Thread by @maurovanetti

Dice «Ma confrontatevi sui libri coi fascisti». Io l'ho fatto, vi racconto com'è che è andata.
Ero universitario e coordinavo un gruppo di giovani comunisti. Abbiamo invitato Mimmo Franzinelli, celebre storico antifascista, a presentare a Scienze Politiche «Squadristi».

Franzinelli è stato molto gentile, è venuto e siccome è famoso anche il preside di Scienze Politiche, che se non sbaglio era Veca, è venuto a sentirlo. Ma sapete chi altri è venuto? Tutto il gruppo locale di naziskin (del Veneto Fronte Skinheads, anche se siamo in Lombardia).

Franzinelli ci ha detto che per lui era inaccettabile che cacciassimo via i nazisti, si era in università che è un luogo di confronto e quindi anche se odia i fascisti bisognava distruggerli nel dibattito. Noi abbiamo detto OK, ma che bisognava stare attenti.

I nazisti si sono seduti in prima fila e il loro capo, un pugile alto due metri di nome Marco Rossella detto Rise («gigante» in tedesco sbagliato), alla fine della relazione ha alzato la manina.

Il capo dei naziskin ha chiesto a Franzinelli (giuro): «Ma se gli squadristi erano pochi e quelli delle leghe e dei sindacati e dei partiti di sinistra erano tanti, ma le prendevano, possiamo dire che gli antifascisti erano dei senza palle?». Franzinelli gli ha riso in faccia.

Franzinelli ha risposto che certo, gli antifascisti le prendevano, ma perché la maggior parte di loro erano lavoratori che passavano la giornata a sgobbare, non erano dei tagliagole perditempo pagati dai padroni e dagli agrari e difesi dallo Stato come gli squadristi. Sdeng!

Alla fine i naziskin, nonostante la figuraccia "dialettica" che avevano fatto, hanno voluto comprare il libro e farselo autografare da Franzinelli, che un po' imbarazzato sperava di aver perlomeno insegnato loro qualcosa. Poi l'ho accompagnato in stazione e ringraziato.

Salutato Franzinelli, siamo andati a berci una cosa in un baretto tranquillo, una caffetteria che si chiamava Giordano, in via Beccaria. Chi è arrivato subito dopo? I neonazisti, credo per caso (Pavia è piccola). Si sono seduti di fianco ridacchiando.

Ho detto ai fascisti di lasciarci in pace dopo che avevano già avuto l'occasione di dire la loro. Allora uno di loro mi ha tirato un calcio in faccia.

Va detto che ci siamo difesi bene pur essendo dei tranquilloni. Eravamo io, Pietro e Irina: Pietro ne ha steso uno con un colpo secco ed è corso a cercare aiuto, gli altri mi stavano massacrando ma a sediate e bottigliate li ho neutralizzati con la forza della disperazione.

La polizia è arrivata, c'era il pugile con un rivolo di sangue causa bottigliata, gli altri con occhio nero causa Pietro o problemi alla schiena causa sediate. Io e Irina ci eravamo rifugiati in un negozietto alquanto spaventati e ammaccati anche se la fortuna ci aveva sorriso.

La polizia ha denunciato tutti quanti, anche noi vittime, per rissa. Poi ho chiamato Franzinelli per dirgli cos'era successo ed è stato molto solidale e un po' stupito che il dialogo su un libro coi fascisti fosse finito così male. Fine della storia, credo istruttiva.

Prima che qualcuno pensi che sto millantando, ecco una traccia degli eventi che ho ritrovato online: ricerca.gelocal.it/laprovinciapav…