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#12Dicembre1969
#StrageDiStato

È chiaro che siccome se ne parla, anch'io in sti giorni ci sto ripensando.

Ero giovane; non erano tanti anni che avevo cominciato a cercare un mio posto nella società, a tentare di capire come funzionava, a raginare sul come renderla migliore.
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Il mio impegno sociale era cominciato per il mio quasi sedicesimo compleanno, andando a spalare fango dai cortili di Firenze, dopo l’alluvione del '66.
Lì ho iniziato a capire che c’era tanto da fare, ma in fondo mi sembrava possibile.

Poche cose
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nella mia vita m'hanno sconvolto tanto, quindi, quanto quel 12 dicembre '69, nel rendermi conto che, invece di voler “fare”, c’erano merde umane che preferivano mettere bombe per assassinare altri esseri umani.

La notizia arrivò per radio verso sera:
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In piazza Fontana, a Milano, una bomba aveva ammazzato una quindicina di persone (diventeranno poi 17, con 81 feriti - e non sapevamo ancora dell’altra bomba e delle tre di Roma - altri 17 feriti).
Sgomento.

Lo sgomento fu presto soverchiato dalla rabbia.

La rabbia per il
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gesto gesto criminale e inaccettabile.

La rabbia per le mascalzonate degli inquirenti (sì, si facevano chiamare inquirenti), che volevano incolpare i nostri compagni, quando era evidente - per chiunque - che la logica dietro lo stragismo era quella criminale fascista.
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La rabbia per l’arresto dei nostri compagni, Valpreda, Pinelli, Valcarenghi, Valitutti, etc., incarcerati per abbindolare i gonzi.

La rabbia furibonda per la morte, mai espiata, di Pino Pinelli.

Per la tracotanza del potere, che ci derideva con la menzogna delle tre scarpe.
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Dopo 50 anni quella rabbia non è ancora sopita. Non lo sarà mai, perché quello stato che con i suoi apparati ha permesso quella strage (e le tante altre), quello stato che ne ha protetto gli autori e i mandanti, quello stato che nei decenni non è
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ilgiorno.it/milano/cronaca…
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“riuscito” a praticare neanche quella minima giustizia teorica e apparente di condannare i colpevoli, quello stato ancora esiste e ancora assassina esseri umani.

È stato con quell’attentato criminale che ho perso la mia innocenza.
I colpevoli erano
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altri, ma l’innocenza l’abbiamo persa noi.
Noi che pensavamo di poter rendere il mondo un posto migliore.

Probabilmente eravamo noi gli imbecilli, eravamo gli illusi.

Avremmo dovuto capire, perché dal gennaio del ’69 era stato un crescendo.
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In un anno c’erano stati 145 attentati, fra grandi e piccoli: 𝐮𝐧𝐨 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐭𝐫𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢.

Lo stato fascista tentava la riscossa. Allora lo sapeva fare così, adesso tenta di farlo in altro modo, ma sempre lui è.

Non dimentichiamocelo.

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arivista.org/?nr=375&pag=91…
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Da la "Strage di Stato" (il libro che distrusse la narrazione purulenta che tentava di usare la strategia della tensione e gli “opposti estremismi” per tentare di reimpiantare lo stato fascista in Italia):

"Le bombe del 12 dicembre sconvolgono e sorprendono, soprattutto per
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la loro ferocia, ma sarebbe inesatto dire che giungono inattese.
Rappresentano il momento culminante di una escalation di fatti noti e ignoti che avvengono durante l'intero 1969 e che fanno parte di un preciso disegno politico.

Alcuni di essi riconsiderati oggi nella loro
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sinistra successione acquistano un significato molto chiaro.

Le bombe del 12 dicembre scoppiano in un Paese dove, a partire dal 3 gennaio 1969, ci sono stati 145 attentati: dodici al mese, uno ogni tre giorni, e la stima forse è per difetto.

Novantasei di questi attentati
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sono di riconosciuta marca fascista, o per il loro obiettivo (sezioni del PCI e del PSIUP, monumenti partigiani, gruppi extraparlamentari di sinistra, movimento studentesco, sinagoghe. ecc.) o perché gli autori sono stati identificati.

Gli altri sono di origine ufficialmente
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incerta (come la serie degli attentati ai treni dell'8-9 agosto), oppure vengono addebitati a gruppi della sinistra estrema o agli anarchici (come le bombe del 25 aprile alla Fiera campionaria e alla stazione centrale di Milano).

In realtà ci vuole poco a scoprire che la
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lunga mano che li promuove è sempre la stessa, e cioè una mano che pone diligentemente in atto i presupposti necessari alla "strategia della tensione" che sta maturando a più alto livello politico.
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strano.net/stragi/tstragi…
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per non dimenticare:

peacelink.it/storia/a/46944…
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Ma quella strage non fu un fatto isolato, Non riguardò il solo 1969:

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