Stasera vi racconterò la storia di un’altra loro vittima.
Ultima volta, prometto.
Dei veri e autentici “cretini criminali”.
Da poco è passato ad incarichi meno pericolosi; la sorveglianza del Politecnico di Torino Galileo Ferraris.
Per Giuseppe un giorno come tanti.
Un uomo sfonda il finestrino e gli spara tre colpi. Uno diritto al cuore.
Ad ucciderlo le Brigate Comuniste Combattenti di Prima Linea.
Uno dei killer telefonò all’Ansa per rivendicare l’uccisione di Giuseppe.
"L’esecuzione del carabiniere di stamattina è stata fatta dalle Brigate Combattenti, vi preghiamo di non fare confusione con le Brigate Rosse".
«Sì, quell’agente del Sds».
“Scusi, ma Giusepppe non era del Sds”
“Va beh, non importa, a noi risultava diversamente. E comunque era sicuramente un nemico".
Già.
Nemmeno sapevano chi avevano ucciso.
Aveva appena salutato la moglie sull’uscio di casa.
Poi lei si era affacciata dalla finestra per salutarlo un'ultima volta.
E aveva assistito alla sua morte.
Perché era stato ucciso? Non lo sapevano nemmeno i suoi assassini.
Diciamo più o meno. Più meno che più, via.
Sarebbe bastato entrare in quell’agriturismo in Val Susa in quel freddo giorno d’inverno del 2012.
Una dozzina di uomini e donne che mangiano, bevono, ridono, scherzano, parlando dei tempi andati.
Con foto di rito al momento del brindisi. Numero di vittime complessive di quegli ex componenti di Prima Linea?
Undici.
Prosit.
Furono uccisi entrambi dalle Brigate Rosse.