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PERCHE' NON PARLANO DI BIBBIANO?
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#Bibbiano (Bibiân in dialetto reggiano o Bibiēn nel dialetto locale) è un comune italiano di 10 205 abitanti della prov. di Reggio Emilia, in Emilia-Romagna
Bibbiano è situato a 17 km a sud-ovest di Reggio nell'Emilia. Il territorio comunale, oltre che dal capoluogo, è formato dalle frazioni di Barco, Corniano, la Fossa, Ghiardo e Piazzola per un totale di 28,02 chilometri quadrati. Confina a nord con Cavriago, a est con Reggio
nell'Emilia, a sud con Quattro Castella e San Polo d'Enza e a ovest con Montecchio Emilia. Non è facile datare l'origine di Bibbiano: le tracce della prima presenza umana risalgono ad epoca compresa tra il paleolitico inferiore e il neolitico.
La lunga permanenza gallica è testimoniata da reperti dell'età del ferro e dalle inflessioni celtiche rimaste nel dialetto locale. L'origine del toponimo è verosimilmente legata all'occupazione romana del I secolo e prese il nome dell'assegnatario di quelle terre: il luogo
fu probabilmente un Vibianus o Baebianus fundus, che rinvia ad un fundus romano ubicato in questi luoghi fertilissimi. Numerosi i reperti romani venuti alla luce in seguito a ritrovamenti archeologici: terrecotte, ceramiche e suppellettili.
Bibbiano ottenne l'autonomia comunale all'epoca del Dipartimento del Crostolo. Dopo la caduta di Napoleone, gli Este lo aggregarono a Montecchio Emilia. Assumerà le dimensioni attuali soltanto nel 1860.
Diversa da quella bibbianese la storia della frazione di Barco (a lungo aggregato a Montecchio e a Parma), entrata a far parte del comune solo dopo l'Unità.
Al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti nel comune sono 875, pari all'8,5% della popolazione. Le nazionalità più numerose sono:

Albania: 177
Marocco: 150
Romania: 112
Ucraina: 68
India: 62
Tunisia: 60
La prod. di un formaggio di latte vaccino dove oggi si produce il Parmigiano-Reggiano risale almeno al XII sec. Furono i monaci del monastero benedettino di Corniano a scoprire la "ricetta": latte di qualità (quello della sera e del mattino), fuoco (due cotte), caglio e sale.
Il tutto messo a stagionatura per un anno intero.Per la sua prelibatezza, nel 1145 l'abate del monastero, Giovanni, coniò il termine formadio, cioè la "forma di Dio".Ciò segnò un cambiamento epocale nella produzione rurale del luogo, fino ad allora limitata al formaggio di pecora
Il più antico documento in cui appare il termine formadio (il padre del futuro Parmigiano-Reggiano) è una pergamena dei monaci benedettini dell'Abbazia Marola del 13 aprile 1159: tre fratelli di Formolaria (oggi Frombolara) di Carpineti accettavano terre in affitto dall'Abbazia
in cambio di denari, merci (pecore e giuncate ad arbitrium) e tre "aportos de formadio" (apporti di formaggio). Questo documento venne redatto a Corniano di Bibbiano in una dipendenza dei religiosi. È da secoli che la disputa dove sia nato il formaggio grana appassiona.
Però la maggior parte degli storici ed autori vari concorda che comunque la culla della Rinascita qualitativa e quantitativa del parmigiano-reggiano a partire dal 1700 è Bibbiano. I motivi principali sono: foraggio di qualità-prati stabili e disponibilità di acqua- e l'abilità
dei casari bibbianesi. Dal '700 avvengono grandi cambiamenti e sconvolgimenti fondiari, agricoli e zootecnici. I possedimenti Benedettini passarono a nuovi imprenditori agricoli. Nel Ducato di Parma e Piacenza un imponente crisi agricola (per carestie, carenza d'acqua
a seguito dei disboscamenti appenninici, peste bovina, ecc...) fu causa per molti anni dei minimi storici della produzione di formaggio grana.
Questi passaggi di proprietà comportarono consistenti cambiamenti nelle coltivazioni.
Nel reggiano sempre più campi passarono da frumento a foraggio per bovini e in minor misura a nuove colture come il riso, il mais e la canapa. Uno dei motivi basilari che hanno determinato l'aumento del numero dei caseifici nel bibbianese e comuni limitrofi e poi nel resto
del reggiano, e successivamente in parte anche nelle altre province emiliane, va ricercato quando, nel ‘700, si iniziò a ridurre sensibilmente i terreni a frumento e a “maggese”. Dalla rotazione quinquennale si passò a quella triennale e biennale.
Nella rotazione biennale buona parte del terreno a riposo venne occupato dai prati da vicenda a base di trifoglio o d'erba medica. Questa nuova impostazione aziendale comportò la soluzione di diversi problemi, fra i quali quello di utilizzare al meglio le acque dei canali
di irrigazione, per assicurare il raccolto ai nuovi prati. L'aumento dei foraggi portò ad una maggiore produzione di latte e, di conseguenza, ad un dilatarsi dell'industria casearia. Ai pochi caseifici padronali presso le aziende-vaccherie, si aggiunsero sempre più numerosi
altri caselli, basati sul sistema “turnario”, con lavorazione stagionale e poi successivamente le latterie e i caseifici sociali.
Nel 2008 si è costituito il consorzio "Bibbiano la Culla" per promuovere e valorizzare il formaggio bibbianese con un proprio marchio di qualità.
Ne fanno parte sei caseifici bibbianesi. È un marchio d'impresa, autorizzato ai sensi del Regolamento di Marchiatura del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano. Come emblema, porta una mezza forma stilizzata, a mo' di culla; viene impresso su tutte le forme.
Il territorio comunale è attraversato dalla ferrovia Reggio Emilia-Ciano d'Enza; nel territorio comunale sono poste la stazione di Barco e le fermate di Bibbiano, Bibbiano Fossa, Bibbiano Via Monti, Bivio Barco, Corniano e Piazzola.
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