Thread by @JohannesBuckler

Fu un giorno tremendo quel 18 luglio 1949 nell'Auditorium del Rhode Island nella città di Providence.
Quando Rocco Marchegiano mi mise al tappeto nel terzo round con un preciso gancio al mento. Nessuno mi prese sul serio quando dissi che avevo perso perché minacciato dalla mafia

Per lui, Rocky Marciano futuro campione del mondo, fu la diciottesima vittoria. Per me, Harry Haft il mio ultimo incontro.
Harry in realtà non era il mio vero nome.
Lo avevo cambiato al mio arrivo negli Stati Uniti.
Il mio vero nome? Hertzko Haft

Sono nato il 28 luglio 1925 a Bełchatów, in Polonia.
Avevo 14 anni quando, il 1 settembre 1939, i tedeschi invasero la Polonia.
E proprio Bełchatów fu una delle prime città ad essere bombardate.
E la mia famiglia era ebrea. Ci richiusero in un ghetto.
E poi la deportazione

Non dovevo partire io, ma mio fratello Aria. Mi misi in fila al suo posto facendolo fuggire. Le SS mi chiusero le dita in una porta. Rimasero deformate per tutta la vita. Fu così che finii nel campo di lavoro a Poznan, nella Polonia Occidentale.
E poi ad Auschwitz. Numero 144738

Cosa mi tenne in vita? Il mio amore, Leah, anche lei ebrea. Da grande l’avrei sposata. Ne ero certo.
Ma ad Auschwitz non puoi passare il tempo a pensare alla tua amata.
Devi sopravvivere, tra botte, umiliazioni e degradazioni.
Senza mai cedere

Conobbi Schneider, un ufficiale delle SS, con il quale strinsi un patto.
Avrei disputato incontri di pugilato con gli altri prigionieri, in cambio avrei avuto cibo assicurato.
Accettai.
Sapendo che i prigionieri che avrei battuto sarebbero stati subito uccisi.

75 incontri. Tutti vinti per Ko. 75 vittorie, 75 cicatrici sulla mia coscienza.
"La belva giudea" mi chiamavano.
Ma non avevo scelta, o la morte o la fuga.
Che mi riuscì durante la marcia della morte con i sovietici che si avvicinavano al campo

Riuscii a fuggire dopo aver ucciso un ufficiale nazista.
Rimasi in Baviera due anni, il tempo di vincere il torneo "Amateur Jewish Heavyweight Championship" organizzato dall'esercito statunitense a Monaco davanti a 10.000 spettatori.
E la mia Leah? Dove era? Come trovarla?

Nel 1948 emigrai negli Stati Uniti con l'aiuto di uno zio nel New Jersey. Cambiai il nome in Harry Haft gareggiando come pugile dei pesi massimi.
Il mio record? 21 combattimenti, per un totale di 104 round, con 13 vittorie (8 per KO) e 8 sconfitte (5 per KO).
Niente di che.

Dopo la sconfitta contro Marciano mi sono ritirato.
Ho sposato Miriam Wofsoniker e aperto un negozio di frutta e verdura a Brooklyn.
Abbiamo avuto tre figli. Ed è proprio al maggiore Alan che ho raccontato la mia storia. E lui ne ha fatto un libro.

Sono morto il 3 novembre 2007.
Oltre al libro di mio figlio, Reinhard Kleist ha creato un romanzo grafico sulla mia vita.
Alcuni suoi disegni li avete visti in questo thread.
E tra poco uscirà un film che racconterà la mia storia

In quei lager “ero un uomo crudele e violento", ma vi giuro, lo ero diventato. Perché dover sopravvivere ti cambia. E mai in meglio.
La mia peggior sconfitta? Quando ritrovai finalmente la mia Leah, il mio vecchio amore, malata terminale di cancro, irriconoscibile. L'ennesimo KO