Vi ho parlato ieri del debito pubblico che a fine 1994 avrebbe superato i 2 milioni di miliardi di lire. Vi confiderò un segreto. Il debito nel 1993, aveva già superato i 2 milioni di miliardi.
Sarebbe bastato considerare i 150mila miliardi che l'Iri, Eni ed Enel dovevano restituire alle banche e a chi aveva acquistato le loro obbligazioni. Ma i tre enti erano ora delle S.p.A, giusto? Bene, dissero, allora non sono catalogabili come "Stato". 
Però nel 1992 la Banca d'Italia (e era proprio Ciampi) aveva mandato una circolare al riguardo. Era lo Stato che si doveva far carico dello Stato. La Cee infatti protestò per quell'utilizzo distorto del diritto privato. Andreatta andò a Bruxelles e chiese di chiudere un occhio.
In cambio promise di privatizzare a tappeto. In fondo non aggiungere 150mila miliardi al debito pubblico era tanta roba.
Questa era la situazione delle nostre finanze. Tutti quegli anni di deficit corrispondevano(fino al '96) a 4 rate da 170-180mila miliardi solo di interessi.
Questa era la situazione delle nostre finanze. Tutti quegli anni di deficit corrispondevano(fino al '96) a 4 rate da 170-180mila miliardi solo di interessi.
Ogni volta che lo stato incassava 1000 lire di tasse, il Tesoro ne pagava 400 di interessi sul debito. Così almeno sino al 1996. Ad Andar bene. E se la situazione precipitava? Se lo Stato avesse dovuto farsi carico dei debiti dell'Iri? Meglio non pensarci.
Ciampi cominciò a rifletterci. E per prima cosa decise di....aumentare il debito pubblico. Per anni i precedenti governi avevano fatto di tutto per far apparire la realtà migliore di quanto non fosse. Ciampi fece l'opposto.
Inserì come debito, aumentandolo di 67mila miliardi, i crediti d'imposta, i soldi che lo Stato doveva restituire ai contribuenti. E il rapporto tra debito e Pil salì. Ma Ciampi aveva anche altro da fare. Per esempio completare l'accordo sul costo del lavoro di Amato.
Come per incanto i tassi cominciarono a scendere. Dall'estate del losco speculatore, i tassi erano passati dal 13% a poco più del 7%. Se hai 2 milioni di miliardi di debito significava risparmiare migliaia di miliardi di minori interessi.
Il primo passo era fatto. Sottrarre risorse all'inceneritore dei tassi stratosferici. Era una questione di credibilità. Era stato sufficiente governare il paese e le relative finanze. "Fosse stato fatto prima avrebbero risparmiato l'accanimento sui contribuenti" pensò Ciampi.
Il primo obiettivo era raggiunto. Ora sotto col documento di programmazione. Il piano di Cassese era pronto. Ciampi disse che la manovra nel '94 sarebbe stata composta da 9 decimi da minori spese, dai tanto evocati, invocati e sperati tagli. C'era ottimismo.
