Avevo solo dodici anni.
Ero nato nel 1900 da una famiglia nobiliare.
Un fallimento il tentativo di entrare nella Scuola Navale, poi le Belle Arti, infine la mia passione: la meccanica e gli aeroplani.
Per fortuna riuscirono a trovarmi e a recuperarmi.
Non subito.
La prima volta caricarono la maggior parte dei sacchi della posta.
Io rimasi a guardia del resto.
Prima il lavoro.
Ed ero malridotto.
I miei superiori mi avevano detto che quella sarebbe stata la mia ultima missione.
Decollai con un F-5, una versione da ricognizione del Lockheed P-38 Lightning
Gettando nello sconforto i miei lettori.
Da “L’aviatore” scritto nel 1926, al “Volo di notte” del 1931.
E poi "Terra degli uomini" del 1939, e molti altri.
E poi quel libro, pubblicato nel 1943.
Io invece ero fatto per vibrare nei cieli, volteggiare, muoversi, compiere imprese e vivere avventure.