Approfittai per studiare. Studi classici, poesia, musica, filosofia.
Mi appassionavano anche la storia e la condizione politica del mio Paese.
E soprattutto la condizioni delle donne cinesi.
Poi qualcosina era cambiato.
Avevano deciso che le donne non erano più obbligate a bendare i piedi.
Che teneri.
E potevamo pure imparare a leggere, a scrivere e a studiare musica.
Tenerissimi.
E io ne avevo approfittato.
Di più.
Con l'approvazione dell'imperatrice diventai la sua consulente, la sua più stretta collaboratrice.
Ma io difesi con i denti la mia posizione privilegiata. L’imperatore era di salute cagionevole e io potevo assicurare stabilità alla Cina.
Quando nel 655 l’Imperatore, venne colpito da un ictus (o era un infarto?) perdendo parzialmente le sue facoltà, presi in mano le redini del potere.
Dopo la mia morte si sono divertiti a scrivere cose molto brutte su di me.
Sulla mia presunta dissolutezza per esempio.
Il perché è presto detto.
Cominciando col mettere le donne in ruoli di potere.
Un giorno convocai Shangguan Wan’e, nipote del poeta di corte Shangguan Yi.
La convocai a palazzo per un test.
Le dissi di scrivere un saggio in mia presenza.
Sotto il mio regno le donne diventarono protagoniste. Poetesse, pittrici, membri attive della società.
Incluso il bendaggio dei piedi obbligatorio. Questa pratica disumana verrà abolita solo nel 1911.