti, ancora vivi.
Fu subito arrestato e mandato in un gulag per 15 anni.
Il ministro della Cultura Vladimir Medinsky:
"it is a sacred legend which it's simply impossible to besmirch"
"And people who try to do that are total scumbags."
Che racconta "una storia che tutti i giovani russi devono conoscere a memoria"
Ma bufala era e bufala resta.