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Perché la #Brexit si è oramai avviata verso una possibile catastrofe, perché oramai i due scenari più probabili sono quelli più estremi possibili e perché non bisogna credere alle parole “caute” (secondo alcuni) di Boris Johnson - perché non erano caute. THREAD (IN ITALIAN) 🇬🇧🇪🇺
1. Oggi è stato un giorno importante, anche se passato sotto traccia: prima di tutto, Boris Johnson ha finalmente lanciato la sua campagna per diventare leader dei conservatori e premier. Il suo discorso è stato estremamente importante. E rivelatore. 🇪🇺🇬🇧 #Brexit
2. Innanzitutto: non credete a coloro che dicono oggi “Johnson ha messo il No Deal” (l’uscita del Regno Unito senza accordo dall’Ue, potenzialmente catastrofica, ndr) “all’ultimo posto”. Non è vero. O meglio, non corrisponde a quello che accadrà. Vi spiego perché. 🇬🇧🇪🇺 #Brexit
3. Sì, Johnson ha detto che “cercherà nuovo accordo con l’Ue” e che “No Deal è l’ultima soluzione”. Ma la sua frase davvero decisiva è un’altra. E cioè quella che “il 31 ottobre si esce dall’Ue”. In un modo, o nell’altro. Messaggio in codice ai brexiters: il No Deal è possibile.
4. Trovare un nuovo accordo entro il 31 ottobre è quasi (o praticamente) impossibile. L’Ue ha già ribadito per lo meno 50 volte che l’accordo di uscita firmato da May non si tocca per nessun motivo. E c’è il problema del backstop irlandese (qui guida lab.gedidigital.it/repubblica/201…) 🇬🇧🇪🇺
5. In estate, prima del 31 ottobre, con un nuovo leader conservatore pronto solo a fine luglio (e una fiducia parlamentare tutta da conquistare), su faccende così delicate, con un leader euroscettico come Johnson, come si può credere a Boris che “un nuovo accordo è possibile”?
6. No. Non si può credere a questa promessa di Boris Johnson. Perché è assolutamente irrealistica e irrealizzabile, almeno entro il 31/10. Ecco perché dire che “si esce il 31 ottobre” in qualsiasi modo è un messaggio cifrato ai brexiters sul No Deal, sempre più possibile.🇬🇧🇪🇺
7. Non è un caso che brexiteers radicali e puri come Jacob Rees-Mogg e Steve Baker abbiano sostenuto apertamente, sin da subito, Boris Johnson. Insomma c’è una chiara sintonia. Una sintonia totale ad ascoltare Rees-Moog, anche su temi extra-#Brexit

🇬🇧🇪🇺
8. Ma c’è un altro problema fondamentale di Boris Johnson. Ponendo la data limite del 31 ottobre inseguirà praticamente Nigel Farage (con l’obiettivo di fermare l’avanzata del leader del #Brexit party) fino all’ultimo centimetro prima del precipizio del No Deal.
9. Ma questa è una tattica suicida di Johnson. Perché se, come è quasi certo, non ci saranno progressi negoziali con l'Ue, il 30 ottobre (o poco prima) Boris dovrà decidere: saltare nello strapiombo con Farage (30 ottobre) oppure umiliarsi e chiedere a Ue nuova estensione #Brexit
10. Nel primo caso (No Deal) ci sarebbe dunque l'uscita senza accordo per Il Regno Unito, potenzialmente catastrofica a livello economico. Nel secondo caso (estensione) Farage dirà "ecco, vedete, Johnson è un altro politico bugiardo, solo io posso portare a compimento la #Brexit"
11. In questo caso, Johnson potrebbe perdere il consenso dei brexiters che ora lo sostengono, potrebbe essere sfiduciato e a quel punto se si andasse a elezioni Farage e il Brexit Party potrebbero ottenere un risultato clamoroso. Più clamoroso del 32% preso alle elezioni Ue.
12. Inoltre, se Johnson provasse a chiedere un'estensione all'Ue sulla #Brexit, autosmentendosi e autoumiliandosi, creerebbe una voragine nel partito conservatore e quindi anche questo scenario sarebbe catastrofico soprattutto per i Tories. Anche qui rischierebbe la sfiducia. 🇬🇧
13. Ecco perché Johnson secondo me, per fermare l'avanzata di Farage e salvare il partito conservatore, con "il 31 ottobre si esce" si è cacciato in un vicolo cieco. Ecco perché parla pochissimo in questi giorni. Ed ecco perché il No Deal è ora lo scenario più probabile.
#Brexit
14. Il che mi costringe a una triste riflessione: come fece Cameron nel 2016 con il referendum, Johnson potrebbe mettere a rischio il futuro del Regno Unito soltanto per salvare il futuro e l'integrità del suo partito conservatore. Purtroppo non è una novita.
#Brexit 🇬🇧🇪🇺
15. Ma sfortunatamente questo è il destino del Partito Conservatore: non a caso, Thatcher, Major, Cameron e May sono tutti caduti negli ultimi decenni a causa dell'Europa, o anche per l'Europa. Oramai sembra una maledizione, che ora potrebbe colpire anche Boris Johnson
#Brexit 🇬🇧
16. Tornando al crudo presente, il punto è che Johnson e moltissimi partito conservatore non vogliono andare alle elezioni prima di aver chiuso il capitolo #Brexit perché temono di essere spazzati via alle urne da Farage. Ecco perché, per salvare il partito, "meglio il No Deal!"
17. Questo meriterebbe (e meriterà) un altro Thread, ma pensate solo a ciò che accadrà nella europeista Scozia, in caso di No Deal. Tornerà potentissima la campagna indipendentista, le sirene per un nuovo referendum saranno travolgenti ed è molto probabile una nuova Catalogna 🏴󠁧󠁢󠁳󠁣󠁴󠁿
18. (Piccola parentesi: ricordiamo che molti in Scozia al referendum indipendenza 2014 votarono per restare in Regno Unito proprio per restare in Europa (Londra allora era in Ue!). Poi però c’è stato il referendum #Brexit due anni dopo e capite quindi la rabbia di molti scozzesi
19. Ma c'è un'altra alternativa che prende quota ed sempre più probabile. È l'alternativa molto "europeista", la più europeista. Ma, come quella del No Deal, è la più estrema di tutte. E, come ha già fatto solo parzialmente la Brexit, potrebbe spaccare terribilmente il Paese.🇬🇧
20. Già, perché prende clamorosamente quota l’ipotesi di “revoca dell’articolo 50”. Che significa, in parole povere: revoca integrale e unilaterale della #Brexit. Un’ipotesi fino a qualche settimana fa surreale. Ma adesso è sempre più probabile. Perché? 🇬🇧 🇪🇺
21. Perché se e quando a ottobre Johnson farà scivolare il Regno Unito verso il No Deal, a quel punto molti parlamentari, non solo Labour e opposizione, per evitare la pericolosa uscita brutale dall’Ue, potrebbero votare per il “minore dei mali”, cioè la revoca della #Brexit
22. Non è uno scenario irrealistico. O meglio, ora lo è. Ma quando, diciamo a metà ottobre, la scelta sarà tra lo strapiombo del No Deal e “fermiamo il treno verso il burrone”, cioè annulliamo la Brexit e riavviamo il processo di uscita a pericolo scampato, molti potranno cedere.
23. Non è un caso infatti che da qualche giorno tra i brexiters spiri una terribile tentazione: quella che in gergo si dice PROROGUE, cioè prorogare la chiusura estiva del Parlanento, per “silenziarlo”, affinché non ostacoli l’eventuale uscita del Regno Unito con il No Deal. 🇬🇧🇪🇺
24. Anche questa non è un’idea fantasmagorica. L’ex ministro per la Brexit Domenic Raab l’ha invocata esplicitamente e Boris Johnson non l’ha mai smentita con i suoi, da quello che noi giornalisti parlamentari abbiamo carpito a Westminster. È una ipotesi (estrema) anche per lui.
25. Inutile dire che sarebbe una opzione pericolosissima, che potrebbe devastare le istituzioni politiche del Regno Unito e il Regno Unito stesso. Il veterano del Parlamento e ministro di tutti i governi, il leggendario Ken Clarke, ha definito questa idea “dittatoriale”.
#Brexit
26. Addirittura @RoryStewartUK, altro candidato alle “primarie” del partito conservatore e alla premiership (quello piu europeista), ha già annunciato che se dovesse accadere una cosa simile sposterebbe il Parlamento in un’altra stanza affinché continui a legiferare. Pazzesco.
27. Non siamo a Weimar (o almeno spero di no). Ma tentazioni del genere in Regno Unito fino a un anno fa non solo erano immaginabili, ma anzi erano innominabili. Ora invece c’è chi dice esplicitamente di chiudere il Parlamento e il possibile futuro premier non lo esclude.
#Brexit
28. Ecco perché non dovete credere alle parole “caute” di Boris Johnson. Perché la sua strategia porta invece ai due scenari più estremi di tutti. E come ho spiegato, questo avrà conseguenze pesantissime: il peggio deve ancora venire. Questo thread finisce qui, alla prossima 🇬🇧🇪🇺
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