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L’Italia e’ in recessione grazie anche alle stupidaggini del governo, benedette da pseudoeconomisti ed ex-economisti nostrani e da alcuni economisti stranieri che del nostro Paese capiscono nulla.

#Bagnai #Bifarini #Borghi #Dragoni #Rinaldi & co, #Mody 1/n
Col ritorno della recessione, membri del “dipartimento di economia della Lega” e altri pittoreschi personaggi hanno ripreso a rumoreggiare a favore dell’uscita dall’Italia dall’euro. 2/n
Un po’ di riflessioni su quello che dicono (e soprattutto quello che non discutono davvero) i leader no-euro. Avviso: questo sara’ un thread *molto* lungo. 3/n
(English-speaking followers: This will be a *very* long thread in Italian on arguments made by leaders of Italy’s no-euro crowd. Sorry if it’s boring. Among others, it reiterates some of the points I made in English here: ) 4/n
Punto di partenza: questo post di Alberto Bagnai del 2017: goofynomics.blogspot.com/2017/03/exit-r… e questo suo articolo con Brigitte Granville e Christian Mongeau Ospina nello stesso anno: sciencedirect.com/science/articl… 5/n
Al centro degli argomenti di Bagnai e coautori e’ che sia possibile inferire dall’esperienza dei riallineamenti di parita’ di cambio avvenuti durante gli anni del Sistema Monetario Europeo e con la crisi del 92-93 quello che accadrebbe in caso di uscita dell’Italia dall’euro. 6/n
E’ un’idea completamente fuorviante. L’uscita dall’euro avrebbe conseguenze per l’economia italiana di portata enormemente piu’ grande e profonda di quelle di un riallineamento del cambio, e anche di una crisi come quella del 92-93. 7/n
L’esercizio nell’articolo in Economic Modelling semplicemente non e’ in grado di catturare la situazione in cui anche solo il sistema bancario italiano si troverebbe non appena si diffondesse il timore reale di un’Italexit. 8/n
L’Italia si troverebbe rapidamente e (molto probabilmente) a lungo in una situazione di autarchia finanziaria, con un sistema bancario collassato o completamente chiuso per prevenirne il collasso. 9/n
Uscire dall’euro significherebbe fare default su una quantita’ e scala di contratti tale che pensare che questo non succeda e’ illusione—illustra quello che e’ successo in e alla Grecia quando la probabilita’ di Grexit e’ salita nella tarda primavera del 2015. 10/n
Inoltre, al momento non esiste nemmeno una procedura legale ben definita per l’uscita dall’euro. 11/n
Se uscire dall’euro richiedesse anche l’uscita dall’Unione Europea (l’interpretazione prevalente delle norme esistenti), le complicazioni e i costi associati all’uscita diverrebbero ancora piu’ elevati. 12/n
L’esperienza degli inglesi dal Brexit referendum dovrebbe suggerire le complicazioni che avremmo di fronte e dunque quanto sia risibile l’idea di un piano B che si completa in un weekend lungo o che e’ comunque di facile attuazione. #Savona 13/n
Ma supponiamo di uscire dall’euro e di superare la dolorosa fase di transizione (che potrebbe richiedere anni, se non un decennio o oltre). 14/n
Spostiamo la nostra attenzione verso l’orizzonte piu’ lungo, oltre la crisi post-uscita, e parliamo di cosa attenderebbe l’Italia dopo. 15/n
I no-euro amano lanciarsi in roboanti dichiarazioni ma in realta’ sono alquanto vaghi nei loro pronunciamenti sul futuro che vorrebbero disegnare per la politica economica italiana. 16/n
Per esempio, i sovranisti spesso cantano le lodi dei movimenti del tasso di cambio per l’aggiustamento dell’economia. 17/n
Ho scritto recentemente su come le strategie di fissazione del prezzo da parte delle imprese impattano il ruolo del tasso di cambio. Cose di cui i guru no-euro si guardano bene dal parlare. Trovate quel thread qui:
18/n
Ora parliamo di altre cose di cui gli “intellettuali” sovranisti non dicono abbastanza. In particolare, in quale regime di cambio sarebbe davvero gestita la nostra politica monetaria una volta superato il periodo piu’ complicato? 19/n
Cambi flessibili? Oppure agganceremmo la lira all’euro (o ad un’altra valuta) aggiustando la parita’ quando ritenuto conveniente? 20/n
La seconda opzione non e’ molto differente dal Sistema Monetario Europeo e fini’ male all’inizio degli anni 90. 21/n
Supponiamo si scelga la flessibilita’ del cambio. E supponiamo che la Banca d’Italia, asservita alle preferenze in voga tra i sovranisti, espanda l’offerta di moneta in modo da causare deprezzamento della lira ogni volta che siamo in recessione. 22/n
I sovranisti pensano davvero che i paesi che perderebbero competitivita’ nei nostri confronti starebbero fermi a guardare? 23/n
Immaginate una situazione in cui, una volta fuori dall’euro, siamo fuori anche da Unione Europea e Mercato Unico. 24/n
Siamo isolati da quelli che erano i nostri partner e oggetto del loro comprensibile risentimento per il danno causato a quello che era fino a qualche anno prima era un progetto comune di cui eravamo stati tra i fondatori. 25/n
Immaginate che, in questa situazione, iniziamo a gestire la nostra politica monetaria in maniera chiaramente motivata dalla ricerca di “successo nostro a danno vostro”. Ma davvero i sovranisti pensano che non ci sarebbero reazioni? 26/n
Se il deprezzamento della lira dovesse costare competivita’ ai produttori francesi, spagnoli e nordeuropei sul mercato europeo, dazi sui nostri prodotti sarebbero il minimo che mi aspetterei. 27/n
Visto che Bagnai ama fare appello all’esperienza dei riallineamenti nel Sistema Monetario Europeo, forse dovrebbe ricordare che i produttori francesi e tedeschi volevano dazi contro l’Italia gia’ nel 92-93. 28/n
e che questi dazi non furono imposti anche perche’ non fu possibile argomentare che la svalutazione della lira fosse risultato di una scelta intenzionale di politica economica: 29/n
la Banca d’Italia fece tutto il possibile per difendere il cambio. Ora invece si vorrebbe poter usare il cambio a piacimento senza mai aspettarci una reazione?!? 30/n
Ma supponiamo che anche questo problema non ci sia. I sovranisti pensano davvero che, una volta usciti dal periodo di autarchia finanziaria associato con la fase di transizione, paesi esteri sarebbero disposti a farci prestiti in lire? 31/n
Visto anche quello che gli pseudoeconomisti sovranisti paiono suggerire per la nostra politica fiscale e il ruolo del finanziamento monetario di deficit, e’ molto piu’ probabile che dovremmo indebitarci in euro o in dollari. 32/n
Il risultato sarebbe che ogni deprezzamento della lira farebbe salire il peso dei nostri debiti esteri. Rischieremmo di finire in situazioni sperimentate da Argentina o altre economie emergenti con storia di indebitamento in valuta estera. 33/n
Questo o vivere in un regime di repressione finanziaria in cui gli italiani sono di fatto forzati ad acquistare tutti i titoli emessi dal governo. I sovranisti vogliono una situazione di autarchia finanziaria auto-imposta? Perche’ non lo dicono? 34/n
Gia’. E’ un’altra delle cose che non si capiscono nella retorica della politica economica no-euro: saremmo aperti ai movimenti internazionali di capitali o no? 35/n
Il sovranista potrebbe replicare che anche se il costo di debito estero salisse, non sarebbe un grande problema perche’ l’effetto espansivo del deprezzamento della lira sarebbe maggiore di quello recessivo del costo aggiuntivo del debito. 36/n
Davvero? I deprezzamenti hanno effetti espansivi cosi’ grandi? La sterlina si e’ deprezzata parecchio dal Brexit referendum. Per ora gli inglesi non hanno visto gran beneficio. 37/n
La realta’ e’ che la natura del commercio internazionale e’ cambiata molto dall’inizio degli anni 90. 38/n
Il modo in cui fluttuazioni dei tassi di cambio influenzano esportazioni ed importazioni e’ molto piu’ complicato a causa della frammentazione di processi produttivi tra paesi. 39/n
Il risultato e’ che oggi un indebolimento della valuta puo’ causare tanti danni quanti benefici all’export facendo salire i costi associati con l’importazione di beni intermedi da usare nella produzione di prodotti finali. 40/n
Se volete leggere di piu’ su come le cose sono diventate piu’ complicate che in passato, suggerisco questi due articoli di Filippo di Mauro e coautori: voxeu.org/article/limite…
41/n
Inoltre, per i sovranisti che amano ricordarci che l’Italia e’ diversa dall’Argentina… vero! L’Italia non esporta commodities o materie prime. 43/n
Ma rimane un problema: l’Italia ha bisogno di *importare* materie prime (a cominciare dall’energia) per produrre tutte le belle cose che esporta. E i prezzi di queste materie prime non sono (e non saranno) in lire. 44/n
Come la mettiamo con le conseguenze per il nostro export sector dell’impatto sui costi di produzione ogni volta che la lira si deprezza?

Le cose di cui i guru no-euro parlano poco iniziano a essere tante. 45/n
Eccone un’altra: le svalutazioni agiscono come una tassa regressiva, che colpisce sproporzionatamente le famiglie a basso reddito. 46/n
In proposito, suggerisco questo articolo di Javier Cravino e Andrei Levchenko: voxeu.org/article/anti-p…
47/n
Certo, l’Italia non e’ il Messico, ma vogliamo fare una scommessa sulla composizione dei panieri di consumo lungo la distribuzione del reddito in Italia? 48/n
Infine, un pensiero per l’inflazione: i sovranisti amano dire che il ricorso alla stampante non causerebbe problemi di inflazione perche’ il Giappone... 49/n
Un “dettaglio” tra i tanti che rendono il Giappone tanto, ma tanto diverso dall’Italia sovranista che possiamo immaginare: questi pseudoeconomisti capiscono l’importanza di avere una banca centrale credibile? 50/n
Capiscono cosa vuol dire questo per le aspettative di inflazione e per l’inflazione stessa, anche in una situazione di espansione monetaria? 51/n
Perche’ non discutono davvero nei dettagli l’impatto che le politiche di cui parlano e una Banca d’Italia di nuovo asservita al governo avrebbero sulla credibilita’ di inflazione bassa e stabile in Italia? 52/n
Si rendono conto i guru sovranisti che stupidaggini del tipo “oro alla patria”, “nazionalizziamo la Banca d’Italia”, “il denaro e’ infinito” e altre amenita’ puntano nella direzione di un rapido smantellamento della credibilita’ dell’istituzione? 53/n
La realta’ e’ che non si vedono i sovranisti proporre, chesso’, un tasso di cambio flessibile, un regime di inflation targeting, e politica fiscale anticiclica (che vuol dire si risparmia quando l’economia sta andando bene) degni di un paese avanzato. 54/n
Li si vede proporre minestroni di politiche economiche confuse e mancette in linea coi disastri prodotti da governi populisti in tanti altri paesi nel passato lontano e recente. E per questo, piu’ di qualsiasi altro motivo, mi tengo stretto l’euro. 55/n
Thread lunghissimo, per cui riassumiamo:

I costi di uscire dall’euro sarebbero molto piu’ alti di quello che Bagnai, Borghi & co. tentano di far pensare. Anche accettando i costi di transizione nella speranza 56/n
che siano compensati da guadagni nel lungo periodo, trovo impossibile pensare che, superata la transizione, la gestione della politica economica italiana (per quello che si capisce dalla retorica sovranista) darebbe i risultati sperati. 57/n
La nostra storia e quello che si sente dagli pseudoeconomisti no-euro non rendono ottimisti. I problemi dell’Italia non hanno a che vedere con la moneta e non sarebbe tornando alla lira che verrebbero risolti. 58/n
L’Italia non e’ l’Argentina o il Venezuela, ma le ricette sovraniste puntano in quella direzione molto piu’ che in quella di un nuovo paese modello per la politica economica. 59/n
E concludo ripetendo quanto ho gia’ detto altrove: tutto questo non vuol dire che il disegno attuale dell’euro sia ottimale. Anzi. C’e’ molto su cui e’ necessario lavorare. Ma si sta un sacco meglio che a Caracas. n/n
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